Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Uniti nella verità

 

Pentecostalismo

Vai ai contributi sul tema

Norme di fair-play

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A PENTECOSTE LO SPIRITO DISCESE SOLO

SUI DODICI APOSTOLI? PARLIAMONE 1

I fatti dalla risurrezione all'ascensione

 

 a cura di Nicola Martella

 

 Qui di seguito discutiamo l’articolo «A Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli». Poiché sono arrivati moltissimi contributi, ho dovuto suddividerli secondo tre fasi storiche distinte:

      ■ 1. I fatti dalla risurrezione all'ascensione.

      ■ 2. I fatti dall'ascensione a Pentecoste.

      ■ 3. I fatti da Pentecoste in poi.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere il relativo tema di discussione

 

Dalle nostre analisi risulta che a Pentecoste si sia trattata di un’esperienza unica e particolare per i soli dodici apostoli. Qui mettiamo a fuoco, quindi, dapprima i fatti dalla risurrezione all'ascensione. Ciò è diventato necessario a motivo delle osservazioni e obiezioni

     Ricordo comunque che vogliamo mettere a fuoco specialmente i fatti storici avvenuti a Pentecoste. Quindi, non ci interessano le questioni dottrinali e ideologiche.

     Per un approfondimento delle questioni legate a Luca 24 rimando al seguente approfondimento: ► La successione dei fatti in Luca 24.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Leonardo Bernardi

2. Antonio Capasso

3. Enzo D’Avanzo

4. Antonio Capasso

5. Pietro Calenzo

6. Antonio Capasso

7. Michele Granato

8. Antonio Capasso

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Leonardo Bernardi}

 

Contributo: Carissimo Fratello, Nicola Martella, tempo fa ti ho ringraziato per il lavoro che fai per il Signore, ma dopo questo studio e gli articoli connessi, anche se li ho letti con grande ansia, per la gioia, che mi ha dato scoprire la luce, che mi viene dai tuoi studi in merito, non posso fare a meno di ringraziare il Signore che ha posto te, un Suo Ministro, sulla mia strada, anche se non ci conosciamo personalmente.

     Il tuo articolo è per me come un lampo di luce, che chiarisce quanto da tempo (decenni) stavo elaborando, senza riuscire a inquadrare il problema, mancava sempre qualche punto. Il tuo articolo è quello, che mancava. Grazie a Dio e grazie a te per l’impegno, con cui lavori sulla Parola di Dio.

     Chiudo presto, perché per l’entusiasmo, ho voluto scriverti già questa sera. Un caro saluto in Cristo… {21-08-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Se penso a tutte le critiche, alle illazioni e alle ingiurie, che mi sono arrivate da parte di alcuni credenti pentecostal-carismatici, che non riporterò (ho depurato da tali intemperanze tutti i loro scritti), specialmente questo contributo è stato come la benefica rugiada e come un salutare pioggia d’estate. Grazie di cuore.

 

Osservazioni (Francesco Ragazzi): Ho sempre digerito male questo pensare, che è diventata dottrina in molti ambienti evangelici. Un «bravo» al fratello Nicola Martella. {21-08-2011}

 

 

2. {Antonio Capasso}

 

Contributo: Carissimo Nicola, la tesi che solo per i dodici era la promessa di Gesù di dare il dono del Padre, con relativa potenza dall’alto (Atti 1,5-8), e di conseguenza realizzata solo dai dodici, è del tutto infondata. Leggi con attenzione Luca 24,33-49 e scoprirai che la promessa fu fatta non solo ai dodici, ma a tutti i discepoli radunati, quindi era per tutti i discepoli e fu realizzata da tutti i discepoli. Buon discernimento. {21-08-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Anche in Luca 24, Gesù parlò solo con i suoi apostoli, a cui si riferisce con un «voi» e come «testimoni» (v. 48). Nei vv. 48s il pronome personale hymeis «voi» è particolarmente accentuato per due volte, visto che è usato esplicitamente, mentre il greco abitualmente non usa i pronomi personali (cfr. vv. 38.42s.45); ciò mostra che Gesù si riferiva specificamente ai suoi apostoli. Nel testo ci sono due scene: una generale in Gerusalemme (vv. 33ss) e una privata (vv. 44ss), che poi ebbe il suo epilogo presso Betania (vv. 50ss). Nei vv. 49ss è evidente il parallelo con At 1,2, in cui c’erano solo gli apostoli. Quando Gesù fu assunto al cielo presso Betania, c’erano solo loro.

     In effetti, Luca, per brevità, sintetizzò insieme scene, che negli altri Evangeli avvennero in momenti e luoghi differenti; a ciò si deve tale apparente contraddizione per noi, che siamo lontani dai fatti, i quali però allora i credenti conoscevano molto bene. Si pensi, ad esempio, alla scena della pesca e della colazione a base di pane e pesce, che, secondo il testimone oculare Giovanni (Luca scrive per così dire «di seconda mano»), avvenne presso il mar di Tiberiade, quindi in Galilea (Gv 21,1ss.12ss). Giovanni ribadì che «questa era già la terza volta che Gesù si faceva vedere ai suoi discepoli, dopo essere risuscitato dai morti» (v. 14). Tuttavia, Luca, avendo dato spazio ad altro (p.es. discepoli sulla via di Emmaus), menzionò solo alcune scene delle apparizioni di Gesù e le mise apparentemente insieme, in quella che ci appare come una grande sintesi.

     Che Gesù in Luca 24 si sia rivolto solo agli apostoli, è tanto vero che i due angeli si rivolsero solo agli apostoli, chiamandoli «uomini galilei» (At 1,11). Chi erano coloro, che furono riempiti, quindi, di Spirito il giorno di Pentecoste e parlavano in lingue conosciute ai Giudei della diaspora? Erano solo Galilei (At 2,7). È inverosimile che, se ci fossero stati lì 120 credenti maschi, sarebbero stati indicati tutti come «Galilei»! [► La successione dei fatti in Luca 24]

 

 

3. {Enzo D’Avanzo}

 

Contributo (Enzo D’Avanzo): Caro fratello Martella, io non volevo più intervenire, ma devo farlo perché sento di farlo, nella versione greca del NT ho trovato questo verso: καγω ουκ ηδειν αυτον αλλ ο πεμψας με βαπτιζειν εν υδατι εκεινος μοι ειπεν εφ ον αν ιδης το πνευμα καταβαινον και μενον επ αυτον ουτος εστιν ο βαπτιζων εν πνευματι αγιω (Giovanni 1,33). Ho messo il traduttore e dice pari pari quello, che dicono tutte le traduzione, la francese Luis, l’inglese King James, l’italiana Diodati, e tutte hanno la stessa traduzione letteraria. «Io non lo conoscevo, ma colui che mi mandò a battezzare con acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai scendere lo Spirito e fermarsi su di lui, è quello che battezza con lo Spirito Santo”». [N.d.R.: Poi segue lo stesso verso in inglese e francese; le ometto perché non aggiungono nulla.]

     Ora, se tutte le versioni, anche quella greca [recitano così], tu perché insisti a dire che non c’è mai stato un brano, che parla di «battesimo nello Spirito Santo»? Mi farebbe piacere se mi potessi dare una spiegazione. Grazie anticipate. Dio ci benedica. Shalom. {23-08-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Mi sorprende alquanto che Enzo D’Avanzo si cimenti col greco, date le sue già ridotte capacità di scrivere in italiano (ho sudato sette camicie per rendere comprensibili i suoi contributi). In ogni modo, tenga presente brevemente quanto segue.

     Non capisco perché egli debba citare lo stesso verso in diverse lingue, quando il greco basta. Comunque in tale verso, come in tutti gli altri simili del NT, è usata l’espressione verbale «immergere nello Spirito Santo» (βαπτιζειν εν πνευματι αγιω), e non la locuzione nominale «immersione nello Spirito Santo» (βαπτισμος εν πνευματι αγιω), che è diventato un «termine tecnico» dominante nella dottrina pentecostal-carismatica. Inoltre, ho mostrato nell’articolo che in Giovanni 1,33 e versi paralleli negli Evangeli il Battista si riferiva a un evento escatologico di purificazione e giudizio mediante Spirito e fuoco, all’inizio del regno messianico; di ciò il Signore Gesù ha dato una caparra a Pentecoste, consacrando i soli dodici apostoli a guide autorevoli della chiesa, per porre il fondamento alla sua opera in vista del suo ritorno. Anche i cristiani gentili, come tutti gli altri, sono stati «edificati sul fondamento degli apostoli e profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare» (Ef 2,20; c’è un solo articolo per «missionari e proclamatori», intendendo i Dodici).

 

 

4. {Antonio Capasso}

 

Contributo: «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente» (Matteo 28,19-20). Gesù disse queste cose solo a gli Undici? Allora vale solo per loro! Gesù quindi non è con noi credenti anche oggi! Solo gli apostoli potevano battezzare e ammaestrare i popoli! {22-08-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Per ogni brano esiste prima l’esegesi del testo nel suo contesto (storico, teologico, letterario, ecc.) e poi segue l’eventuale applicazione per noi oggi; queste sono cose, che non bisogna confondere.

     Per questo bisogna convenire che Gesù diede effettivamente il grande mandato missionario solo agli undici apostoli, visto che Giuda s’era suicidato e Mattia non era ancora stato eletto; questo fu il comando rivolto a loro, e i pronomi sono chiari. Una volta che il numero degli apostoli del Signore fu ristabilito con l’elezione di Mattia, tutti e dodici furono investiti dall’Alto per il particolare ministero apostolico e poterono svolgerlo; questa fu la pratica. Mattia fu messo al corrente di quanto non sapeva ancora, e l’associazione esecutiva agli undici nella pratica quotidiana delle chiesa e dell’opera del Signore fece il resto. Ad esempio, si parla dell’«insegnamento degli apostoli» (At 2,42) e, per poter insegnare qualcosa d’ufficiale, bisogna prima esserne tutti convinti allo stesso modo; lo stesso dicasi delle decisioni ufficiali (cfr. At 15). Poi, a spingerli nella missione ci pensò il Signore stesso, non di rado mediante la persecuzione.

 

‎▬ Replica (Antonio Capasso): Con questa logica quasi tutto quello che sta scritto nel NT riguarda solo gli apostoli. Alla istituzione della cena del Signore c’erano solo i dodici, quindi era solo per loro? «Come il Padre mi ha mandato così io mando voi. Detto questo soffio su di loro e disse ricevete lo Spirito. A chi perdonerete i peccati saranno perdonati, a chi li riterrete saranno ritenuti» (Gv 20,19-23). Questo mandato fu dato a tutti i credenti, in quanto in questa occasione erano presenti i dieci apostoli più i discepoli, secondo come afferma Luca 24,35-44, anche se gli apostoli in questo mandato occupano un ruolo di fondamento. Mi dispiace, Nicola, ma non mi hai convinto. Vero è, che per noi conta solo la Bibbia, ma il confronto con altri studiosi è importante per essere sicuri di quello che diciamo. Tutti i commentari che ho consultato (antichi e moderni), sia cartacei che sul web, affermano che alla Pentecoste erano presenti tutti i discepoli. Qualcuno ha detto che in dottrina tutto quello, che è nuovo, è falso. Dio ti benedica. {22-08-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Sto rispondendo a destra e a manca a differenti richieste, e sinceramente sono stanco, sebbene stia dando il mio massimo. Se poi Antonio Capasso travisa il mio pensiero, le cose sono gravi ed egli mostra ingratitudine. La prima regola di un confronto è riportare correttamente il pensiero altrui per quello che egli ha veramente espresso. La mia menzione degli apostoli, nel momento della istituzione della cena del Signore, aveva solo lo scopo di mostrare che Giusebbe Barsabba e Mattia non c’erano a tale evento, come in altri, in cui furono menzionati solo i Dodici. Tuttavia, ciò non fu un impedimento all’associazione di Mattia al gruppo degli apostoli. Non devi essere ingiusto, proiettando qui cose, che non c’entrano.

     In Giovanni 20,19-23 erano presenti solo apostoli; essi sono chiamati qui discepoli, ma erano solo apostoli, visto che Tommaso, «uno dei dodici» mancava (v. 24) e si parlò subito dopo degli «altri discepoli» (v. 25), intendendo i «suoi discepoli» (v. 26; cfr. v. 30). Quindi, questo cui suggerisce l’esegesi contestuale: tale mandato valeva solo per gli apostoli (presenti e assenti). Infatti, contrariamente a come succede oggigiorno, fu su di loro che Gesù soffiò storicamente e fisicamente lo Spirito Santo su di loro; sebbene ciò valesse anche per l’assente Tommaso, egli ebbe poi un’esperienza personale e particolare con il Risorto (vv. 24-28).

     Prendere qui nuovamente Luca 24,35-44 a testo di guida per interpretare Giovanni 20,19-23, è esegeticamente sbagliato per diversi motivi: ▪ 1. Giovanni era un testimone oculare, ma non Luca; ▪ 2. Abbiamo mostrato che Luca sintetizza apparentemente insieme varie scene, che secondo gli altri Evangeli accaddero in luoghi e momenti differenti; ▪ 3. Bisogna, quindi, differenziare in Luca diverse scene, alla luce degli Evangelisti che erano testimoni oculari (cfr. Gv 21,14 «già la terza volta»).

     Al resto delle asserzioni, che Antonio Capasso fa in calce, non vale la pena rispondere. Se dovessimo applicare il principio che «tutto quello, che è nuovo, è falso», allora la glossolalia, riscoperta come novità di massa all’inizio del 20° secolo, avrebbe pessime carte, come il fatto che essa è ritenuta un’esperienza per tutti i credenti e il segno immancabile della sedicente esperienza mistica denominata «battesimo nello Spirito» o «seconda esperienza», sebbene in 1 Corinzi 12,28 la «diversità delle lingue» è solo il fanalino di coda dei carismi e non sia per nulla connessa a un’esperienza iperestetica particolare.

 

 

5. {Pietro Calenzo}

 

Carissimo Nicola, hai ben detto nell’introduzione del tuo articolo, che il tema qui proposto conteneva qualche difficoltà. Per tal ragione, pur non essendo pentecostale o carismatico, come ben conosci, ho voluto analizzare, con calma, ogni tuo pensiero e compararlo con le Scritture, in merito al tuo documento sulla Persona dello Spirito Santo, che discese solo sui dodici apostoli a Pentecoste. Son persuaso anche che le tesi ipotetiche dei cari fratelli pentecostali Granato, Capasso, D’Avanzo o di altri siano state utili, per penetrare scritturalmente ed esegeticamente con maggiore rigore morfologico l’intero argomento. Essendo un ex pentecostale, comprendo alcune loro asserzioni forse più di altri (ma non le condivido).

     Tornando sul tema, in verità debbo asserire, anche che un paio delle loro convinzioni (così come in altre denominazioni evangeliche) erano le mie fino a pochi giorni addietro. Dopo lo studio e la attenta lettura del tuo articolo alla luce della Scrittura, debbo effettivamente constatare la specifica accuratezza e oculatezza del dettato biblico-esegetico-storico, da te espresso.

     Aggiungo una sola nota personale; mi sento di sottolineare che l’immersione o battesimo di fuoco, che il Battista paventava escatologicamente in riferimento ai sacerdoti giudaici e, più in generale, a tutto il popolo giudaico, è un grave avvertimento di giudizio divino, e che esso non è collegato in alcun modo a presunte benedizioni spirituali, come molti pento-carismatici asseriscono. Benedizioni in Gesù Messia. Shalom. {25-08-2011}

 

 

6. {Antonio Capasso}

 

Contributo 1: «Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: “Pace a voi”» (Luca 24,36). «Questo episodio avviene subito dopo il ritorno dei due da Emmaus. Gesù apparve mentre essi parlavano di queste cose. È piuttosto ovvio che questa sia la stessa apparizione descritta da Giovanni 20,19ss». (Leon Morris, «Il vangelo secondo Luca», p. 523) {26-08-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Adesso cominceremo a gareggiare a chi trova le citazioni più allettanti per la sua propria posizione! Se non si legge Luca 24 alla luce degli altri Evangeli, si creano solo pericolose contraddizioni nella Bibbia. Un confronto con Giovanni 20 (lui sì che era un testimone oculare) ci mostra che gli eventi di Luca 24 non avvennero lo stesso giorno né nello stesso luogo.

 

Contributo 2 (Antonio Capasso): Luca 24,34 «…e trovarono radunati gli undici». «Poiché Giovanni 20,24, alludendo a questo stesso colloquio, c’informa che Toma non era presente, come puossi spiegare l’affermazione di Luca, che gli undici erano presenti?... La spiegazione più plausibile è che Luca non intendeva già designare numericamente gl’individui presenti, ma gli Apostoli in corpo («gli undici», siccome prima erano stati chiamati «i dodici»), allo scopo di distinguerli dagli altri fratelli intervenuti essi pure in quella raunanza. Se Marco 16,14, come sembra probabile, allude allo stesso ritrovo, ha dovuto usare la parola undici nello stesso generico significato. Come Paolo chiama la compagnia degli apostoli i dodici (1 Cor 15,5), benché Giuda, il dodicesimo, fosse morto; così Luca chiama gli “undici”, quantunque Toma l’undicesimo fosse assente» [Robert G. Stuart, «L’evangelo secondo Luca» (ed. Claudiana), p. 291]. {26-08-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Sebbene la discussione di Robert G. Stuart intorno alla designazione degli apostoli è interessante, mi viene da dire: 10, 11 o 12, sempre apostoli erano, e solo loro! Giustamente egli afferma che Marco 16 «allude allo stesso ritrovo», ossia parla degli stessi episodi di Luca 24, sebbene ognuno narra i fatti a modo suo e con uno scopo differente. Si noti la precisa congruenza:

     ■ 1. Dapprima i due discepoli riferiscono della manifestazione ricevuta di Gesù (Mc 16,12s = Lc 24,13-35).

     ■ 2. Poi disgiunto da ciò, segue l’incontro con i soli undici apostoli del Signore (Mc 16,14ss = Lc 24,36-49).

     ■ 3. Infine c’è la scena dell’ascensione (Mc 16,19 = Lc 24,50-53).

     Ciò non lascia dubbi di sorta!

 

Contributo 3 (Antonio Capasso): Luca 24: «E alzatisi in quello stesso momento tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro». Era già notte ormai (v. 29), quando questi due discepoli di Emmaus tornano a Gerusalemme, e trovano gli undici e gli altri con loro. E Giovanni 20,19 dice: «La sera di quello stesso giorno... Gesù venne e si presentò in mezzo a loro». Luca afferma che i due di Emmaus «Raccontarono le cose avvenute per via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane. Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro» [N.d.R.: vv. 35s]. A meno che gli apostoli non li abbiano cacciati fuori a pedate, stavano tutti insieme. La cosa è certa e senza ombra di dubbio. {27-08-2011}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): ‎In ogni cosa c’è un prima e un poi. Dopo aversi fatto più di 22 chilometri a piedi, al ritorno con l’oscurità, tali due discepoli di Emmaus saranno stati alquanto stanchi e, secondo Marco, anche irritati, poiché non erano stati creduti.

     Faccio notare che Luca 24,36 è da tradurre così: «Poi [gr. dè], mentre essi parlavano di queste cose…»; il confronto con Marco 16,14 non lascia dubbi che si trattò di un momento successivo, in cui erano presenti solo gli undici apostoli. [► La successione dei fatti in Luca 24]

     Vedo che Antonio Capasso passa semplicemente sopra gli argomenti. Il confronto fra Marco 16 e Luca 24 mostra la chiara cornice storica e, quindi, il fatto che i due episodi erano disgiunti per il tempo e per le persone presenti. Ma Antonio Capasso, invece, di prendere sul serio tali chiare evidenze, ritorna a ingarbugliare i fatti.

     Questa si chiama «critica interna» alla Bibbia e, come tale, crea pesanti contraddizioni fra gli Evangeli e getta pesanti ombre sulla sacra Scrittura. I brani più oscuri bisogna leggerli alla luce di quelli più chiari. La nota finale di Marco ha una chiara cornice storica; è da lì che bisogna partire nel confronto con gli altri Evangeli.

     Ora, mi sarei tanto aspettato uno sforzo di onestà intellettuale a proposito del confronto fra Marco 16 egli stessi episodi in Luca 24. Anche il silenzio è, però, un rumoroso argomento!

 

Contributo 4 (Antonio Capasso): Partire da Marco 16,14 nel confronto con gli altri Evangeli? Da un brano che è una aggiunta posteriore al Vangelo di Marco? Strano modo di procedere. {27-08-2011}

 

Risposta 4 (Nicola Martella): Questo si che è strano! Quante volte Antonio Capasso ha citato tale nota presumibilmente postuma per trarne spunti dottrinali? Chiunque fosse stato l’autore d’essa, qui non c’interessa l’aspetto dottrinale, ma i dati storici. Tale autore (forse Marco, forse un suo discepolo) era più vicino di noi ai fatti successi e riportò qui quanto era insegnato a quel tempo, almeno da lui e nelle chiese a lui vicino. Tale nota influenzò poi tutti coloro, che la lessero; nessun teologo antico l’attaccò sotto il profilo dei dati storici contenuti. È singolare che proprio Antonio Capasso respinga tale nota e i dati storici, in essa contenuti!

 

Contributo 5 (Antonio Capasso): Quello che contesto è il voler interpretare gli eventi della resurrezione narrati da altri Evangeli, alla luce di questi versi di Marco, che sono un’aggiunta postuma all’Evangelo. Gli altri Evangeli, sono stati scritti da testimoni oculari o da persone molto vicini agli apostoli, come Luca; e quindi è Marco che deve essere letto alla luce di quanto narrato da altri evangelisti. «Quante volte Antonio Capasso ha citato tale nota presumibilmente postuma per trarne spunti dottrinali?». Certo! Lo si può fare! Quando però s’interpretano questi versi di Marco, partendo da altri dati scritturali certi e incontrovertibili sul piano canonico, e non viceversa come vuoi fare tu! {27-08-2011}

 

Risposta 4 (Nicola Martella): Vedo che questo è, certo, un raffinato alibi, che non regge. Uno dei brani fondamentali della dottrina pentecostal-carismatica non viene qui preso sul serio da un pentecostale: questo sì che è singolare. Né Luca né Marco erano testimoni oculari. All’improvviso, uno di quelli che difende a spada tratta Marco 9-20, lo definisce «un’aggiunta postuma»; molto singolare. E questo sebbene Marco 9-20 abbia uno schema chiaro e certo. Questo proprio non è serio. Una scintilla di onestà intellettuale me la sarei aspettata, ma nulla. Con tali premesse non vale proprio più la pena continuare a discutere su tali cose.

 

 

7. {Michele Granato}

 

Contributo: Sia Marco 16,14ss che Luca 24,33ss, in particolare il verso 36 e seguenti, non indicano nessuna presenza degli 11 apostoli disgiunta da altri discepoli. {29-08-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): «In seguito [hysteron], apparve agli stessi undici, mentre erano a tavola, e rimproverò la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l’avevano veduto risuscitato... Il Signor Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu assunto nel cielo, e sedette alla destra di Dio» (Mc 16,14.19). C’erano soltanto gli apostoli, senza altri!

 

Replica (Michele Granato): La frase riportata in Marco 16,14 così come è strutturata grammaticalmente in greco, come anche nella traduzione italiana, non implica assolutamente che tale apparizione del Signore fosse avvenuta unicamente ed esclusivamente per i soli undici apostoli. Infatti, grammaticalmente parlando, è del tutto normale affermare che Gesù apparve anche agli apostoli, ma questo modo di esprimersi, non implica nessuna apparizione ai soli undici apostoli. Se il testo avesse riportato «poi, apparve ai soli undici», allora si avrebbe ragione di pensare ciò, ma non è scritto in quel modo. In tutto il NT vi sono espressioni simili, in cui non si vuole assolutamente affermare una esclusione di altre persone presenti in una data situazione. {29-08-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Mi meraviglia che Michele Granato voglia comparire come esperto di greco e di grammatica e sintassi greche e italiane; questa è una novità. Tale brano, da me sopra riportato, è l’esatta traduzione dal greco e non lascia dubbi. Se lui veramente s’intendesse di greco, avrebbe capito che il testo di Marco 16,14 comincia con l’avverbio greco hysteron «in seguito, posteriormente». Quindi non si trattava dello stesso momento e occasione rispetto alla scena precedente; Luca indicò tale cambiamento di scena con la particella nel senso di «poi» (Lc 44,36). Per il resto rimando alla mia risposta data al prossimo contributo, in cui mostro il confronto schematico.

     Inoltre, gli «stessi undici» presenti furono rimproverati d’incredulità rispetto a «quelli che l’avevano visto risuscitato» e non erano più presenti.

     Ho preso oramai amaramente atto che con partigiani pentecostali e i tifosi carismatici è inutile discutere di verità esegetica: la negherebbero anche dinanzi alle chiare evidenze esegetiche. Quindi, inutile continuare.

 

 

8. {Antonio Capasso}

 

Contributo: Nicola Martella, ti stai facendo un castello immaginario. Io le tue asserzioni sulla cena del Signore non le avevo neanche lette. Era una considerazione: se diciamo che le cose dette agli apostoli riguardano solo gli apostoli, allora la cena del Signore riguarda solo gli apostoli. Poi, in riferimento alle altre asserzioni, il testo di Giovanni 20,21-23 smonta la tua tesi che il mandato era stato affidato solo agli apostoli, in quanto erano presenti anche altri discepoli e Luca ne dà una ampia prova. Posso essere d’accordo con te che in Luca 24,44 si parla di un altro contesto, ma i versi 33-42 sono lo stesso episodio di Giovanni 20,21-23. {22-08-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Stendo un velo pietoso sul «castello immaginario» e sulle altre cose, che per decenza ho omesso. Ciò è un’assenza di rispetto e di serietà.

     La menzione dell’ultima Pasqua del Signore (e dei fatti contingenti) aveva lo scopo di far capire che Giuseppe Barsabba e Mattia non erano presenti, sebbene lì fu istituita la cena del nuovo patto. Quindi, le parole di Pietro relative al prerequisito per essere presentati come candidati («uomini che sono stati in nostra compagnia tutto il tempo che il Signor Gesù è andato e venuto fra noi, a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno che egli, tolto da noi, è stato assunto in cielo»; At 1,21s) non si riferiva alla presenza in importanti passaggi della vita di Gesù, come appunto l’ultima pasqua o l’assunzione al cielo, ma l’essere stato genericamente «in nostra compagnia tutto il tempo» dall’inizio alla fine del ministero di Gesù in terra.

 

Per il resto Antonio Capasso ritorna sempre sulle stesse cose e mi costringe a ripetere le cose ovvie del testo; almeno ciò mi permette di approfondirle. Ecco dapprima il confronto fra Marco 16 e Luca 24, che hanno lo stesso schema. [► La successione dei fatti in Luca 24]

 

«Poi, dopo questo, apparve in altra forma a due di loro, che stavano camminando, recandosi ai campi. E questi, andati, [lo] annunziarono agli altri; ma neppure a quelli credettero» (Mc 16,12s)   «E [i due] levatisi in quella stessa ora, tornarono a Gerusalemme e trovarono adunati gli undici e quelli che erano con loro, i quali dicevano: “Il Signore è stato veramente resuscitato ed è apparso a Simone”. Ed essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane» (Lc 44,33s)
«In seguito [hysteron], apparve agli stessi undici, mentre erano a tavola, e rimproverò la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l’avevano veduto risuscitato» (Mc 16,14). Segue il mandato missionario (vv. 14ss). «Poi [dè], mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: Pace a voi!...» (Lc 44,36ss).
«Il Signor Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu assunto nel cielo, e sedette alla destra di Dio» (Mc 16,19). «“Ed ecco, per quanto mi riguarda, io mando la promessa del Padre mio sopra voi; ma, per quanto vi riguarda, voi rimanete in questa città, finché siate rivestiti dall’alto di potenza”. Poi li condusse fuori fino presso Betania… si dipartì da loro e fu portato su nel cielo» (Lc 44,49ss).

 

Luca e Giovanni non hanno lo stesso schema. Infatti, Giovanni è sempre diverso dai Sinottici; perciò parla dell’incontro, avvenuto presso il mar di Tiberiade come una «terza volta»; di ciò Marco e Luca non parlano. In Giovanni 20 troviamo i seguenti fatti:

     ■ Quella mattina Maria Maddalena andò ad annunziare ai discepoli (= apostoli) che aveva visto il Signore (v.18).

     ■ La sera stessa di quel primo giorno della settimana, Gesù si presentò in mezzo ai discepoli (= apostoli; vv. 19ss). Qui c’erano solo 10 degli apostoli; infatti viene poi menzionato l’assente: «Toma, detto Didimo, uno dei dodici» (v. 24), a cui sono contrapposti «gli altri discepoli» (v. 25), ossia gli altri apostoli. Nel v. 30 il termine «discepoli» intende tutti e dodici. Altri non c'erano con loro.

     Il parallelo con Marco 16,14ss e Luca 44,36ss è evidente. Qui c’erano solo i dodici apostoli.

     ■ L’episodio, in cui Gesù si fece veder di nuovo dai discepoli (= apostoli) presso il mar di Tiberiade, è unico (Gv 21,1) e non lascia dubbi sui partecipanti, che erano solo apostoli (v. 2). Giovanni specificò: «Questa era già la terza volta che Gesù si faceva vedere ai suoi discepoli, dopo essere risuscitato dai morti» (v. 14). Questo ci deve far capire che anche i fatti narrati da Marco e da Luca non possono essere pigiati tutti in una sola giornata e in una sola occasione. In ogni storia c’è un prima e un poi. Chi semplifica troppo, non capirà.

 

 

9. {}

 

 

10. {}

 

 

11. {}

 

 

12. {Autori vari}

 

Gaetano Nunnari: Caro Nicola Martella, ho letto attentamente il tuo articolo e l’analisi, che hai fatto. Grazie per questa importante esposizione, che condivido pienamente. {22-08-2011}

 

Salvatore Paone: Ho letto con molto interesse i vari commenti di Nicola Martella, Antonio Capasso e Michele Granato. Sono pienamente d’accordo con Nicola Martella per l’onestà, che mette negli argomenti, senza usare ideologie e tanti sofismi. {23-08-2011}

 

Fortuna Fico: Ogni denominazione rischia di far dire alla Bibbia ciò che vuole, e di fondare su tale interpretazione una propria dottrina, tipica magari di quella denominazione. Solo pochi fanno una giusta esegesi, analizzando testo, contesto e momento storico. Altri, invece, fermandosi a un unico verso, costruiscono su quello una vera e propria dottrina. Riguardo al «battesimo nello Spirito» sono convinta che il Signore ci ha liberati da ogni giogo e ogni gerarchia, non avrebbe mai voluto credenti di «serie A» e credenti di «serie B»; questa è una prerogativa umana! {23-08-2011}

 

Enzo D’Avanzo: Vorrei porre un quesito. Tra i dodici c’era anche Giuda. La domanda nasce spontanea: tra gli apostoli come fondamento è incluso anche Giuda? Grazie per le risposte. {23-08-2011}

Risposta (Nicola Martella): Mi meraviglia che egli abbia posto la questione di Giuda, il traditore e suicida, visto che essa fu risolta in Atti 1,16-26. Mattia prese il suo posto per volontà divina. Solo quando il numero dei Dodici fu ricostituito (v. 26), essi sperimentarono la particolare ed esclusiva investitura dall’Alto (2,1ss).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Pentecost_Spirit_12_UnV.htm

23-08-2011; Aggiornamento: 05-09-2011

 

Bild-Pac ▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce