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Questo confronto fra Andrea Poggi e me prende occasione da una lettera, inviata da lui nel
tentativo di consigliare una lettrice credente sul modo di uscire dai suoi
problemi atavici con sua madre. Egli si riferisce qui all’articolo «Mia madre non mi ha mai amata».
Andrea Poggi è un credente appartenente alla chiesa evangelica pentecostale «Fonte di Vita» di La Spezia.
Per mia meraviglia, ho preso atto che il suo consiglio non riguarda una normale
prassi di cura d’anime (pastorale biblica), ma un intervento di liberazione da
una sedicente demonizzazione mediante un presunto demone, da lui chiamato
«spirito di rigetto» e «spirito di morte», che sarebbe entrato nella sua vita fin dalla gravidanza di sua madre (pastorale
esorcistica). La liberazione da tale spirito impuro è vista come la soluzione di tutti i problemi descritti dalla lettrice
nei rapporti con sua madre e con se stessa (abbandono da parte di suo marito,
malattie e infermità). Chiaramente non posso che dissentire. Poiché tale specifica tesi non rientra nel
confronto previsto e necessita di una risposta adeguata, ho preferito metterlo qui extra.
1. Le tesi (1)
{Andrea Poggi}
▲
Pace, fratello
Nicola, spero di poter essere d’aiuto alla sorella, Patrizia affinché possa
essere liberata da ciò, che la sta turbando.
Cara sorella, metti davanti a Dio quello che ti dirò e agisci solo se lo Spirito
Santo ti parla e ti convince, perché in questo è fondamentale crederci! Tieni
presente che ti parlo limitatamente, basandomi solo sul tuo scritto; per avere
un quadro più preciso bisognerebbe vederci e parlare in maniera approfondita con
una consulenza.
Ascolta tutto, è iniziato da un forte rigetto, partito già dal
grembo materno, quando tua mamma non ti voleva. Questo
spirito di rigetto, e nel tuo caso unito anche a uno spirito di morte,
entrato in azione quando tua mamma ha tentato più volte d’abortire (questo è
come tentato omicidio e nel mondo spirituale dona legalità forti a Satana per
agire sulla vita delle persone), causa molti problemi e fa sì che anche con
altre persone accada la stessa situazione di rigetto. Nel tuo caso è avvenuto
con il marito, quando ti ha lasciata preferendo un’altra donna (e qui mi
piacerebbe poterti parlare per capire, se è successo anche con altre persone,
tipo amici, parenti, i tuoi stessi fratelli, qualche credente ecc., perché in
molti casi accade così!). Vivendo l’infanzia e l’adolescenza vittime di questo
rigetto, entra in azione la mancanza di stima, il senso di abbandono, amarezza,
rancore, rabbia e spesso pensieri di farla finita. Nel tuo caso lo
spirito di morte, ha agito con varie infermità, vari problemi di salute
(e qui è molto importante sapere quando e come sono iniziati e che tipo
d’infermità erano, o sono ancora).
Come tu dici, grazie a Dio che ci consola e ci mantiene in piedi, a Lui solo sia
la gloria! Ma il fatto che «la tua ferita sanguina ancora dopo 47 anni» e
continui a essere oppressa da questa situazione, ci dà una importante
indicazione, ovvero c’è bisogno di
ministrare una liberazione, sotto il controllo e la guida dello Spirito
Santo, pregando specificatamente per quello che sta agendo nella tua vita,
affinché ogni legalità, che il nemico ha ancora nella tua vita, sparisca
nel nome di Gesù! Posso solo dirti che ho visto grandi vittorie nei fratelli e
nelle sorelle che hanno vissuto questo tipo di situazione così forte e dolorosa
nell’anima.
Perdonami, ma per e-mail e con così poche indicazioni, non posso essere molto
chiaro. Amata pregaci su, parlane con il tuo pastore (non so se lui crede in
questo e se nella chiesa avete un gruppo specifico di consulenza che può
ministrare), l’importante è che non ti rivolgi a chiunque, devi avere la
certezza che siano persone chiamate da Dio per questo e che tutto sia svolto
sotto la guida e il controllo dello Spirito santo. Coraggio sorella mia, la
vittoria è tua nel nome di Gesù!
Fratello Nicola non sapendo se credi in questo e se pubblicherai questo
contributo, ti chiedo, per gentilezza, di fare in modo che Patrizia lo riceva...
Grazie di cuore, un grande abbraccio... {23-05-2010}
2. Osservazioni e obiezioni (1)
{Nicola
Martella}
▲
Dapprima pensavo che Andrea Poggi parlasse di «spirito di rigetto» e di «spirito
di morte» come atteggiamenti antropologici della madre nel confronto della
figlia fin dalla gravidanza e poi oltre. Poi ho dovuto prendere atto che lui
parlava di ciò veramente come «entità pneumatiche» autonome, ossia di demoni,
che avrebbero preso possesso della madre al tempo dei suoi tentativi di aborto e
che poi sarebbero passati su Patrizia. Tali spiriti impuri sarebbero quindi le
causa di tutti tali problemi fra Patrizia e sua madre e dei guai nella vita di
Patrizia; infatti, in lei tale «spirito di morte» si sarebbe manifestato
come spirito di malattia e infermità. Non meraviglia, quindi, che tutti i
problemi aperti nella sua vita rispetto a sua madre siano visti come
un’influenza di tale demone.
Non meraviglia che in tale visione del mondo e della vita, la soluzione dei
problemi di Patrizia sia vista in una specie di esorcismo: un uomo potente di
Dio deve «ministrare una liberazione» verso una credente nata di nuovo,
ritenuta ancora legata da Satana, il quale avrebbe ancora una qualche «legalità»,
che permetterebbe al nemico di agire!
Essere rigenerati dallo Spirito Santo ed essere legati da un demone non sono
questioni antitetiche all’interno della concezione carismaticista della vita.
Anzi, in tal mentalità esorcistica quasi tutti i mali vengono ritenuti
causati da uno spirito impuro: del fumo, dell’alcool, del risentimento,
della gelosia, della malattia X, dell’infermità Y. In tal modo, tutta la vita
dei credenti diventa un processo di liberazioni successive mediante l’esorcismo
ministrato da un «potente uomo di Dio», da cui poi tali credenti dipendono. Se
un tale «unto» non funziona, si cerca uno più potente. In tal modo si diventa
dipendente dagli uomini.
Tale prassi esorcistica ha come effetto collaterale la
deresponsabilizzazione etica dei credenti, i quali attribuiranno le loro
trasgressioni morali a uno spirito demoniaco, invece che alla loro
concupiscenza. Ad esempio, essi attribuiranno i loro tradimenti coniugali a uno
«spirito di adulterio», che li avrebbe sedotti. Ciò porta a una falsa e
pericolosa concezione della fede, del peccato e della santificazione.
L’altro effetto di tale concezione dottrinaria è la prassi della cura pastorale
nel senso di una «pastorale esorcistica». Invece di affrontare i problemi
concreti, portando chiarimento mediante la Parola di Dio, ravvedimento e
correzione morale, tutto viene attribuito a spiriti demoniaci e si pretende,
quindi, di risolvere tutto mediante esorcismi e l’imposizione di mani. Qui si
crede veramente che credenti rigenerati dallo Spirito Santo siano demonizzati
ancora o nuovamente da uno «spirito di gelosia», dal «demone dell’infermità» o
dallo «spirito del rancore». Tutto ciò alimenta soltanto il narcisismo
degli uomini e crea una
casta clericale di presunti «potenti uomini di Dio», capaci di cacciare
spiriti e demoni da credenti rigenerati.
Praticando io cura pastorale biblica da decenni, non posso che
denunciare tale concezione di demonizzazione di veri credenti rigenerati, e
non posso che sconsigliare tale prassi carismaticista di «pastorale
esorcistica», di cui non c’è traccia nella prassi apostolica verso i credenti.
In campo medico, una falsa diagnosi porta a una cura sbagliata. Ogni cura
sembra lì per lì di funzionare, ma non risolve i veri problemi. In tal modo i
«medici» ingannano i «pazienti», oltre che se stessi. Nel Medioevo i medici
avevano un rimedio universale per pressoché ogni malattia: il salasso. Anche
oggigiorno non mancano presunti medici che hanno singolari metodi universali per
ogni patologia; c’è chi giuda sulla sola Aspirina, chi sull’andare di corpo 3-4
volte al giorno, chi sull’evitare certi cibi o la loro combinazione. Similmente
è nella cura pastorale: chi pensa che esista una sola vera infermità
(demonizzazione) e una sola vera medicina (liberazione), non sarà di vero aiuto
a nessuno e, anzi, sarà un rischio per chi lo segue. I veri problemi rimarranno
sotto la cenere e si ripresenteranno violenti e virulenti alla prima occasione.
Il NT non prevede esorcismi e liberazioni per credenti rigenerati, ma
ravvedimento, purificazione, sottomissione al Signore e santificazione.
Mi fermo qui,
avendo scritto in merito a sufficienza. Per
l’approfondimento rimando in Nicola Martella,
Carismosofia
(Punto°A°Croce, Roma 1995), agli articoli: «Antropologia carismatica», pp.
202-204; «La pastorale esorcistica», pp. 205-212; «La pastorale esoterica:
guarigione interiore», pp. 213-219; cfr. anche «La strategia di una “guerriglia”
spirituale», pp. 225-230.
Si vedano anche in Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003), agli articoli:
«Commistioni fra guarigione ecclesiale e paranormale», pp. 92-104; «Vie di guarigione
nella cura pastorale: ravvedimento e unzione», pp. 146-155.
Per la pastorale biblica in caso di demonizzazione romando a Nicola Martella,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996). Oltre a tutto ciò, anche qui ho affrontato tali
aspetti: «L’analisi critica delle patologie da occultismo», pp. 328-347; «La
pastorale esorcistica I: Aspetti generali», pp. 348-353; «La pastorale
esorcistica II: L’esorcismo cattolico in controluce», pp. 354-367.
3. Le tesi (2)
{Andrea
Poggi}
▲
Pace, caro
fratello, in questi casi non si tratta d’una cura d’anime intesa come la cura
pastorale, la quale è fondamentale sia a livello di chiesa che a livello
individuale. Questa è una cura interiore delle ferite profonde, createsi
da situazioni particolari, che alcuni credenti hanno vissuto e ancora purtroppo
stanno passando; e se non si fa consulenza con la persona interessata, andando
in profondità, considerando e trattando tutte le aree della vita, non ci può
essere una completa liberazione, perché le legalità che Satana ha ancora
su quelle vite, sono molto forti e radicate nel profondo!
Lei è credente? Certamente. Completamente libera? Assolutamente no. Le parole
stesse di Patrizia confermano questo: Dopo 47 anni la sua ferita sanguina
ancora! Quindi, in questi casi, oltre a una «normale prassi di cura pastorale»,
serve una «normale prassi di cura pastorale interiore», profonda, dove
attraverso preghiere per il problema specifico, lo Spirito Santo sradica quelle
radici velenose dalla vita del credente, liberandolo dai legami; e posso
garantirti che ciò permette a molti credenti di non vivere più oppressi,
impediti e legati, a volte peggio di chi ancora non ha ricevuto Cristo, ma
d’essere veramente e completamente liberati. Comunque il mio intento non è
quello di fare dibattito, l’importante è che Patrizia ha ricevuto il messaggio,
questo m’interessa, in quanto è lei che ora ha bisogno d’aiuto, e credo che lo
Spirito Santo parlerà al suo cuore, come ha sempre fatto in questi casi...
Faccio una piccola parentesi per dirti che durante la cura pastorale
attraverso la liberazione, ho notato che il «rigetto» subito fin dal
concepimento (ad esempio per una gravidanza non voluta, o per aver desiderato o
tentato d’abortire) o subito nell’infanzia (ad esempio con l’abbandono, o per la
preferenza del fratellino o della sorellina, o per la mancanza di cura e
d’affetto), è il principale responsabile dei problemi dei credenti, in
tutte le aree della vita. Il rigetto è radicato profondamente, a volte durante
la preghiera, ministrando l’amore e la grazia di Cristo, esce dalla persona
gemendo, o con forte grido; ma la cosa meravigliosa è che dopo, il viso del
fratello o della sorella in questione sprizza di gioia, di pace e di serenità, e
la dolce presenza dello Spirito Santo dà una fresca e potente nuova unzione, e
la testimonianza della persona è toccante.
Che Dio ti benedica, fratello Nicola, un abbraccio... {23 maggio 2010}
4. Osservazioni e obiezioni (2)
{Nicola Martella}
▲
1. RISPOSTA ALLO SCRITTO:
Tale nuovo scritto non aggiunge niente all’altro. Si ribadisce nuovamente una
cura d’anime speciale secondo i crismi della «pastorale esorcistica». Alla base
di quest’ultima si suggerisce nuovamente che un credente rigenerato necessiti
ancora di «una completa liberazione, perché le legalità che Satana ha
ancora su quelle vite, sono molto forti e radicate nel profondo» mediante uno
dei potenti o unti «uomini di Dio». Non posso che prendere rinnovata distanza da
tale pensiero.
Tutti possiamo aver bisogno di una cura d’anime in momenti particolari della
nostra vita, ma ciò non ha nulla a che fare con tale pastorale esorcistica di
stampo carismaticista. Essa comunica un’analisi arbitraria della realtà,
vede i problemi morali e spirituali come demoni, da cui bisogna essere
liberati, e propone perciò non il ravvedimento, la riparazione, la correzione
del tiro morale e il ritorno all’ubbidienza della parola di Dio, ma un
intervento di liberazione da presunti demoni, che eserciterebbero ancora
un diritto.
La
ferita di Patrizia, se e quando sanguina, non è dovuta a un fantomatico
demone, da cui dev’essere liberata, ma da una mamma che l’affligge con la sua
presenza, i suoi atteggiamenti, le sue parole e le sue rivendicazioni. Se la
madre cambiasse atteggiamento oggi, tale problema (che è solo sociale,
relazionale, affettivo), scomparirebbe immediatamente e tale rapporto
madre-figlia potrebbe essere subito recuperato. Le «radici velenose» sono
da sradicare nella vita e nell’atteggiamento della madre non mediante un
esorcismo, ma mediante una sincera conversione.
Anche la «piccola parentesi» corrobora una visione distorta della cura
d’anime nel senso di una «pastorale esorcistica». Qui si proietta una causa
inesistente nel «paziente», un demone da cui essere liberati e perciò un
comportamento parossistico indotto e una sedicente liberazione.
Poi, che il rigetto fin dalla gravidanza o in tenera età sia «il
principale responsabile dei problemi dei credenti», ciò farà sorridere ogni
serio consulente spirituale, che esercita con competenza una curatore d’anime da
decenni. Si vede che chi ha solo un martello in mano, vede tutto come chiodi. La
realtà è molto più complessa di tali semplificazioni.
2. L’ANALISI BIBLICA: Se
andiamo a un’analisi biblica seria, prendiamo atto che molti uomini di Dio,
salmisti e quanti altri avevano una ferita aperta e sanguinante a causa d’altri
(empi, stolti, malvagi, avversari, ecc.). In nessuno di tali brani viene
suggerita un’analisi paranormale della realtà (la presenza di un demone che
aveva delle presunte «legalità» su tali credenti) né una liberazione
trascendentale da un presunto «demone della ferita interiore». Laddove la causa
era esterna, tali credenti chiesero a Dio liberazione da tali circostanze
mediante un intervento storico a loro favore, non un esorcismo. Laddove la causa
era interna a loro stessi, tali uomini di Dio si ravvidero, confessarono i loro
peccati e mutarono direzione morale nella loro vita.
In tutta la Bibbia non si trova mai un solo esempio in cui un credente
avesse una ferita o una piaga interiore causata da un demone. Essa è stata
causata dal proprio peccato e dalle sue conseguenze (Gr 10,19ss). Poi c’è
l’analisi ingiusta degli altri riguardo alle proprie disgrazie (Gb 34,5ss). Si
parla di una malattia fisica grave di Davide (Sal 38,5.7s), che crea
malessere psichico (vv. 6.10), che il credente attribuisce al proprio peccato
(vv. 3s) e alla punizione divina (v. 1s) e che crea isolamento sociale da amici
e conoscenti (v. 11); a ciò si aggiungevano le macchinazioni degli avversari
(vv. 12.19s). Davide vide la soluzione non in un esorcismo, ma nell’invocazione
a Dio (vv. 15.21s) e nella sincera confessione delle sue iniquità (v. 18).
Lo stesso profeta Geremia si trovò in una continua situazione di tomento
e, quando stava per mollare, chiese a Dio: «Perché il
mio dolore è perpetuo, e la mia piaga,
incurabile, ricusa di guarire? Vuoi tu essere per me come una sorgente
fallace, come un’acqua che non dura?» (Gr 15,18; si veda qui Lm 3). Dio gli
ripresentò la chiamata e le promesse antiche (Gr 15,19s; 1,4-10.17ss; cfr. anche
Giona e la cura pastorale drammatica da parte di Dio).
Similmente si potrebbe fare l’esempio di Elia e della sua depressione con
esaurimento, dopo aver affrontato i profeti di Baal. Dio non gli mandò un
esorcista, ma gli diede una convalescenza per recuperare le forze fisiche e
psichiche. In momenti particolari, a causa della particolare contingenza,
troviamo alquanto angosciati i seguenti personaggi biblici: Giacobbe (Gn 32,7),
Davide (1 Sm 30,6 esterno; Sal 38,18 interno), Ester (Est 4,4), Epafròdito (Fil
2,25ss infermità).
Quando Gesù stesso era «contristato e angosciato», avendo l’anima
«oppressa da tristezza mortale» (Mt 26,37s), la soluzione non fu una
presunta «liberazione interiore» mediante una pastorale esorcistica, ma la
vicinanza in preghiera rispetto al Padre celeste. Luca parlò addirittura di
agonia durante l’intensa preghiera, al punto che «il suo sudore divenne come
grosse gocce di sangue che cadevano in terra» (Lc 22,44). Dio non lo liberò
in modo sovrannaturale da tale circostanza, ma «un angelo gli apparve dal
cielo a confortarlo» (v. 43).
Addirittura, quando Paolo fu molto sofferente e chiese l’intervento di
Dio, Egli non lo guarì dalla sua infermità né lo liberò da «un angelo di
Satana, [intento] a schiaffeggiarmi, affinché io non insuperbisca», ma
gli assicurò la sua grazia (2 Cor 12,8s). Paolo non chiese un intervento di
liberazione esorcistica agli altri credenti, ma concluse: «Per questo io mi
compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie
per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte» (v. 10).
Concludendo, una tale pratica di intervento sovrannaturale di un credente
rigenerato, nel senso di cosiddetta «liberazione interiore» di stampo
esorcistico, non trova nessun riscontro nella prassi dell’Antico e del
Nuovo Testamento. In nessun brano delle epistole del NT si suggerisce nulla del
genere. Il cambiamento indotto dalla cura pastorale è sempre comportamentale e
morale nel senso di un ritorno all’ubbidienza a Dio. Laddove le cause sono
esterne, la cura pastorale consola, incoraggia e rafforza la pratica delle virtù
bibliche (frutto dello Spirito). Laddove si tratta di questioni interpersonali,
viene indicato il percorso per mettere a posto i rapporti (Mt 18,15-20; Rm
12,18; 2 Cor 13,11; 1 Ts 5,13). Laddove uno si svia, bisogna recuperarlo alla
fede mediante una sincera conversione (Gcm 5,19s).
Una «cura pastorale speciale», se così si vuole chiamarla, è da usare
soltanto in caso di non credenti affetti da una demonizzazione. Anche qui però
bisogna guardarsi da una pastorale esorcistica, ma bisogna risalire molto più
alle vere cause e inducendo a confessare i peccati reali a Dio, mediante una
sincera e completa conversione. Per i dettagli riguardo a come fare bene, senza
rendersi colpevoli e senza contaminarsi con false concezioni, rimando all’opera
«
Entrare nella breccia».
5. Le tesi (3)
{Andrea Poggi}
▲
Pace, caro Nicola,
probabilmente non sono riuscito esprimermi bene: parlavo assolutamente di «spirito
di rigetto» e «spirito di morte» in relazione al comportamento della mamma e non
perché la mamma fosse posseduta dai demoni. Il rigetto della mamma e i tentativi
d’abortire la figlia hanno dato permesso «legale» a Satana d’agire per
compiere quello che le Scritture c’insegnano, ovvero: «Il ladro non viene se
non per rubare, uccidere e distruggere...» (Gv 10,10). Purtroppo quando il
nemico ha il
permesso d’agire, si presenta in vari modi: oppressione, senso di
colpa, infermità, rigetto, depressione, paure, ecc. È chiaro che tutto ciò, che
ci accade, o tutto ciò, di cui soffriamo, non è un attacco di Satana
o opera sua, ma è importante discernere, quando lo è.
L’aiuto di cui abbiamo bisogno, e che io ho voluto presentare, in una situazione
tipo quella della sorella Patrizia, non è d’un «potente uomo o donna di Dio», ma
d’uno o più fratelli o sorelle normalissimi, ai quali Dio ha dato una
sensibilità particolare per le anime e discernimento per vedere e capire
cosa sta turbando quelle anime; questo caro fratello non è una opera esorcista,
ma sensibilità e amore profondo per le anime (i risultati e le testimonianze che
fino a ora ho visto e sentito sono meravigliose, grazie a Dio).
Credo anch’io che un credente nato di nuovo è salvato e liberato, da ciò che ha
confessato (1 Gv 1,8-9; At 19,18-19; Gcm 5,16). Inoltre, quello che è la nostra
vita, dal momento che riceviamo la nuova nascita in poi, ci mette in condizioni
d’essere ancora soggetti all’azione di Satana e i suoi demoni, in quanto, come
dice la Parola continuiamo a peccare (Lc 17,3,4; 1 Cor 15,34; 1 Tim.
5,20). Tutto, questo caro fratello, dà legalità eccome a Satana e la dà
anche nei credenti nati di nuovo, e se anche un solo peccato non viene
confessato, il nemico ha diritto per agire nella nostra vita, e stai
sicuro che s’accanirà !
Durante i momenti di preghiera, mentre lo Spirito Santo ministra cura e
liberazione
sulla persona, spesso Egli rivela a uno o all’altro fratello «che c’è
qualcosa d’inconfessato da parte della persona»; allora, fermando un momento la
preghiera e parlando, la persona rivela il peccato e confessandolo, è liberata.
Alleluia! Fare questo carissimo non è altro che pregare gli uni per gli altri
con amore, confessando ogni cosa, e permettere a Dio di rivelare anche le cose
occulte, come il salmista voleva...
Purtroppo a volte il fratello o la sorella, che stanno vivendo una condizione
particolare, non hanno la forza d’uscirne da soli e spesso s’abituano a
quella brutta situazione che stanno vivendo, e oltre a ciò Satana fa la sua
parte, agendo nella debolezza spirituale. Purtroppo ci sono anche troppi nati di
nuovo che prendono da anni ansiolitici e psicofarmaci per la depressione,
o non riescono nemmeno a pregare o a leggere la Bibbia per più di 5 minuti,
tanto sono oppressi e con la mente bloccata, invece d’essere rinnovata giorno
per giorno, ecc... Ma questo per molti è normale, non è niente di grave... Che
Dio abbia misericordia e apra le menti di chi la pensa così...
Dio ti benedica tanto un abbraccio... {25 maggio 2010}
6. Osservazioni e obiezioni (3)
{Nicola Martella}
▲
Tale ulteriore
spiegazione di Andrea Poggi, nel tentativo di spiegare, di per sé rivela
nuovamente l’ideologia di base, che è quella della pastorale esorcistica, tipica
della spiritualità carismaticista. Assistiamo qui a una ritrattazione parziale:
se prima lo «spirito di rigetto» e lo «spirito di morte» erano presentati come
demoni, da cui bisogna essere liberati mediante un intervento pastorale
speciale, ora si addolcisce la pillola, affermando che non si tratta di un
demone, ma di un presunto «permesso “legale” dato a Satana». Dove
leggiamo di qualcosa del genere nella Scrittura? Giovanni 10,10 non corrobora
nel suo contesto una cosa del genere, ma mette il contrasto fra il «buon
Pastore» (Gesù; vv. 11.14) e i «mercenari» (i capi giudei del tempo; vv. 12s).
Inoltre la seconda parte del v. 10 recita a contrasto con la morte: «Io son
venuto perché abbiano la vita e l’abbiano a esuberanza». È il mercenario,
quindi, che permette ai lupi di sbranare il gregge, non il «buon Pastore», che
conosce le pecore ed è disposto a mettere in gioco la propria vita per le sue
pecore (vv. 14s).
Quindi, tale presunto «permesso legale»
dato a Satana è un’invenzione carismaticista, che nulla ha a che fare con la
teologia biblica. Satana pretende d’essere il «principe di questo mondo» (Gv
12,31; 14,30; 16,11; Ef 2,2) e fa sempre e comunque e verso tutti la sua opera
malsana di «leone ruggente» (1 Pt 5,8s ), di seduttore (2 Gv 1,7; Ap 12,9), di
accusatore (Ap 12,10), eccetera.
Quando qualcuno fa «posto al diavolo» (Ef 4,27), la normale soluzione è
il ravvedimento e il mutamento morale (vv. 28ss), non una liberazione
trascendentale.
Cose come oppressione, senso di colpa, infermità, depressione, paure e
quant’altro fanno parte dell’esistenza umana e nessuno ne è esente, in
certi momenti della vita; neppure Gesù e gli apostoli sono stati esenti da
tristezza, angoscia, dolori e malattie. Che poi Satana approfitti
delle debolezze umane per condurre la sua nefasta opera e per attaccare
credenti e non-credenti, ciò è vero, ma la soluzione a ciò non è mai una
liberazione trascendentale mediante una pastorale esorcistica, ma secondo i
casi: ravvedimento, resistenza spirituale, sobrietà biblica, incoraggiamento,
esortazione, ammonimento, eccetera.
Poco cambia, se c’è in campo un esorcista carismatico di fama (p.es. Benny Hinn)
o un gruppo con una «sensibilità particolare», se la concezione di base è
quella della «pastorale esorcistica»: i mali della vita, vizi, peccati,
debolezze e altro sono ricondotti a una presunta «legalità» che Satana avrebbe
sul soggetto e che bisogna spezzare con una liberazione trascendentale. Invece
di indurre i trasgressori a ravvedersi e a emendare la propria vita, li si
inganna con un’analisi distorta della realtà (presunti legami demoniaci in
credenti rigenerati, maledizioni generazionali, presunte «legalità» date al
diavolo) e con erronee «terapie» (liberazione esorcistica).
Certo, poi, tali credenti, essendo inseriti in tale contesto ideologico, avranno
di che raccontare, essendo stati «liberati» da presunti «demoni di qualcosa»
(depressione, rigetto, fornicazione, ecc.) proiettati nelle loro menti. Come
ho già ricordato, tali presente demonizzazioni sono come le cosiddette
«gravidanze psichiche»: sono inesistenti, ma tali donne si comportano come se
fossero gravide. Tali donne partoriranno con doglie solo aria; tali liberazioni
sono soltanto «aria fritta», «demoni» cerebrali proiettati nelle menti dei
soggetti.
Si ritorna sempre di nuovo sullo stesso concetto: il credente rigenerato,
peccando, darebbe presunte legalità a Satana e nemico avrebbe diritto
per agire nella sua vita anche per un solo peccato non confessato! Questa è
soltanto una concezione malsana, a cui poi si vuol far seguire per i cristiani
rigenerati (!) una pratica deleteria: presunte liberazioni trascendentali
secondo i dettami della pastorale esorcistica. Un tale credente rigenerato è
suggellato con lo Spirito Santo e l’unica «legalità» nella sua vita ce l’ha
Cristo; se ha peccato, deve ravvedersi ed emendare la sua vita, non essere
liberato dallo «spirito del peccato X»! Inoltre tale
via mistica, secondo cui in tali riunioni particolari, lo Spirito Santo
rivelerebbe non al soggetto, ma a un altro il peccato di lui, assomiglia a
divinazione e non a cura pastorale. La cura pastorale verace non
segue tale via misticheggiante, ma aspetta che sia il soggetto a raccontare la
sua via e che egli, compunto dalla Parola, usata dallo Spirito Santo, confessi
il suo peccato e si dispone ad accettare le istruzioni del consulente (cfr. At
2,37).
Certamente c’è bisogno di consulenti e curatori che aiutano i credenti a
rafforzare le loro immunità e ad aiutarli a uscire dai loro problemi. Nelle
chiese ci vuole più cura pastorale, che è spesso la cenerentola. Tutto ciò,
però, non avvalla la via misticheggiante, che vede pressoché in ogni problema
una presunta «legalità» data a Satana, da cui bisognerebbe essere liberati per
via trascendentale. Ci vuole maggiore cura pastorale reciproca e
continua, non più cura pastorale ritenuta speciale. Si vedano in merito tutti i
brani, che nel NT parlano degli «uni gli altri», «reciprocamente» e simili e si
studino i contenuti intrinseci: qui si parla di cura reciproca e d’azione morale
vicendevole, non di presunte liberazioni trascendentali.
Visto che abbiamo abbastanza e lungamente chiarito le questioni, penso che
abbiamo anche esaurito tale confronto, per dedicarci ad altri temi.
►
Liberazione interiore e pastorale esorcistica 2 {Gianni Siena - Nicola Martella} (A)
►
Liberazione interiore e pastorale esorcistica? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Libera-inter_pastor-esorc_EnB.htm
25-05-2010; Aggiornamento: 29-05-2010 |