LE DIVERSITÀ QUALE RISORSA:
L'unità e la diversità
caratterizzano la storia e la peculiarità delle Assemblee sia nel mondo sia in
Italia, dal loro sorgere fino ad oggi. Queste caratteristiche permettono alle
Assemblee di esistere efficacemente, senza perdere la loro natura, nelle diverse
situazioni politiche locali e nelle differenti condizioni poste dalla cultura e
dalla religione dominanti.
l Le diversità sono una risorsa,
quando non intaccano il nocciolo della dottrina biblica. Infatti, l'unità si può
preservare al meglio, quando ci si rende conto che ci sono questioni nelle quali
nessuno ha ragione e ognuno può, secondo coscienza, mantenere la propria
opinione, rispettando l'altrui. Infatti ci sono casi dove non c'e
una verità, sebbene ci siano comunque forti convinzioni. Questo è il
caso della legge sabbatica e di quella di purità (Rm 14). Anche Paolo e Barnaba
nutrivano forti e differenti convinzioni riguardo a Marco; in ciò nessuno aveva
probabilmente completamente ragione, e Dio, nella sua grazia, benedisse entrambi
i partiti, sebbene essi andarono ognuno per la loro strada.
●
Dobbiamo sforzarci di capire la completa rivelazione, ma non sempre
abbiamo la comprensione completa della rivelazione in questo o in quel punto.
Non tutto è «bianco e nero», ma esistono «zone grigie»; qui la nostra ignoranza
deve lasciare aperte alcune possibilità, specialmente per quelle cose che Dio ha
lasciato di proposito indistinte o oscure. Dobbiamo partire dall'assunto che le
verità centrali sono rivelate in modo chiaro e incontrovertibile e che esse sono
difese ad oltranza dalla Scrittura. Nelle altre cose si può avere libertà ed
essere diversi, pur mantenendo il vincolo della comunione e dell'unità.
Se le verità ci uniscono, perché sono chiare, le questioni che ci
differenziano non devono diventare terreno di scontro ad oltranza, ma ognuno
deve ascoltare l’altro, confrontandosi con pacatezza.
LE DIVERSITÀ E LE DIVISIONI:
Talvolta ci sono
situazioni di disunità fra i conduttori di una chiesa ed esse diventano un banco
di prova sia per la conduzione sia per la comunità.
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Le divisioni sono «utili» o anche solo un «male necessario», quando sono dirette
verso tutto ciò che la Scrittura dichiara in modo incontrovertibile come
peccato, impurità e abominio; c'è da aspettarsi che qui il Signore dica un
chiaro «separati / separatevi!». Negli altri casi le divisioni sono da
condannare, sia perché sorgono da questioni banali e da diversità di carattere,
sia perché creano ferite profonde nel corpo del Signore e un gran danno alla
testimonianza.
● Quando ci si divide, ci rimettono
sempre i «deboli», poiché vengono scandalizzati, sedotti e/o trascinati
nell'errore. Le vere vittime delle divisioni sono i giovani credenti, i
simpatizzanti, i figli degli anziani e i credenti instabili.
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I veri motivi di molte divisioni risiedono spesso nella rivalità della comunità
o dei collaboratori verso i conduttori che Dio ha preposto. Talvolta si cerca il
prestigio personale, perché mossi dall'orgoglio, dall'arrivismo e dalla voglia
di potere; per raggiungere tale obiettivo, talvolta si creano fazioni e partiti
e si adducono motivi dottrinali di facciata.
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Anche quando si è stati protagonisti di una divisione, è possibile ravvedersi e
rimediare al peccato commesso contro Dio e contro i fratelli (cfr. 1 Gv). La
riconciliazione non sempre richiede che le due parti si riuniscano di nuovo
nello stesso locale.
● Infine bisogna
rendersi conto che passeremo l’eternità con quei credenti che, sebbene non la
pensano come noi su alcune questioni, sono salvati al par di noi per grazia
mediante la fede. Dio non ha altro strumento per salvare né altro dono da
dare, se non la vita eterna. Qui possiamo avere tante differenze, ma con chi
passeremo l'eternità? Dovremmo tenere a mente la prospettiva del nostro destino
eterno, e dovremmo renderci conto che siamo parte di una «grande comitiva», con
la quale passeremo l’eternità. Questa «comitiva» è oggi caratterizzata
necessariamente da una forte unità nelle cose centrali e incontrovertibili ed è
altresì contraddistinta da una diffusa e articolata differenziazione nelle cose
periferiche, secondarie o pratiche. Il nostro futuro dovrebbe condizionare il
nostro atteggiamento qui, nell'oggi. (pp. 4s)
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