1. UNA LETTERA PIENA DI EQUIVOCI: Ecco la lettera,
che mi è arrivata e che mi ha procurato non pochi turbamenti.
Da:
Comunità Cristiana «Potenza per Cristo»
Data: lunedì 18 febbraio 2013 12,46
Soggetto: Sosteniamo i candidati evangelici di «Cristiani per la
Nazione» alle elezioni del 24-25 febbraio! (Con preghiera di diffusione) A
TUTTI I RESPONSABILI DELLE
CHIESE E DELLE ORGANIZZAZIONI EVANGELICHE
— LORO SEDI —
Stimato Fratello / Stimata Sorella in Cristo,
Mi chiamo
Antonio Morlino e sono il Pastore
di una giovane chiesa evangelica lucana, la Comunità Cristiana «Potenza
per Cristo», appartenente alla «Missione Italiana per l’Evangelo»
(MIE),
nonché il responsabile per la Basilicata di «Cristiani per la Nazione»
(CxN),
un movimento evangelico nazionale e interdenominazionale d’impegno
socio-politico di cui allego il «Manifesto dei valori».
È con viva emozione che condivido con Lei la gioia dei tempi nuovi e
strategici che stiamo vivendo, viste le grandiose opportunità che il
Signore ci sta offrendo per l’avvento di una reale Riforma in Italia!
«Cristiani per la Nazione» è un movimento nato dal cuore di Dio, un
progetto d’impegno politico abbracciato da tutte le denominazioni e che
vede il suo principale promotore in un parlamentare evangelico uscente,
l’On.
Sandro Oliveri, appartenete a Grande Sud - Partito dei Siciliani
MPA.
Credendo nel progetto, anche noi della MIE vi abbiamo aderito, ed ecco
perché, come rappresentante per la Basilicata, ho accettato la
candidatura alla Camera dei Deputati nelle liste dello stesso partito
dell’On. Oliveri, che nella nostra regione prende il nome di «Grande
Sud Basilicata».
A dimostrazione di tutto questo, proprio qualche giorno fa abbiamo
tenuto un incontro a Policoro (MT) che ha visto la partecipazione del
nostro direttore, il past. Mosè Baldari, insieme con alcuni candidati di
Grande Sud Basilicata, tra cui io stesso (link).
Inoltre, sono candidati con Grande Sud anche altri fratelli di
«Cristiani per la Nazione» in diverse regioni, i quali appartengono ad
altre denominazioni; può trovare l’elenco e i nominativi
qui.
Pertanto, La invito a prendere visione dei documenti importantissimi che
allego alla presente, in modo da avere una chiara percezione di quello
che sto facendo io, personalmente, e di come il voto Suo e dei membri
della Sua comunità, alle imminenti elezioni del 24 e 25 febbraio, potrà
risultare prezioso per la causa del Regno di Dio in Italia:
1) una «Lettera d’Intenti» che ho sottoscritto il 30 gennaio
scorso con l’on.
Gianfranco Blasi, coordinatore di
«Grande Sud Basilicata» e candidato al Senato come capolista. La invito
a leggerla attentamente, perché riproduce le nostre istanze principali:
libertà religiosa; pari diritti e opportunità per noi evangelici
rispetto alle altre confessioni religiose; locali di culto e decreti
ministeriali; attenzione da parte dei media; laicità della scuola;
difesa della famiglia cristianamente intesa; salvaguardia della vita dal
concepimento alla morte naturale ecc.;
2) il documento intitolato Un pastore evangelico in politica:
perché?, in cui spiego approfonditamente le motivazioni
che mi hanno indotto a candidarmi e i contenuti della «Lettera
d’Intenti».
Quindi, se avrà intenzione di darci fiducia votandoci e facendoci votare
da qualunque regione italiana (anche dall’Estero), dovrà
semplicemente barrare il simbolo di «Grande Sud-MPA» per la Camera,
senza scrivere alcun nome (pena l’annullamento della scheda!).
Mentre, solo se Lei vota in Sicilia, l’unico candidato evangelico di
«Cristiani per la Nazione» che, in Italia, corre per il Senato è il
Presidente del nostro movimento, l’On.
Sandro Oliveri, e dovrà semplicemente barrare il simbolo «Partito
dei Siciliani - MPA».
Tutto questo perché siamo certi che Dio voglia attuare una Riforma senza
precedenti nella nostra Nazione, ma che tocchi a noi agire affinché ciò
avvenga… Noi ci crediamo!
Suo in Cristo Gesù,
Pastore
ANTONIO MORLINO […]
2. LA MIA RISPOSTA:
Non ho nulla in contrario a vedere cristiani
impegnati in politica, per essere lì luce e sale e per portare lì
una moralizzazione della politica. Di ciò ho già scritto sul mio sito.
Non entro neppure nel merito all’appartenenza politica, per cui si è
entrati nell’agone politico.
Il punto dolente è spedire una lettera di propaganda politica a
nome della «Comunità Cristiana
“Potenza per Cristo”», scrivere «a tutti i responsabili delle chiese e
delle organizzazioni evangeliche» e presentarsi ai credenti delle chiese
così: «Mi chiamo Antonio Morlino e sono il Pastore di una giovane
chiesa evangelica lucana…». Poi, dopo aver chiarito l’appartenenza
quanto a missione e movimento politico, si parla di «avvento di una
reale Riforma in Italia», termine che ricalca la Riforma
protestante, ma che qui è usato impropriamente per la politica. Mi sono
chiesto: Come fa un movimento con pochi decimali e che si è legato a un
polo politico, in cui ci sono stati mala politica, malaffare, scandali
morali e finanziari e condannati, a voler riformare l’Italia?
Si afferma che «“Cristiani per la Nazione” è un movimento nato
dal cuore di Dio, un progetto d’impegno politico». Come fare a
dimostrare ciò esegeticamente? Da quanto in qua nella Bibbia Dio mostra
di ispirare direttamente un «progetto d’impegno politico»? Quale partito
ha mai fondato Cristo? Vogliamo tornare alla «DC», alle sue correnti e
ai suoi scandali? Come si fa a dire che il «Grande Sud Basilicata»
e l’MPA sia proprio tale progetto divino? Direi di no, visto i
loro esponenti e le cose, che vengono loro attribuite.
Come fa la MIE, quindi una missione, ad aderire a un progetto
politico? Come fa il pastore Mosè Baldari a esporsi così? Paolo e la sua
squadra aveva mai pensato di fare una cosa del genere? Avevano essi
smesso di annunziare l’Evangelo della grazia per darsi all’«evangelo
sociale»? Si aspettavano essi l’avvento del «Regno di Dio» mediante
delibere parlamentari?
Ammesso e non concesso che il credente, che si propone e invita con
questa lettera i credenti a votarlo,
sia mai eletto e arrivi in parlamento, con i decimali, che porterà
al polo politico, con cui «Cristiani per la Nazione» si è imparentato
per mezzo del «Grande Sud», sarà veramente in grado di cambiare
qualcosa dello status quo, se le persone di tale polo politico di
riferimento torneranno a governare? Avremo mai modo di avere, come
scrive lui, «una chiara percezione di quello, che sto facendo io»?
Ho i miei dubbi, e mi sarei aspettato più umiltà, dicendo: «Farò del mio
meglio per non fare compromessi e per rimanere fedele alla sana
dottrina».
Trovo inopportuno, per non dire altro, che un conduttore, entrato in
politica, chieda il voto della comunità
della persona, a cui scrive. Solo la cattolica «DC» si era permesso
tanto. Trovo un’impudenza che si pretenda che il voto del destinatario e
della sua comunità «potrà risultare prezioso per la causa del
Regno di Dio in Italia». Quindi, non posso neppure condividere
le conclusioni: «Tutto questo perché siamo certi che Dio voglia attuare
una Riforma senza precedenti nella nostra Nazione, ma che tocchi
a noi agire affinché ciò avvenga… Noi ci crediamo!». Tale
commistione fra religione e politica, fra pulpito e tribuna elettorale,
snatura sia l’Evangelo, sia la politica. Usare categorie teologiche
e fideistiche per la politica è il modo migliore per scandalizzare le
anime
e allontanarle dall’Evangelo.
3. APPROFONDIMENTI BIBLICI: Ritengo che, nel
momento in cui un conduttore di chiesa si candida in una formazione
politica, cosa che ritengo legittima, se Dio l’ha chiamato a ciò, debba
subito dimettersi da ogni carica ecclesiale e da ogni ministero
ecclesiale. La commistione fra politica e fede nella stessa persona e
fra pulpito e tribuna elettorale non ha portato nessun bene né
all’Evangelo né alla politica. Ciò rovina solo la testimonianza.
Il termine greco
eritheìa, ricorrente nei seguenti brani, intende «propaganda
elettorale, partigianeria, partito preso». Prima del NT, Aristotele
intendeva con tale termine l’inseguimento egoistico dell’ufficio
politico con mezzi ingiusti. L’uomo di Dio non dev’essere uno di quelli
che «annunziano Cristo per partigianeria
[ex eritheìas]» (Fil 1,17). Il credente non deve fare «nulla
secondo partigianeria o vanagloria» (Fil 2,3). Essere
ex eritheìas è associato a «non
ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono alla ingiustizia» (Rm 2,8).
Quando la politica entra nelle sale di culto, allora con Paolo «temo
che vi siano tra di voi contese, animosità, ire, partigianeria
[eritheĩai], maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini» (2 Cor
12,20). Nelle opere della carne la partigianeria è in cattiva compagnia:
«inimicizie, discordia, animosità, ire,
partigianeria [eritheĩai], divisioni, dissensi, invidie» (Gal
5,20s). A coloro, che nutrono nel cuore «animosità
amara e partigianeria [eritheìa]», Giacomo consigliò: «Non
vi gloriate e non mentite contro la verità» (Gcm 3,14). Egli, dopo
aver parlato di una sapienza «terrena, psichica, diabolica» (v. 15),
aggiunse: «Infatti, dove c’è animosità e
partigianeria [eritheìa], c’è disordine e ogni cattiva azione» (v.
16).
Ritengo che sia difficile fare il conduttore di tutti e il politico di
una parte (partito). È difficile distinguere fra pulpito e tribuna; la
tentazione sarà di trasformare l’uno per l’altra, e viceversa. Si
cercherà di trascinare i credenti in una formazione politica specifica,
adducendo verosimili o falsi convincimenti dottrinali e demonizzando le
parti politiche avversarie. Allora non si sarà differenti dalla politica
religiosa, perpetuato da secoli dal romanesimo. Allora, a colpi di
versettologia indebita, alcuni torneranno a voler dimostrare che lo
«scudo crociato» (= Democrazia Cristiana) è il partito di Cristo; mentre
altri affermeranno che Gesù fu il «primo socialista» o, addirittura il
«primo comunista».
Perciò, il giorno in cui un credente impegnato in un qualche servizio
della chiesa entra in politica, deve necessariamente deporre ogni
incarico ecclesiale, per dedicarsi soltanto a essere sale e luce nella
cosa pubblica. Ciò significa che non deve usare in nessun modo i locali
della comunità per conferenze o tribune politiche. Chi agisce in altro
modo, snatura la chiesa locale e danneggia la testimonianza. Le gente
penserà che anche l’Evangelo è, in fondo in fondo, tutta una politica.
4. ASPETTI CONCLUSIVI: Abbiamo visto la
commistione fra carica ecclesiale e politica, fra pulpito e tribuna,
fra teologia del regno mediante l’Evangelo e presunta Riforma per via
politica, fra una missione evangelica e un partito politico. Per tali
motivi e altri ancora (associazione a un discusso movimento e a un polo
politico) io non voterò mai una simile lista, che usa il nome di
Cristo per fini elettorali, né posso raccomandarla ad altri. Non
condivido neppure tale modo di entrare in politica e di chiedere voti
per la propria parte politica, sfruttando la propria posizione di
conduttore. Allo stesso modo, trovo singolare, per non dire altro,
di scrivere da conduttore a credenti, conduttori e chiese, non per
comunicare contenuti di fede, ma per chiedere voti per la propria
parte politica.
Avrei tante altre cose da dire, ma mi fermo qua per non entrare in
animosità (gr. zẽlos).
Lascio ai lettori di valutare le cose.
►
Cristiani in politica? {Nicola Martella} (T)
►
Esiste una politica cristiana? {Nicola Martella} (T)
►
Per il bene dell’Italia: l’impegno evangelico per la nazione
{Comitato direttivo dell’AEI} (A)
►
Politica e cristiani
{Nicola Martella} (A)
►
Politica e cristiani? Parliamone 1
{Nicola Martella} (T)
►
Politica e cristiani? Parliamone 2
{Nicola Martella} (T) ► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Conduttori_politici_UnV.htm
18-02-2013; Aggiornamento: |