Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Uniti nella verità

 

Società

 

 

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONDUTTORI QUALI CANDIDATI POLITICI

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  UNA LETTERA PIENA DI EQUIVOCI: Ecco la lettera, che mi è arrivata e che mi ha procurato non pochi turbamenti.

 

Da: Comunità Cristiana «Potenza per Cristo»

Data: lunedì 18 febbraio 2013 12,46

Soggetto: Sosteniamo i candidati evangelici di «Cristiani per la Nazione» alle elezioni del 24-25 febbraio! (Con preghiera di diffusione)

 

A TUTTI I RESPONSABILI DELLE

CHIESE E DELLE ORGANIZZAZIONI EVANGELICHE

— LORO SEDI —

 

     Stimato Fratello / Stimata Sorella in Cristo,

     Mi chiamo Antonio Morlino e sono il Pastore di una giovane chiesa evangelica lucana, la Comunità Cristiana «Potenza per Cristo», appartenente alla «Missione Italiana per l’Evangelo» (MIE), nonché il responsabile per la Basilicata di «Cristiani per la Nazione» (CxN), un movimento evangelico nazionale e interdenominazionale d’impegno socio-politico di cui allego il «Manifesto dei valori».

     È con viva emozione che condivido con Lei la gioia dei tempi nuovi e strategici che stiamo vivendo, viste le grandiose opportunità che il Signore ci sta offrendo per l’avvento di una reale Riforma in Italia!

     «Cristiani per la Nazione» è un movimento nato dal cuore di Dio, un progetto d’impegno politico abbracciato da tutte le denominazioni e che vede il suo principale promotore in un parlamentare evangelico uscente, l’On. Sandro Oliveri, appartenete a Grande Sud - Partito dei Siciliani MPA.

     Credendo nel progetto, anche noi della MIE vi abbiamo aderito, ed ecco perché, come rappresentante per la Basilicata, ho accettato la candidatura alla Camera dei Deputati nelle liste dello stesso partito dell’On. Oliveri, che nella nostra regione prende il nome di «Grande Sud Basilicata».

     A dimostrazione di tutto questo, proprio qualche giorno fa abbiamo tenuto un incontro a Policoro (MT) che ha visto la partecipazione del nostro direttore, il past. Mosè Baldari, insieme con alcuni candidati di Grande Sud Basilicata, tra cui io stesso (link).

     Inoltre, sono candidati con Grande Sud anche altri fratelli di «Cristiani per la Nazione» in diverse regioni, i quali appartengono ad altre denominazioni; può trovare l’elenco e i nominativi qui.

     Pertanto, La invito a prendere visione dei documenti importantissimi che allego alla presente, in modo da avere una chiara percezione di quello che sto facendo io, personalmente, e di come il voto Suo e dei membri della Sua comunità, alle imminenti elezioni del 24 e 25 febbraio, potrà risultare prezioso per la causa del Regno di Dio in Italia:

     1) una «Lettera d’Intenti» che ho sottoscritto il 30 gennaio scorso con l’on. Gianfranco Blasi, coordinatore di «Grande Sud Basilicata» e candidato al Senato come capolista. La invito a leggerla attentamente, perché riproduce le nostre istanze principali: libertà religiosa; pari diritti e opportunità per noi evangelici rispetto alle altre confessioni religiose; locali di culto e decreti ministeriali; attenzione da parte dei media; laicità della scuola; difesa della famiglia cristianamente intesa; salvaguardia della vita dal concepimento alla morte naturale ecc.;

     2) il documento intitolato Un pastore evangelico in politica: perché?, in cui spiego approfonditamente le motivazioni che mi hanno indotto a candidarmi e i contenuti della «Lettera d’Intenti».

     Quindi, se avrà intenzione di darci fiducia votandoci e facendoci votare da qualunque regione italiana (anche dall’Estero), dovrà semplicemente barrare il simbolo di «Grande Sud-MPA» per la Camera, senza scrivere alcun nome (pena l’annullamento della scheda!).

     Mentre, solo se Lei vota in Sicilia, l’unico candidato evangelico di «Cristiani per la Nazione» che, in Italia, corre per il Senato è il Presidente del nostro movimento, l’On. Sandro Oliveri, e dovrà semplicemente barrare il simbolo «Partito dei Siciliani - MPA».

     Tutto questo perché siamo certi che Dio voglia attuare una Riforma senza precedenti nella nostra Nazione, ma che tocchi a noi agire affinché ciò avvenga… Noi ci crediamo!

     Suo in Cristo Gesù,

     Pastore ANTONIO MORLINO […]

 

 

2.  LA MIA RISPOSTA: Non ho nulla in contrario a vedere cristiani impegnati in politica, per essere lì luce e sale e per portare lì una moralizzazione della politica. Di ciò ho già scritto sul mio sito. Non entro neppure nel merito all’appartenenza politica, per cui si è entrati nell’agone politico.

     Il punto dolente è spedire una lettera di propaganda politica a nome della «Comunità Cristiana “Potenza per Cristo”», scrivere «a tutti i responsabili delle chiese e delle organizzazioni evangeliche» e presentarsi ai credenti delle chiese così: «Mi chiamo Antonio Morlino e sono il Pastore di una giovane chiesa evangelica lucana…». Poi, dopo aver chiarito l’appartenenza quanto a missione e movimento politico, si parla di «avvento di una reale Riforma in Italia», termine che ricalca la Riforma protestante, ma che qui è usato impropriamente per la politica. Mi sono chiesto: Come fa un movimento con pochi decimali e che si è legato a un polo politico, in cui ci sono stati mala politica, malaffare, scandali morali e finanziari e condannati, a voler riformare l’Italia?

     Si afferma che «“Cristiani per la Nazione” è un movimento nato dal cuore di Dio, un progetto d’impegno politico». Come fare a dimostrare ciò esegeticamente? Da quanto in qua nella Bibbia Dio mostra di ispirare direttamente un «progetto d’impegno politico»? Quale partito ha mai fondato Cristo? Vogliamo tornare alla «DC», alle sue correnti e ai suoi scandali? Come si fa a dire che il «Grande Sud Basilicata» e l’MPA sia proprio tale progetto divino? Direi di no, visto i loro esponenti e le cose, che vengono loro attribuite.

     Come fa la MIE, quindi una missione, ad aderire a un progetto politico? Come fa il pastore Mosè Baldari a esporsi così? Paolo e la sua squadra aveva mai pensato di fare una cosa del genere? Avevano essi smesso di annunziare l’Evangelo della grazia per darsi all’«evangelo sociale»? Si aspettavano essi l’avvento del «Regno di Dio» mediante delibere parlamentari?

     Ammesso e non concesso che il credente, che si propone e invita con questa lettera i credenti a votarlo, sia mai eletto e arrivi in parlamento, con i decimali, che porterà al polo politico, con cui «Cristiani per la Nazione» si è imparentato per mezzo del «Grande Sud», sarà veramente in grado di cambiare qualcosa dello status quo, se le persone di tale polo politico di riferimento torneranno a governare? Avremo mai modo di avere, come scrive lui, «una chiara percezione di quello, che sto facendo io»? Ho i miei dubbi, e mi sarei aspettato più umiltà, dicendo: «Farò del mio meglio per non fare compromessi e per rimanere fedele alla sana dottrina».

     Trovo inopportuno, per non dire altro, che un conduttore, entrato in politica, chieda il voto della comunità della persona, a cui scrive. Solo la cattolica «DC» si era permesso tanto. Trovo un’impudenza che si pretenda che il voto del destinatario e della sua comunità «potrà risultare prezioso per la causa del Regno di Dio in Italia». Quindi, non posso neppure condividere le conclusioni: «Tutto questo perché siamo certi che Dio voglia attuare una Riforma senza precedenti nella nostra Nazione, ma che tocchi a noi agire affinché ciò avvenga… Noi ci crediamo!». Tale commistione fra religione e politica, fra pulpito e tribuna elettorale, snatura sia l’Evangelo, sia la politica. Usare categorie teologiche e fideistiche per la politica è il modo migliore per scandalizzare le anime e allontanarle dall’Evangelo.

 

 

3.  APPROFONDIMENTI BIBLICI: Ritengo che, nel momento in cui un conduttore di chiesa si candida in una formazione politica, cosa che ritengo legittima, se Dio l’ha chiamato a ciò, debba subito dimettersi da ogni carica ecclesiale e da ogni ministero ecclesiale. La commistione fra politica e fede nella stessa persona e fra pulpito e tribuna elettorale non ha portato nessun bene né all’Evangelo né alla politica. Ciò rovina solo la testimonianza.

     Il termine greco eritheìa, ricorrente nei seguenti brani, intende «propaganda elettorale, partigianeria, partito preso». Prima del NT, Aristotele intendeva con tale termine l’inseguimento egoistico dell’ufficio politico con mezzi ingiusti. L’uomo di Dio non dev’essere uno di quelli che «annunziano Cristo per partigianeria [ex eritheìas]» (Fil 1,17). Il credente non deve fare «nulla secondo partigianeria o vanagloria» (Fil 2,3). Essere ex eritheìas è associato a «non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono alla ingiustizia» (Rm 2,8). Quando la politica entra nelle sale di culto, allora con Paolo «temo che vi siano tra di voi contese, animosità, ire, partigianeria [eritheĩai], maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini» (2 Cor 12,20). Nelle opere della carne la partigianeria è in cattiva compagnia: «inimicizie, discordia, animosità, ire, partigianeria [eritheĩai], divisioni, dissensi, invidie» (Gal 5,20s). A coloro, che nutrono nel cuore «animosità amara e partigianeria [eritheìa]», Giacomo consigliò: «Non vi gloriate e non mentite contro la verità» (Gcm 3,14). Egli, dopo aver parlato di una sapienza «terrena, psichica, diabolica» (v. 15), aggiunse: «Infatti, dove c’è animosità e partigianeria [eritheìa], c’è disordine e ogni cattiva azione» (v. 16).

     Ritengo che sia difficile fare il conduttore di tutti e il politico di una parte (partito). È difficile distinguere fra pulpito e tribuna; la tentazione sarà di trasformare l’uno per l’altra, e viceversa. Si cercherà di trascinare i credenti in una formazione politica specifica, adducendo verosimili o falsi convincimenti dottrinali e demonizzando le parti politiche avversarie. Allora non si sarà differenti dalla politica religiosa, perpetuato da secoli dal romanesimo. Allora, a colpi di versettologia indebita, alcuni torneranno a voler dimostrare che lo «scudo crociato» (= Democrazia Cristiana) è il partito di Cristo; mentre altri affermeranno che Gesù fu il «primo socialista» o, addirittura il «primo comunista».

     Perciò, il giorno in cui un credente impegnato in un qualche servizio della chiesa entra in politica, deve necessariamente deporre ogni incarico ecclesiale, per dedicarsi soltanto a essere sale e luce nella cosa pubblica. Ciò significa che non deve usare in nessun modo i locali della comunità per conferenze o tribune politiche. Chi agisce in altro modo, snatura la chiesa locale e danneggia la testimonianza. Le gente penserà che anche l’Evangelo è, in fondo in fondo, tutta una politica.

 

4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Abbiamo visto la commistione fra carica ecclesiale e politica, fra pulpito e tribuna, fra teologia del regno mediante l’Evangelo e presunta Riforma per via politica, fra una missione evangelica e un partito politico. Per tali motivi e altri ancora (associazione a un discusso movimento e a un polo politico) io non voterò mai una simile lista, che usa il nome di Cristo per fini elettorali, né posso raccomandarla ad altri. Non condivido neppure tale modo di entrare in politica e di chiedere voti per la propria parte politica, sfruttando la propria posizione di conduttore. Allo stesso modo, trovo singolare, per non dire altro, di scrivere da conduttore a credenti, conduttori e chiese, non per comunicare contenuti di fede, ma per chiedere voti per la propria parte politica.

     Avrei tante altre cose da dire, ma mi fermo qua per non entrare in animosità (gr. zẽlos). Lascio ai lettori di valutare le cose.

 

Cristiani in politica? {Nicola Martella} (T)

Esiste una politica cristiana? {Nicola Martella} (T)

Per il bene dell’Italia: l’impegno evangelico per la nazione {Comitato direttivo dell’AEI} (A)

Politica e cristiani {Nicola Martella} (A)

Politica e cristiani? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)

Politica e cristiani? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Conduttori_politici_UnV.htm

18-02-2013; Aggiornamento:

 

Bild-Pac ▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce