1. ENTRIAMO IN TEMA: Qui di
seguito presento il caso di una figlia, che non si sente sufficientemente amata
da sua madre.
Crescere con l’impressione di non essere stata desiderata, sentirselo dire dalla
propria madre, ti segna per tutta la vita. I tuoi fratelli vengono lodati e tu
biasimata. Essi vengono premiati e tu no. Vieni trattata come una Cenerentola.
Ti fanno sentire come Calimero, Charly Brown o il Brutto Anatroccolo.
Anche da grandi non cambia molto. Tua madre t’ignora quando tutto va bene,
preferisce stare con gli altri tuoi fratelli e non ti cerca. Quando sta male, si
appella al tuo dovere di figlia.
Le ingiustizie si moltiplicano e il fardello cresce. Ti fa male sentirti non
voluta, non amata, non considerata.
Una figlia non si è mai sentito amata da sua madre, gli mancano le radici
profonde. Non essendo stata mai lodata, gli mancano le ali per volare.
Cerchi conforto nella fede, nel rapporto personale col tuo Signore
misericordioso; Egli lenisce le ferite e cura le piaghe del cuore. Sembra che
tutto sia risolto, che l’animo sia guarito dopo decenni; eppure basta un
nonnulla per far sanguinare antiche cicatrici.
Una donna, che caratterizza sua genitrice come «non madre», «finta madre» o
«questa anima buia che non conosce amore», mostra così quanto dev’essere grande
l’abisso interiore, che la procreatrice non è stata capace di colmare nella
figlia.
2. IL PROBLEMA: Caro
fratello, ho un grosso problema che si sta ripercuotendo sulla mia vita. Ho
avuto una madre (tuttora in vita), che mi ha sempre tenuta in poca
considerazione rispetto all’altro mio fratello e all’altra sorella.
Mi ha sempre ripetuto che «non mi voleva» e, nonostante tutte le peripezie fatte
da lei al fine di abortire, «sono nata lo stesso». Che dire di come ho
passato la mia adolescenza: peggio d’un cane, fino a che non conobbi mio
marito e m’illusi d’aver trovato una persona che mi volesse bene. Cinque
anni dopo il matrimonio, fuggì con la segretaria.
Tutte le mie malattie e interventi chirurgici, me li sono passati sempre
sola e senza aiuto. Dio ha provveduto a mandarmi, di volta in volta, persone
caritatevoli che si prendevano cura di me, nel senso di conforto.
Ho sempre cercato un dialogo con questa «non madre» e ho sempre chinato
il capo, perdonandola e cercando di ricominciare (ricominciare… come se fosse
mai iniziato che cosa?). Ha diviso i suoi beni a mia sorella e a mio
fratello vendendoglieli (affinché io non avessi parte alcuna), e tuttavia
pretende da me che la devo accudire nel caso lei stia male.
Ma io in salute non sto una bellezza e lei a 67 anni sta meglio di me.
Nonostante questo, quando è stata operata sono corsa al suo capezzale, facendo
anche turni di notte. Quando sono stata operata io, mi ha ignorata.
Mi sono stancata di questa finta madre. Stanca d’essere maltrattata e
sfruttata, dato che gli altri due non ne vogliono sapere di niente.
Mi è stato detto che io la devo onorare ugualmente, perché è il primo
comandamento con promessa. Mi trovo in impasse. Sono disubbidiente?
Che tristezza...
Un
parere personale me lo dai alla luce della Parola di Dio? Grazie, fratello
mio. Shalom. {Patrizia Miceli; 20 maggio 2010}
3. I CONSIGLI PASTORALI:
Patrizia, šalôm. Non posso che esprimerti la mia empatia per le vicende della
tua vita passata, che gettano sinistre ombre sul tuo presente. Certamente hai
fatto l’esperienza del salmista, che affermò: «Addirittura mio padre e
mia madre m’hanno abbandonato, ma l’Eterno mi accoglie» (Sal 27,10). E il
Signore ha fatto questa promessa a Sion, che possiamo fare nostra: «Una
donna dimentica il suo lattante, cosicché non abbia pietà del figlio del suo
ventre? Quand’anche le madri dimenticassero, io non dimenticherò te» (Is
49,15).
Non sentirsi amati, considerati, voluti da uno dei due genitori, è sempre un
trauma che segna nella vita. Nessuno vuol essere ignorato, trattato
ingiustamente rispetto ai propri fratelli, e addirittura maltrattato e sfruttato
da chi dovrebbe essere la nostra protettrice, una madre.
Onorare padre e madre significava nell’allora cultura non solo la stima
sociale, ma farsi carico dei genitori in vecchiaia, visto che mancavano le forme
di previdenza sociale, a cui siamo abituati noi. Gesù polemizzò con i Giudei del
suo tempo come segue: «Come ben sapete annullare il comandamento di Dio per
osservare la tradizione vostra! Mosè infatti ha detto: “Onora
tuo padre e tua madre”; e: “Chi maledice padre o madre, sia punito di
morte”. Voi, invece, se uno dice a suo padre o a sua madre: “Sia Korban — vale a
dire, offerta [a Dio] — ciò che potrebbe
tornarti utile da me”, non gli permettete più di fare cosa alcuna a pro
di suo padre o di sua madre; annullando così la parola di Dio con la
tradizione che voi vi siete tramandata» (Mc 7,9-13). Di là dal resto, si vede
chiaramente che qui si tratta di sostegno economico nella vecchiaia.
Ora, certo una «non madre» o una «finta madre» non merita nulla da parte
di una figlia, resa da lei infelice. Cristianamente parlando questa è proprio
nella nostra posizione rispetto a Dio. Ora, sebbene bisogna fare la propria
parte anche verso una tale madre, nessuno dei figli può sottrarsi ai
propri doveri, tanto più che gli altri due sembra siano stati privilegiati
quanto a eredità. La cosa migliore sarebbe di concertare insieme una «strategia
d’uscita» da tale empasse, un modo per gestire in maniera ottimale tale
situazione senza che pesi su nessuno in particolare.
Come credenti abbiamo certo uno scrupolo in più. È scritto: «Se una
vedova ha dei figli o dei nipoti, imparino essi prima a mostrarsi devoti verso
la propria famiglia e a rendere il contraccambio ai loro genitori, perché questo
è grato nel cospetto di Dio. […] Se uno non provvede ai suoi, e principalmente a
quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è peggiore dell’incredulo» (1
Tm 5,4.8). Certo qui si parla di vedove in una società che, come detto, non
aveva altra sicurezza sociale, se non i propri figli.
Sebbene dobbiamo provvedere per i genitori in vecchiaia, ciò non significa che
essi abbiano il diritto di sconvolgere la vita dei figli e delle loro
famiglie. Ci vuole al riguardo saggezza da parte dei figli e da parte di tali
genitori, e specialmente timor di Dio e discernimento.
Spero che ciò che ho scritto, ti sia di orientamento e aiuto. Se vuoi, posso
mettere questo tema in discussione, perché la sapienza risulti dalla bocca di
molti consiglieri. Fammelo sapere. Šalôm… {Nicola Martella}
4. LA RISPOSTA: Grazie,
fratello, per la tua risposta. Preciso che mia madre economicamente sta meglio
di me e, quindi, non è quello il conforto, che vuole. È solo il
piacere di sapermi pronta sempre a correre, mentre lei corre dal lato
opposto, quando ho bisogno io.
Pazienza, che Dio mi dia sempre tanta forza per sopportare e cercare di portare
luce in questa anima buia che non conosce amore.
I miei fratelli sono stati desiderati e hanno sempre avuto da lei
complimenti per la bellezza e per la loro scaltrezza, e doni materiali come
premio.
Io, trovandomi più buona di carattere e più bruttina, a detta sempre di mia
madre, che non ha perso mai occasione per disprezzarmi (mi chiamavano «brutto
anatroccolo»), ho sorbito sempre gli scherni sulla mia persona.
Dio m’aiuti a guarire questa grande ferita che sanguina da 47 anni. Se vuoi,
metti pure la discussione in sito. Mi farà piacere leggere i vari commenti.
Shalom, fratello, e grazie ancora. {Patrizia Miceli; 21 maggio 2010}
►
Mia madre non mi ha mai amata? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Liberazione interiore e pastorale esorcistica {Andrea Poggi - Nicola Martella} (A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Mai-amata_da-madre_EnB.htm
22-05-2010; Aggiornamento: 25-05-2010 |