Su invito di Marco Soranno, ho risposto alla «sua» tesi, secondo
cui Dio ama solo gli eletti. [►
Dio ama solo gli eletti?] Ho mostrato la debolezza delle tesi e altresì la strumentalizzazione dei brani
usati, che sono stati decontestualizzati e addomesticati alle proprie
tesi.
In tale contesto ponevo anche la «questione morale»:
sono venuto a sapere di alcuni seguaci della cosiddetta dottrina della
«doppia predestinazione» — i quali su siti, forum e blog difendono strenuamente
tale dottrina iper-calvinista (per altro alcuni di loro mi hanno aggredito
pesantemente a mia insaputa) — che la loro vita morale non è proprio un esempio
da seguire e la loro condotta di santificazione non è certo brillante. Mi
sono chiesto se gli «eletti» abbiano una licenza speciale in campo morale!?
Poiché alcune reazioni non si sono fatte attendere,
diamo qui spazio per un confronto fraterno su questo tema alquanto spinoso.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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sottostante
1.
{Davide Crudo} ▲
Hai detto bene: è
una «sua» tesi! Essa non trova fondamento nella Parola di Dio, la quale afferma
l’esatto contrario, in quanto è Gesù stesso ad affermare di essere venuto per
coloro che hanno bisogno di trovare la giusta via, non solo per quelli che erano
già stati eletti e che si sono persi per la strada. L’errore più grande d’alcuni
credenti, è quello di fare di un’esperienza personale, d’un pensiero proprio o
d’una teoria, una dottrina: l’unica dottrina del cristiano deve essere
la Bibbia! Solo in questo modo, potremo vivere al meglio
come figli di Dio, praticando i suoi precetti attraverso la Parola: questa è
l’evangelizzazione più grande! {01-01-2008}
2.
{Sandro Bertone} ▲
Bellissimo
articolo, grazie Nicola. {02-10-2008}
3.
{Nicola Martella} ▲
Ho ricevuto da
Marco Soranno un testo aggiornato del suo articolo presente, a suo tempo, sul
suo blog. Una nuova versione delle sue tesi fu poi inclusa come punto
«3.1 Chi è amato da Dio?» nell’articolo «Agape: l’importanza dell’amore di Dio»
nello spazio messogli a disposizione da
Riforma; in seguito poi egli tolse il tutto anche da lì.
Analizzando tale versione aggiornata, noto che si tratta dello stesso articolo
presente sul suo blog, solo aggiornato in alcune parti ma pressoché uguale nelle
tesi, nel modo di ragionare e nella sostanza.
Perciò ho preferito mettere qui un link per i lettori. Il mio giudizio al
riguardo non cambia di molto, visto che l’approccio, il metodo e le conclusioni
sono uguali. Infatti, egli parte da una tesi dogmatica che cerca di «impolpare»
con versi biblici decontestualizzati; quindi non usa l’esegesi ma la
versettologia; non mostra la multipolarità del problema, ma semplifica il vasto
spettro delle asserzioni in merito alla tesi ideologica della cosiddetta «doppia
predestinazione» del calvinismo; per tali motivi le conclusioni sono scontate.
Prendo atto che nella nuova versione il mio interlocutore non ha tenuto per
nulla presenti le mie osservazioni e obiezioni! Quanto da me scritto non ha
cambiato pressoché nulla nelle tesi già presenti precedentemente sul suo blog. È
come se non avessi parlato, analizzato, ragionato, obiettato e così via. Allora
a che serve parlare se l’altro fa il sordo?
Invece di mandarmi tale doppione avrebbe dovuto rispondere nel merito alle mie
osservazioni e obiezioni, e cioè punto per punto. Questa sì che sarebbe stata
serietà intellettuale.
4.
{Marco Soranno} ▲
Ciò che ho scritto riguardo all’amore di Dio
verso gli eletti è oggetto d’una mia revisione, in quanto devo riformulare
alcune mie dichiarazioni: credo che l’amore di Dio trovi pienezza nei cuori di
coloro che accettano Cristo, i quali diventano partecipi dell’elezione in Cristo
Gesù e possono comprendere pienamente l’amore di Dio nei loro cuori per mezzo
dello Spirito Santo.
Riconosco che il mio
infelice modo d’esprimere la mia teoria su Giovanni 17 ha creato incomprensioni
teologiche.
Dio ha un piano per
ognuno di noi, e la Sua elezione dipende da ciò che Cristo ha realizzato al
posto nostro. {02-01-2008}
5.
{Aymon De Tigliettem} ▲
Caro Nicola, grazie
per gli articoli che ogni tanto mandi, sono interessanti; ma questa
considerazione sui Calvinisti non l’avevo ancora sentita. «Dio ama solo gli
eletti?». Penso proprio che nessuno lo possa dire con assoluta certezza.
Comunque un vero Calvinista non nega che è pieno di peccati come tutti gli
altri, infatti il suo grido è «solo per
grazia» dichiarando così tutti i suoi peccati ad alta voce (senza
nascondere gli scheletri del suo armadio) e glorificando Dio in assoluto per la
sua magnifica Grazia. Cosa che non posso dire di tanti Arminiani che ho letto e
sentito dire con le mie orecchiette che loro sono senza peccato e che non
peccano più (facendo così Dio bugiardo), cosa che non ho mai né letto né sentito
dire da veri Calvinisti
La verità della faccenda è che sia i Calvinisti come gli Arminiani sono salvati
solo per Grazia, hanno peccato e
peccano tuttora, sono solo peccatori graziati,
amen Gloria a Dio, per sempre e
sempre.
Comunque una considerazione inquietante: «Se Dio ama tutti indistintamente da
morire, perché appena muoiono li manda all’inferno?»; che tipo d’amore è quello?
La risposta la so già, grazie. Visto che Dio è anche Onnisciente, sa già da
prima che il mondo fosse (Ef 1,3-14) chi sarà salvato; perciò amare coloro che
gli sputeranno in faccia e andranno sicuramente all’inferno, sembra energia
sprecata inutilmente, visto che il risultato Dio lo sa già, e per favore non
andiamo in fantastica fantasia e scappiamo dalla ragione biblica. E rimando
anche a un’altra
riflessione sul mio sito.
Comunque non sono interessato in controversie, ci sono già stato troppe volte e
non serve a niente, ma continua pure a mandare articoli, che sono sempre
interessanti, grazie. {02-01-2008}
6.
{Nicola Martella} ▲
Sono contento di
aver risentito Aymon, dopo passati confronti. Constato però che pone domande e
se le risponde da sé, troncando in fine ogni dialogo per evitare «controversie».
Constato che, sebbene all’inizio del discorso Aymon affermi che nessuno possa
dire con assoluta certezza se Dio ami solo gli eletti o meno, alla fine non ha
dubbi che Dio, essendo preveggente, non può amare certo chi va all’inferno! È un
singolare modo di ragionare, no?
In mezzo troviamo la professione di peccato dei calvinisti sì e degli arminiani
no. Se penso che la maggior parte dei pentecostali è arminiana e pensa che la
salvezza si perda, sarà difficile trovare fra di loro chi possa mettere la mano
nel fuoco di non peccare più. Sì, «La Scrittura ha
rinchiuso ogni cosa sotto peccato,
affinché i beni promessi alla fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti»
(Gal 3,22; Rm 3,9).
La tesi che segue, più che essere «inquietante» è po’ singolare. Tale tesi
mal’espressa recita correttamente all’incirca così: Se Dio ama tutti
indistintamente da far morire suo Figlio per loro, perché appena i non-credenti
muoiono li manda all’inferno? Per prima cosa, gli increduli non vanno per ora
all’Inferno ma nell’Ades; infatti i primi inquilini dello stagno di fuoco
saranno la «bestia» (il dittatore escatologico) e il «falso profeta» (Ap 19,20).
[Per l’approfondimento si veda la sezione «Lo stato intermedio» in Nicola
Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale.
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 182-212.] Alla
domanda: «Perché, nonostante Dio ami tutti gli uomini e abbia dato suo Figlio a
morire per loro, appena i non-credenti muoiono li manda in perdizione?» — si può
rispondere semplicemente così: perché rifiutano con proponimento la grazia di
Dio e commettono così il «peccato imperdonabile»: l’incredulità! (cfr. Rm
11,20.23; Eb 3,18s).
Invece di ragionare così, Aymon preferisce una risposta filosofica, che si dà da
solo e che difficilmente troverà nella «ragione biblica», a cui s’appella. «Dio
ha tanto amato il mondo» (Gv 3,16): questa sarebbe «energia sprecata
inutilmente»?
La discrimina nella Bibbia non è posta nell’onniscienza di Dio, che conoscendo
in anticipo coloro che rifiuteranno la grazia e quindi periranno, evita di
amarli; mai si troverà una tale affermazione nella Scrittura. Essa è posta
invece
nella storia fra «chiunque
crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Gv 3,16) e «chiunque non
crede in Cristo» (Gv 3,36). Tale scelta umana non invalida l’amore di Dio verso
il mondo e l’umanità, né il suo desiderio e la sua missione di salvarli tutti: «Dio,
nostro Salvatore,… vuole che tutti
gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (1 Tm
2,3s). Nella Bibbia l’onniscienza di Dio non è mai usata come argomento per non
amare il mondo e l’umanità (Dt 33,3).
Gesù scelse Giuda, pur sapendo che l’avrebbe tradito (Gv 6,64; Gv 13,11). Scelse
anche Pietro, pur sapendo che l’avrebbe rinnegato tre volte (Mt 26,34s; Gv 13,38
è lesa maestà). Scelse altresì gli altri discepoli, pur sapendo che alcuni di
loro erano increduli (Gv 6,64) e che tutti l’avrebbe abbandonato (Mt 26,56 alto
tradimento), nonostante i loro propositi (Mt 26,35). Tra di loro c’erano anche i
due discepoli di Emmaus, che erano alquanto confusi (Lc 24,21). Eppure, anche
nell’ora estrema, «avendo amato i suoi, che erano nel mondo, li amò sino alla
fine» (Gv 13,1). Gesù amò anche quell’uomo ricco per le cose positive che
c’erano in lui, sebbene questi poi se ne andò via contristato (Mc 10,20ss).
Come si vede, l’onniscienza non è un argomento valido al riguardo perché faccia
ritenere a Dio il suo amore per il mondo e l’umanità «energia sprecata
inutilmente».
7.
{Anna Maria Cenamo} ▲
Mi
sembra di capire dal versetto biblico «Dio ha tanto amato il mondo, che ha
dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma
abbia vita eterna» (Giovanni 3,16), che Dio ha dimostrato con dei fatti
schiaccianti il suo amore verso tutti gli uomini. Con ciò nessun essere
umano ha più scuse circa l’interesse che Dio nutre nei confronti d’ogni singola
persona. Al contempo però, ognuno di noi è chiamato a prendere una decisione
libera circa il proprio futuro, e in questo sarà ritenuto responsabile per la
propria destinazione. Molte persone che muoiono senza aver fatto pace con Dio,
non sanno che il Creatore piange per loro, poiché dice nella sua Parola: «Io
non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua
via e viva» (Ezechiele 33,11). Quindi sul suo amore mi pare non ci siano
dubbi.
D’altra parte penso che il suo amore per i suoi figli è quello d’un padre,
mentre l’amore per coloro che ancora non Lo hanno conosciuto, sarà diverso,
forse dettato dalla compassione del Salvatore. Infatti, mi ricordo che il
Signore Gesù pianse a dirotto (!) sulla sorte di Gerusalemme o per la gente che
vagava sfinita e senza pastore. {02-01-2008}
8.
{Francesco Dragotto} ▲
Penso sia un
grossolano errore credere che Dio ami solo gli eletti! Gv 3,16 dice che Dio ama
tutto il mondo. Quanto al testo della preghiera sacerdotale di Gv 17, non è
buono fermarsi al v. 9, ma è giusto continuare e, una volta arrivati ai vv.
20-21, Gesù dice: «Ora non prego solo per questi , ma anche
per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola. Affinché
siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch’essi uno in
noi...».
Concludo dicendo che Dio ha predestinato tutta l’umanità alla salvezza, ed è per
questo che ha mandato il suo Figliolo Gesù per pagare il prezzo di riscatto per
tutti. Adesso ogni uomo che ode, deve solo ricevere o rifiutare la grazia. Se
riceve la grazia, riceve la vita eterna. A tal proposito lo Spirito del Signore
invita tutti dicendo: «Oggi, se udite la sua voce , non indurite I
vostri cuori...». {03-01-2008}
9.
{Angela Palmieri-Multari} ▲
Carissimo Nicola,
Vorrei esprimerti tutta la mia riconoscenza per avermi aperto un orizzonte nuovo
riguardo certi dubbi non sulla sovranità di Dio, ma sulla elezione e
responsabilità dell’uomo nei riguardi della scelta o meno d’accogliere il dono
della salvezza in Gesù.
Io credo che Marco nella sua tesi non intendeva affermare che «gli eletti
possono vivere nel peccato, trasgredendo i comandamenti divini», (come hai
asserito tu) nella certezza d’essere salvati, perché oggetto dell’amore
esclusivo di Dio. Penso invece che voleva porre in risalto la sovranità di Dio
nel dispensare la grazia a chi vuole, ossia a coloro che Lui ha scelto. Anch’io
ero di quest’avviso fino a qualche giorno fa. Hai fatto molto bene a ricordarci
il versetto chiave dell’Evangelo di Giovanni: «Dio ha tanto amato il mondo
che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché
chiunque
crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna» (3,16).
Quindi ogni uomo (convinto di peccato dallo Spirito Santo), che chiede perdono a
Dio e riconosce il Signore Gesù come Salvatore e Signore della propria vita,
riceve il dono della vita eterna ed entra a far parte della famiglia di Dio.
Colui che fa questa scelta non avrà più la legge di Dio al di fuori di sé, ma ce
l’avrà impressa nel proprio cuore, perché sarà nato dallo Spirito e il suo cuore
di pietra sarà trasformato in cuore di carne.
Perciò tutti indistintamente sono eletti, ma la responsabilità d’ogni uomo è nel
«libero arbitrio», ossia nell’accettare il dono o rifiutarlo. Dio sicuramente
ama tutte le creature viventi ma il credente più di chiunque altro ha
l’opportunità di sperimentare il suo perdono e di gioire del suo amore.
Sono comunque convinta che le tue considerazioni abbiano fatto riflettere non
solo me ma chissà quante altre persone che hanno letto il tuo commento alla tesi
di Marco. Un saluto affettuoso a te e famiglia. {05-01-2008}
10.
{Giuseppe Croce} ▲
Caro Nicola Martella, la tua risposta al caro
Marco Soranno
possiamo dire che è tecnicamente e
teologicamente perfetta e non fa una grinza. Dio ragiona con la sua mente
infinita e il suo amore è per tutti. Alcuni cercano di inscatolare Dio secondo
le proprie convenienze o i propri modi di pensare. Ma la Scrittura và
interpretata con la stessa Scrittura e la somma della Parola è verità. Dio ti
arricchisca sempre di più dei doni della Sua grazia e ti abbondi in sapienza e
conoscenza. {07-01-2008}
11.
{Salvatore Grasso} ▲
Cari fratelli in
Cristo Gesù, Dio non ama solo gli eletti, ma Dio ama tutti; in special modo, Dio
ama i peccatori. Vedete, Dio odia il peccato, ma ama il peccatore e io credo,
conoscendo l’amore di Dio che ha per noi, Dio ama molto di più un peccatore. Un
padre ha due figli, uno che è nel benessere e un secondo che è nella sofferenza.
Quindi questo padre, credo che si dia pena per il figlio che è nella sofferenza.
Ed ecco perché sono convinto che Dio ama il peccatore. Vi sono tanti sedicenti
evangelizzatori, che appartengono a determinati gruppi, che hanno la presunzione
di dire: solo noi ci salveremo! Ecco, noi dobbiamo pregare per loro, perché una
persona che ragiona cosi, potrebbe essere lontana anni luce da Dio. Grazie per
avermi dato la possibilità di esprimere il mio pensiero al riguardo.
{08-01-2008}
12.
{} ▲
Marco Soranno ha frequentato intanto
vari altri gruppi di diverso genere nel variegato spettro evangelico e
protestante, abbandonandoli dopo un certo periodo. |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Dio_ama_eletti_R56.htm
02-01-2008; Aggiornamento:
02-07-2010
|