Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Generi & ruoli 1

 

Generi e ruoli

 

 

 

 

L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

   Ecco le parti principali:
■ Entriamo nel tema (la problematica)
■ I generi nella Bibbia
■ Il matrimonio nella Bibbia

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

   Ecco le parti principali:
■ La posizione della donna nella chiesa
■ Il ministero della donna nella chiesa
■ Aspetti conclusivi
■ La mia donna  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL SUO NOME È DONNA

 

 di Nicola Martella

 

Per me la «donna» è stata da sempre un essere misterioso e parimenti meraviglioso. Ella rimane per me tale, sebbene sul «pianeta donna» abbia scritto in diverse mie opere in relazione all’essere femminile in se stesso, al suo approccio verso la realtà e l’esistenza e al rapporto col «pianeta uomo». Una versione più breve di questo articolo è comparsa nel mensile «Oltre» (maggio 2007), p. 21.

 

Aspetti della problematica

     Qualche maliziosa femminista affermerà senz’altro che Dio, dopo aver fatto una prima prova con Adamo, creò la sua versione definitiva di «essere umano» con Eva. Altri indicheranno il tribolato e ambivalente cammino storico che vede le donne come decantate, venerate, esaltate, osannate, trasfigurate — oppure, al contrario, come abusate, soggiogate, svalutate, sfigurate. A tutt’oggi le donne sono le vittime ricorrenti dei soprusi sessuali e di «amori» morbosi. Certamente altri ricorderanno Dalila, Messalina e Mata Hari che, per raggiungere altri scopi, non si sono fatti scrupolo di usare le arti amatorie e seduttrici per carpire arcani segreti, per aggiogare alla propria volontà maschi brucianti di passione, per aggirare e abbindolare e dare infine il colpo mortale. Sono state evocate al riguardo figure come la femmina del ragno o della mantide religiosa, che fanno fuori il loro partner dopo la copula.

     A rovinare spesso l’immagine della donna hanno contribuite le stesse donne. Soubrette, veline, letterine, show girl, dive e quant’altre che per fare carriera (o abbreviarla) si sono date alle richieste di uomini potenti, dando l’impressione che tutto ha un prezzo… anche la dignità femminile. Non poche sono poi finite tragicamente. A ciò si aggiungano le donne che si spogliano per calendari e riviste per uomini. Prodotti, che nulla hanno a che fare col sesso, vengono resi appetibili mediante un messaggio che passa per il desiderio sessuale trasmesso da una donna procace. Donne che si vendono, donne usate per piazzare prodotti, donne che si prestano per vendere. A perderci è proprio la categoria delle «donne» che creano l’immaginario della «selvaggina» che è lì solo per essere cacciata.

 

L’essere sociale

     Per me la donna rimane un essere misterioso e meraviglioso. Chi ha avuto figli o è un buon osservatore sa che un «essere femminile» è intriso di charme e «femminilità» fin dalla nascita. È nata per essere intermediaria, pacificatrice, negoziatrice, curatrice, infermiera, maestra, educatrice, organizzatrice e tanto ancor di più… fin dalla tenera età. Lo sa l’uomo che si ammala ed è costretto a stare a letto per diversi giorni ed è in «balia» della moglie e di una o due figliolette! Il suo sviluppo verso la maturità fisica e psichica è più veloce rispetto ai maschietti. Controlla per prima le attività uro-intestinali. È nata col «chip» della loquacità, mentre il maschio risponde per sillabe e mugugni. In pochi anni il suo corpo si trasforma per prendere la ciclicità della natura che la determinerà fino alla menopausa. Essa ha, fin dalla tenera età, una vocazione materna, resterà «madre» indipendentemente dal fatto se mai metterà figli al mondo e cercherà di esprimere la sua «maternità» con tutti i figli di questo mondo. Non di rado, specialmente quando non c’è altra materia prima, tende a «mammizzare» anche il proprio marito; stranamente ciò è quanto fanno a volte anche le figlie nei confronti del padre.

 

Tutta natura

     Come già detto, dalla pubertà alla menopausa la donna diventa tutta «natura» e la sua vita diventa ciclica: come le quattro stagioni dell’anno ogni mese. Questa ciclicità è interrotta solo da una «stagione» particolare: la gravidanza.

     Per un neonato e per un piccolo bambino che, guardandosi in giro non trova lo sguardo della mamma o per di più si è fatto male, posto fra un uomo e una donna (conosciuti o meno), identifica in un «essere femminile» i tratti rassicuranti di una mamma, sebbene questo sia ancora adolescente, e si dirigerà verso la ragazza o la donna per trovare consolazione, aiuto e conforto.

     Una donna è stata concepita da Dio per tutti i tempi e tutte le circostanze, per permettere la sopravvivenza della prole in tempi di «vacche grasse» e di «vacche magre». Durante la gravidanza, il nascituro è nel luogo più protetto: nelle viscere materne (in ebraico «misericordia» significa proprio ciò). Qui è nutrito, «ammortizzato» contro eccessivi scuotimenti e preparato alla vita fuori. E questo non solo in tempi di pace e di abbondanza, ma anche di calamità e penuria.

     La mania delle donne occidentali per la «linea» e per le massacranti diete pur di potersi mettere il bichini in estate, è — se si eccettuano gli aspetti strettamente salutari — contro natura. La maggior parte dei tempi della storia si è trattato di periodi difficili alla sopravvivenza. Perciò la donna è stata concepita così che in tempi di «vacche grasse» aumenti e accumuli energie in forma di grasso (proprio quello che oggi è considerato «antiestetico») per poterle poi dispensare alla prole in tempi di «vacche magre». Oggigiorno i figli in occidente vengono allattati solo mesi; in altri tempi qui da noi e oggigiorno in altre parti del mondo i figli vengono allattati per anni. Solo le «riserve» delle mamme permettono ai figlioletti di sopravvivere.

 

Varie questioni aperte

     Sul «pianeta donna» ci sarebbe tanto da dire. Si potrebbe parlare ad esempio durante lo sviluppo da bambina a donna riguardo al rapporto verso se stessa, verso il mondo, verso gli altri, verso il padre e la madre, verso l’uomo che ama (sia che sia ricambiata o meno). Si potrebbe parlare del suo «essere ciclico», secondo i ritmi della natura. Misteriosa (e fascinosa) rimane la trasformazione durante la gravidanza.

     Le domande aperte sono tante. Perché una donna si colpevolizza anche quando sono gli altri i colpevoli? Perché molte donne fanno tanta fatica ad accettare quel che sono? Che cosa induce una donna a «vendersi»? Perché alcune donne tendono a proteggere i loro «carnefici»? (marito-padrone, amante-padrone, padre-padrone, ecc.). È vero che molte donne siano attratte (inconsapevolmente) dall’uomo che ha maggior successo nella vita? (soldi, fascino, autorità, ribalta, ecc.).

 

Aspetti patologici

     Tutti i talenti naturali che una donna ha, possono, snaturarsi, pervertirsi e acquisire aspetti patologici. Non pensiamo solo al fatto che alcune donne vendono se stesse o usano il loro corpo per raggiungere degli obiettivi di diversa natura. Ecco qui di seguito alcuni esempi. Una donna tende alla realizzazione dell’armonia intorno a sé e pur di averla a volte sacrificherebbe (consciamente o meno), oltre a se stessa, anche una parte della realtà delle cose e della verità (cfr. Gn 2,17 con 3,2 «e non lo toccate»). La loquacità, che serve per verbalizzare, mediare, consolare, insegnare, può diventare verbosità morbosa, ciarla insopportabile e pettegolezzo (cfr. 1 Cor 14,34 lalein «chiacchierare»). La cura per le persone affidatele o per il suo micro-mondo può assumere aspetti patologici. La «mammizzazione» può arrivare a creare una specie di «prigione dorata» che non permette ai figli di crescere e al marito di responsabilizzarsi. La mamma organizzatrice e vigilante può trasformarsi in un onnipresente «stato di polizia» che tiene tutti sotto controllo o al guinzaglio; poi si meraviglia quando avviene una «evasione» (spesso senza ritorno) dei membri della sua famiglia da quella che essi ritengono una «gabbia» seppure d’oro. L’amore per i figli può trasformarsi in complicità che fa tramare alle spalle del proprio marito (cfr. Rebecca e Giacobbe; Gn 25,28; 27,6ss.15ss.42ss). Donne che hanno costruito tutto e solo sui figli, senza altri interessi personali nella vita, sono in genere consumate dalla «sindrome del nido vuoto», ossia quando i figli se ne vanno di casa; allora non sanno più che fare nella vita e cadono in depressione. Penso a quella donna che ha scritto al figlio maschio: «Da quando te ne sei andato via, non vivo più». C’è un tipo di donne che vede specialmente nella nuora una concorrente contro cui combattere (consciamente o inconsciamente) per avere l’attenzione maggiore del figlio maschio; i drammi qui sono assicurati.

     Infine rimane per me un mistero perché una donna vuole avere un marito che la rispetti e la onori, ma un figlio maschio che sappia dominare la propria moglie. È strano che le più grandi concorrenti delle donne siano spesso altre donne.

 

Gli uomini che contano

     Alcune donne fanno di tutto per sentire una parola d’apprezzamento dagli uomini che contano nella loro vita. Un’adolescente si misura e si confronta dapprima specialmente col prototipo di maschio che conosce: il padre. Egli può renderla sicura o fragile, a seconda della sua reazione di padre, uomo e maschio. Alcune d’esse si portano come complesso e fragilità per tutta la vita il fatto di non aver mai sentito dal padre parole come: «Sei una ragazza in gamba (o capace)», «Sei molto carina», «Non sai quanto ti ammiro (ti voglio bene, apprezzo che…)» e così via. Anche da sposata la donna cerca sempre sicurezza e che il marito le ricordi cose che per lei contano (p.es. ti amo; ti voglio bene; sei carina con quel vestito; sei dimagrita (!); oh, hai pulito i vetri delle finestre?; questa cenetta è stata squisita…).

     Ammetto che da maschio sono spesso un «orso polare»: o non ci penso neppure oppure uso il contagocce, pensando: «Ma lo sa che…»; «Ma gliel’ho detto appena… giorni fa». Il «pianeta donna», sebbene lo si possa esplorare, rimane pur sempre un mistero. È un compito a vita.

 

Per l’approfondimento:

     ■ Nicola Martella, L’uomo e la donna nella Bibbia. Generi e ruoli 1 (Punto°A°Croce, Roma 1996).

     ■ Nicola Martella, La donna nel Nuovo Testamento. Generi e ruoli 2 (Punto°A°Croce, Roma 1996).

     ■ Nicola Martella, Sessualità e contesti. Sesso & Affini 1 (Punto°A°Croce, Roma 1998). Si veda particolarmente la sezione «Singolarità dei due sessi», pp. 316-368.

     ■ Nicola Martella, Tenerezza e fedeltà. Sesso & Affini 2 (Punto°A°Croce, Roma 1998).

     ■ Nicola Martella, Disturbi e abusi. Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998).

 

Interrogativi sul «pianeta donna»

Gravidanza e maternità fra gioie e dolori

Padri con figlie adolescenti

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Donna_nome_GeR.htm

26-05-2007; Aggiornamento: 20-05-2013

 

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