Qui di seguito
discutiamo l’articolo «La
chiesa è una teocrazia?». A tale domanda abbiamo risposto
negativamente. Effettivamente c’è molta confusione sul termine teologico
«teocrazia», che ognuno definisce a proprio arbitrio. Alcuni lo applicano alla
chiesa in genere; altri a una specifica denominazione incline al potere
temporale e a pretese universali; altri ancora al cosiddetto «governo pastorale
nelle singole chiese, pretendendo da ciò un particolare potere dei conduttori
sulle comunità; e così via. E ci sono di coloro che parlano della loro fede come
«teocratica», senza sapere effettivamente che cosa significhi o confondendo la
teocrazia con un indistinto regno di Dio nei cuori.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema ▲
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1. {Pietro
Calenzo}
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Articolo veramente
encomiabile e molto pedagogico. Spiace, e moltissimo, che l’unica pseudo
teocrazia, almeno formalmente, di derivazione cristiana, da un punto di vista
costituzionale e giurisprudenziale, denominata stato della «Santa Sede»,
sia stanziata precisamente in Italia, precisamente a Roma e precisamente poco
distante dalla mia residenza. Più precisamente trattasi di monarchia assoluta,
una delle poche rimaste al mondo; ha una proprio diritto, il canonico, ha di
proprio una bandiera, un esercito, una banca centrale, diplomatici e
ambasciatori e tutti gli elementi costitutivi per essere denominato stato
nazione.
Una posizione anomala, ancora, riveste il capo della chiesa anglicana,
nata con la scissione dal romanesimo, il/la monarca del Regno Unito. In tal
caso, tale qualifica riveste un carattere meramente formale, un ibrido, poiché
il regnante, ha prerogative ecclesiali praticamente nulle.
Sulle altre teocrazie esistenti, di derivazione prettamente islamica
trovo pertinente stendere un velo di misericordia e di preghiera, così come, sul
Vaticano e le sue appendici.
Concordo pienamente, altresì, con la caratteristiche scritturali della
vera chiesa di Cristo Gesù, e le definizioni bibliche di coloro che sono
chiamati a pascere il gregge di Dio, sull’anzianato e sulla presidenza della
assemblee cristiane. Un carissimo abbraccio nel Signore e Messia Gesù e ancora
grazie per il tuo interessantissimo e scritturale articolo. Shalom, fr. Nicola,
Dio ti benedica. {27-11-2011}
2. {Antonio
Capasso}
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Contributo:
Nella chiesa è da rigettare sia la democrazia, sia la teocrazia; la chiesa è
teocentrica. Nicola Martella afferma: «Il clericalismo evangelico è una mala
bestia». Amen!
Nicola, tu dici: «Nelle importanti decisioni, che essi
[i conduttori] prenderanno, non devono certamente soltanto poter dire: “È
parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di… è parso bene allo Spirito Santo
e a noi di…” (At 15,25.28)». Ti chiedo: l’espressione apostolica «è parso
bene allo Spirito Santo e a noi di…» può oggi, dopo la scomparsa degli
apostoli, esserci una assemblea pastorale o comunitaria, che si esprime in
questi termini? {27-11-2011}
▬
Risposta
(Nicola Martella): A tale questione specifica ho risposto in un tema di
discussione a parte: «Decisioni
nelle chiese locali», a cui rimando.
3. {Gianni
Cascato}
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Contributo:
La teocrazia è così definita: «Forma di governo in cui il potere civile e
politico è sottomesso al potere religioso». {27-11-2011} [N.d.R.: Tale
citazione è visibile
qui]
▬
Risposta
(Nicola Martella): Certo ci sono varie definizioni di teocrazia, ad esempio le
seguenti: «1. Forma di governo in cui la sovranità è esercitata da una o più
persone, in genere sacerdoti, che si ritengono investite del potere direttamente
da Dio; 2. Dottrina politica che concepisce il potere civile come subordinato a
quello religioso» (Sabatini
Coletti). «Forma di governo in cui il potere civile e politico è sottomesso
al potere religioso, ossia all’autorità esercitata da una persona, una casta o
un’istituzione che si ritiene ne sia stata investita da Dio» (Sapere).
Queste, però, sono definizioni generali, che si adattano per lo più alle
situazioni oggigiorno contingenti. Esse, perciò, non coincidono con la
definizione teologica della teocrazia dell’AT! Per l’approfondimento, rimando
all’articolo «Teocrazia» presente in questa mia opera: Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma
2002), p. 350; si veda qui anche l’articolo «Organi dell’alleanza», pp. 248s.
La legge
mosaica
distingueva fra un potere politico e un potere religioso. Il punto di
congiunzione era che la legge religiosa era contemporaneamente anche la legge
dello Stato d’Israele, almeno sul piano teorico. In effetti, i sacerdoti
limitarono la loro influenza al tempio, mentre i monarchi regnavano in genere a
proprio arbitrio. Alcuni re si servivano dei Leviti come giudici (2 Cr
19,11). In genere era il potere politico, che assoggettava quello religioso;
spesso i sacerdoti, invece di insegnare la legge di Dio, stavano al gioco dei
potenti e si corrompevano come loro. Gli unici che rappresentavano un contrasto
erano i profeti legittimi dell’Eterno, mentre molti dei profeti erano
anch’essi collusi col potere e moralmente corrotti (Is 28,7ss; Gr 2,8.26; 4,9;
6,13; 8,10; 23,11; Lam 4,13; Mi 3,11; Sf 3,4).
Solo al
tempo dei Maccabei, i sacerdoti divennero anche monarchi, e ciò avvenne
contro le direttive della legge mosaica; le definizioni sopra riportate
descrivono bene questo tempo degli Asmonei, ma non la normale teocrazia
d’Israele.
Al tempo
del NT non esisteva un regno teocratico, poiché o regnavano gli Erodiani
(erano Edomiti, quindi non-giudei) o i procuratori romani. I romani insediavano
e destituivano i sommi sacerdoti a loro piacere.
Nel NT la
chiesa non è mai stata una teocrazia, né ha preteso di esserlo. I credenti
erano in attesa del Messia-Re, il quale solo avrebbe istaurato l’antico regno
d’Israele e, quindi, la teocrazia (At 1,6; 3,20). Il NT distingue chiaramente
fra il potere politico e le chiese. Ai credenti d’allora non era mai venuto in
testa di prendere il potere politico e di istaurare qui una teocrazia
cristianizzata. Lo scopo delle chiese del primo secolo era di portare l’Evangelo
a tutte le genti, non di regnare sulle nazioni del mondo.
4. {Eliseo
Paterniti}
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Purtroppo, devo ancora confermare quello, che
Nicola Martella ha scritto in merito. Quando ad alcuni si chiede cosa fosse
la teocrazia, neanche sanno rispondere; e aggiungo pure che nel rispondere
certi fanno un vero e proprio minestrone, che non si capisce che gusto
ha. Purtroppo mi sono imbattuto diverse volte con alcuni «ministri»
indottrinati, per cui non sono riuscito a capire cosa volessero dire. Molto
spesso questa «teocrazia» la riferiscono al governo pastorale, affermando
che loro come pastori dipendono solo da Dio e, a loro volta, impartiscono ordini
al resto della chiesa e degli anziani (se mai ci saranno) Mah! Sarà così?
Personalmente credo di no! {28-11-2011}
5. {Barbara
Farina}
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Contributo:
In Inghilterra, il capo della chiesa non è la Regina Elisabetta? {28-11-2011}
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Risposta (Nicola Martella): Formalmente la
regina d’Inghilterra è il capo della
chiesa anglicana. Praticamente non detiene nessun ruolo religioso. Né i
dignitari religiosi detengono ruoli politici. i precetti ecclesiali non sono
legge dello Stato. L’Inghilterra non è, quindi, uno stato teocratico. E questo
tanto più visto che sono permesse altre denominazioni cristiane e altre
religioni.
Il Vaticano è, invece, uno Stato teocratico a tutti gli effetti. Ad
esempio, a nessuno è permesso di aprire un culto differente sul suolo dello
Stato della Chiesa cattolica. Qui il Diritto Canonico è la legge di questa
monarchia assoluta, piccola territorialmente, ma molto influente in Italia e
all'estero.
6. {Salvatore
Gallo}
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Contributo:
Calvino e gli Anabattisti di Munster.... la pensavano diversamente. {03-12-2011}
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Risposta (Nicola Martella): Thomas Münzer
ha fallito miseramente a Münster con la sua teocrazia. Così hanno fallito i
Gesuiti, quando hanno voluto creare la loro teocrazia nel Sudamerica
(Paraguai). Chi vuole anticipare il Regno messianico, fallirà allo stesso modo.
Ecco alcune citazioni sul tema Gesuiti e la loro teocrazia sudamericana.
■ «Nonostante tutto però i missionari pensarono bene di costruire anche delle
barriere psicologiche, vietando ai loro indiani qualsiasi contatto con i
bianchi, l'apprendimento della lingua spagnola e istituendo un rigido controllo
sui loro confini. Per chi - bianco - osava penetrare nella nazione gesuita
senza il permesso ufficiale, era davvero forte il rischio di essere accolto con
le armi» (qui).
■ «Le
reducciones del Paraguay, tra il 1610 e il 1640 circa, di diffusero fino a
comprendere gli indios della provincia brasiliana di Tapes e andarono a
costituire quasi una repubblica indipendente (il cosiddetto “stato gesuita
del Paraguay”), suscitando l'ostilità delle locali autorità ecclesiastiche e
coloniali (tanto che Filippo IV di Spagna autorizzò gli indigeni a munirsi di
armi da fuoco)» (Wikipedia).
■ Sull’«impero gesuitico» rimando al seguente
articolo: Girolamo Imbruglia, «Un impero d’età moderna: la Compagnia di
Gesù», Cromohs 10 (2005), pp. 1-9 (Università di Napoli «L’Orientale»).
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12. {Vari e
brevi}
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Maurizio Marino: Bellissima
lezione teologica. {27-11-2011}
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Pietro Calenzo: Una pseudo
teocrazia, fantasiosa ed ereticale è presente nel romanesimo e in alcuni stati
islamici. La vera e scritturale teocrazia vi sarà con il secondo avvento di Gesù
Cristo e il suo regno su ogni popolo della terra. {03-12-2011}
■
Alessio Rando: La Chiesa non
è una «Teocrazia», perché non è uno «stato», ma un’assemblea!
{03-12-2011}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Chiesa_teocrazia_EdF.htm
03-12-2011; Aggiornamento: 23-12-2011 |