Poiché la discussione sulla
politica e cristiani ha molto interessato ai lettori, diamo loro occasione di continuare il confronto con
rispetto e pacatezza. Intanto si è aggiunto l'articolo «La
schizofrenia della politica» che fa anch'esso discutere.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Nicola Berretta}
▲
Mi sono trattenuto dal contribuire ulteriormente a questo dibattito, perché sono
convinto che ciascuno di noi (a partire da me) tende ad affrontare
quest’argomento rivestendo di contenuti biblici quelle che sono le sue
convinzioni politiche, maturate nella propria esperienza di vita individuale.
Per cui, pur nella convinzione che non esistano partiti politici integerrimi,
ciascuno darà comunque più peso a una o a un’altra questione, sulla base della
propria posizione politica. Mi ha però interessato l’intervento di
Tonino Mele, perché ha giustamente sollevato una questione
importante: dobbiamo guardare alla moralità delle singole persone oppure
dobbiamo giudicare i programmi? Per cui qualcuno può correttamente osservare
che, pur avendo alcuni politici una vita personale non consona alla Scrittura,
questi loro comportamenti individuali non rientrano nei programmi politici dello
schieramento politico entro cui militano. La domanda è pertinente ed è forse su
questa domanda che ci dobbiamo soffermare.
Faccio però notare che (e non mi riferisco a Tonino)
quest’obiezione viene però spesso sollevata da chi contesta un voto agli
schieramenti di sinistra (centro-sinistra o sinistra arcobaleno) sulla base
della presenza di candidati omosessuali o transessuali. È vero che il motivo
sembra essere quello della legislazione pro-DICO, ma la chiara impressione che
se ne trae è che queste posizioni siano una reazione alle persone, alla loro
moralità individuale e ostentata (vedi Luxuria), piuttosto che alla loro
politica. Sembra perciò che si pratichi un sistema del doppio peso e della
doppia misura. Quando s’accusa la sinistra, ci si riferisce alla moralità non
biblica di persone specifiche, quando poi si fa notare la moralità individuale
non integerrima d’esponenti dell’altro schieramento, si dice che dobbiamo
guardare ai programmi e non alle persone.
Vorrei pertanto suggerire che, se decidiamo di guardare
ai programmi politici e non alla moralità delle singole persone, cerchiamo di
farlo per tutti allo stesso modo.
A questo riguardo, parlando del PD (d’altronde la
lettera d’Andrea, da cui la discussione è partita, prendeva di mira proprio quel
partito), dobbiamo concentrarci sulla presenza d’individui dichiaratamente
omosessuali, oppure sui programmi ufficiali? Esiste nel programma del PD la
volontà d’introdurre una legislazione a tutela delle coppie di fatto omosessuali
ed eterosessuali? La
risposta è «NO», e alcuni di quel partito aggiungerebbero: «…purtroppo». Non
a caso, molti da sinistra (quella arcobaleno) accusano Veltroni d’essere un
«filo-clericale», perché da Sindaco di Roma si è opposto all’introduzione d’un
registro ufficiale comunale di coppie di fatto.
Dal mio punto di vista, è fondamentale guardare ai
programmi, ma è altrettanto importante guardare alle persone, perché saranno
delle persone in carne e ossa a decidere le leggi da introdurre nel nostro
Paese. Giudicando dunque anche le persone, non nascondo che avrei forti
dubbi sul voto se dovessi votare in una circoscrizione in cui il candidato del
partito a me idealmente più consono fosse una persona dichiaratamente contraria
ai principi della Scrittura, e molto probabilmente non la voterei.
Con quali criteri dovrei però giudicare la persona
candidata? Certamente la sua condotta di vita sarebbe un elemento importante,
ma, che dire dell’ipocrisia? Faccio notare che il nostro Signore Gesù ha
speso le sue parole più dure e sferzanti proprio per gli Scribi e i Farisei
ipocriti (Mt 23). È pur vero che disse: «Gli scribi e i Farisei seggono sulla
cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno, ma non
fate secondo le opere loro; perché dicono e non fanno» (Mt 23,2-3) — una
frase che sembrerebbe suffragare il «non guardate alle persone, ma guardate ai
programmi…» — tuttavia, pur affermando che ciò che i Farisei dicevano sulla
Legge di Mosè era giusto, Gesù non esitò a esortare il popolo a non riconoscere
la loro autorità individuale, affermando: «Lasciateli; sono ciechi, guide di
ciechi» (Mt 15,14). Gesù non disse al popolo: «Sì, può darsi che i Farisei
non siano coerenti con ciò che dicono, ma i loro programmi sono giusti, dunque
non minate la loro autorità». Se avesse detto questo, non lo avrebbero ucciso.
2.
{Argentino Quintavalle}
▲
Nota editoriale: Qui Argentino riprende il discorso presentato già
precedentemente e a cui io ho già
risposto.
La Bibbia
insegna che Dio ha spesso giudicato le nazioni a seconda del loro
atteggiamento verso Israele. Quindi è normale che mi preoccupa il
comportamento dell’Italia. Sarebbe meglio che non avesse rapporti con
Israele, che averne di sbagliati.
Io non ho mai fatto strumentalizzazioni. Non sono io a screditare
Rutelli, ci pensa da solo. Essendo sale della terra, solo un piccolo
granello naturalmente, la mia coscienza non può certo stimare un uomo
politico la cui carriera è stata caratterizzata dal servilismo. Ha fatto
il cocco di Pannella, poi di Craxi, si è riciclato nei Verdi, è andato
sempre a caccia di poltrone. Si è fatto strada a colpi d’opportunismi
vendendo aria fritta. Una notevole carriera, ma un politicante mediocre,
che è passato dalle campagne anticlericali al baciamano in Vaticano. Ora
ha occupato una pagina intera della «Repubblica» assicurando che farà il
servo del Vaticano, cioè il servo d’uno Stato che oltre che violare i
diritti umani costa ai cittadini italiani almeno 6 miliardi d’euro
l’anno. Basterebbe che l’Italia si scrollasse di dosso questa pianta
parassitaria per risolvere buona parte dei suoi problemi finanziari.
Il dato di Rutelli non era geografico, e lo si capisce dal resto del suo
articolo. È vero che proviene da una famiglia dell’alta borghesia la cui
cultura è superiore alla media, ma lui non ha seguito le orme dei padri.
Si è iscritto al Liceo dei Gesuiti, ma era troppo difficile per lui, e
quando ha visto che rischiava di diventarci vecchio è andato a prendere
il diploma al Liceo di Stato. Ci vuole un notevole atto di fede a
credere nella sua cultura. Del resto, il sindaco uscente di Roma [Veltroni]
non è che stia meglio. Lui il diploma l’ha preso in un Istituto
Cinematografico. Questa è gente che quando prende un bilancio in mano ha
bisogno che qualcuno, con l’indice, gli indichi dove stanno i costi e
dove i ricavi.
Ci sarà pure qualche politico onesto che cerca il bene
dell’Italia, ma una rondine non fa primavera. Io non ho mai fatto
politica, ma sono stato molto in contatto con chi ha fatto politica
attivamente, e mi posso permettere di parlarne senza ingenuità.
I tempi degli apostoli erano altri tempi, loro non potevano scegliere.
Oggi siamo in
democrazia, ci è concesso d’andare a votare. Il voto esprime una
scelta, e la scelta la facciamo in base alla nostra valutazione
(giudizio) dei politici e dei loro programmi. Per quanto riguarda
l’essere sottomessi e il dare onore, è un discorso che
meriterebbe d’essere studiato più a fondo. Per il momento posso dire che
Giovanni Battista non dava certamente onore al suo re, anzi è stato
ucciso proprio perché non gli ha dato onore. Geremia ha avuto il suo bel
da fare con le autorità dei suoi tempi, come del resto tanti altri
uomini di Dio che sono morti per mano di quelle autorità a cui non si
sono voluti sottomettere. Ma possiamo dire qualcosa anche di Gesù. Ha
criticato Erode chiamandolo «volpe», che a quei tempi era un titolo
dispregiativo. Ha criticato anche le autorità del tempio quando ha
scacciato i mercanti che vi vendevano, ed è stato critico anche con i
Romani. Luca 22,25 è diretto essenzialmente contro i Romani: «Ma egli
disse loro: I delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno autorità su d’esse, son chiamati
benefattori». Gesù si è opposto a qualsiasi genere di signoria sopra
gli uomini così come era costume tra i Gentili, «ma tra voi non ha da
esser così» (Luca 22,26). Per esprimere la sua opposizione a
qualsiasi tipo d’imperialismo nazionalista, Gesù ha fatto allusione a
Gen 25,23: «il maggiore (rav
qui nel significato di «anziano») servirà il minore». Questo era
detto in riferimento a Esaù (il maggiore) che avrebbe servito Giacobbe
(il minore) ed era visto come una profezia del tramonto della potenza
dell’anziano Esaù sotto l’ascesa della potenza del giovane Giacobbe. Ai
tempi di Gesù, Esaù era preso come simbolo di Roma.
Per chi non lo sapesse tutte le leggi sono approvate dal
Parlamento e firmate dal Presidente della Repubblica, ma è il Governo in
carica che le promuove. Comunque, per essere precisi, la vergognosa
«Legge del 07/01/2008 n.14» è stata voluta dal Ministro degli Esteri [Dalema],
quello che ci propone sempre il solito mantra delle reazioni
sproporzionate d’Israele, senza mai dirci esattamente quali misure
sarebbe disposto a considerare legittime e proporzionate. Proprio quel
Ministro che qualche anno fa chiese un miliardo di risarcimento di danni
a Forattini, la cui colpa era quella d’avergli fatto una vignetta
satirica. Ma si sa, le reazioni sproporzionate sono sempre quelle degli
altri.
No fratello, questo non è banalizzare ciò che fa il Parlamento; è
stare con gli occhi aperti. Quanto poi al non entrare nel merito d’una
decisione dello Stato, mi viene da piangere. Non saresti entrato nel
merito neanche delle leggi razziali promulgate sessanta anni fa? Non ti
voglio giudicare, ma grazie a Dio c’è ancora un po’ di libertà e io nel
merito ci voglio entrare.
Dopo l’ultimo attentato alla scuola rabbinica di Gerusalemme, i
Palestinesi hanno festeggiato con i pantaloni tirati giù e facendo
vedere il didietro, in segno di disprezzo e di felicità per aver ucciso
un pugno di ragazzini ebrei. Nessuno mi venga a raccontare che i
terroristi sono una sparutissima minoranza e gli altri sono tutti brave
persone. Nessuno mi venga a dire che sono mossi dalla disperazione, e
dopo aver guardato le loro facce assatanate e i loro corpi ben pasciuti,
venitemi ancora a raccontare la storiella della catastrofe umanitaria in
atto a causa del feroce embargo messo in atto dall’infame occupante
sionista. Sono assetati di sangue giudeo. Solo chi è mosso da Satana può
andare consapevolmente incontro alla morte facendosi esplodere. Non
tutti saranno terroristi, ma l’obiettivo è quello di distruggere la
nazione che Dio ha scelto, e dunque stanno combattendo contro Dio.
Troveranno la pace solo quando riconosceranno il Dio d’Israele, cioè il
Dio di quel popolo che oggi vogliono distruggere.
Trovi riduttivo affrontare la politica italiana solo da un certo
punto di vista? Bene, vogliamo parlare della sanità? Vuoi che ti
racconti di come l’altro giorno una donna, a Civitanova, è morta due
minuti dopo che era uscita dal Pronto Soccorso dell’Ospedale? Vogliamo
parlare delle Scuole e del fatto che fra qualche anno l’Italia dovrà
importare dall’estero gli insegnanti di materie scientifiche, perché
nessuno si laurea più in matematica, fisica e chimica? Vogliamo parlare
della giustizia? Oppure della miserabile situazione lavorativa? Oppure
del fatto che siamo il fanalino di coda dell’Europa, dato che anche
Grecia e Portogallo ci hanno superato?
Non entri in merito neanche alle pensioni? È vero c’è chi ha
detto che il sale della terra non si deve preoccupare di queste cose, ma
deve pensare solo alla fine del mondo. Comunque per cambiare una legge
ci vogliono 500.000 mila firme autenticate. Vogliamo farlo insieme
invece di chiacchierare? Vogliamo adoperarci per fare una raccolta di
firme per abrogare il Concordato?
Si, ho avuto una rivelazione; ma non è una rivelazione estatica, è
dovuta allo studio della Parola di Dio. Dio mi ha rivelato che la
riconciliazione è legata al pentimento e alla confessione di peccato. A
te questo Dio non l’ha rivelato? L’Italia non si è pentita di nulla, e
senza andare troppo lontano, non si è pentita neanche delle leggi
razziali del 1938/39. Sono cadute nel dimenticatoio bipartisan.
Anzi, l’unico che ha chiesto scusa è stato Gianfranco Fini, ma l’ha
fatto a nome del suo partito e non a nome dell’Italia.
I
marchigiani che hanno fatto del male a Israele ubbidivano ai Cesari
di Roma, quindi non è dei marchigiani che devi temere.
Non capisci cosa ha a che fare tutto ciò col tema «Politica e
cristiani»? Te lo spiego volentieri. 1) Le decisioni che prenderanno
i nostri politici sia in politica interna che in politica estera,
avranno delle influenze anche sulle nostre vite. 2) Il destino
dell’intero pianeta, e quindi anche dell’Italia, dipende da quello che
succederà in «Palestina».
Lascia perdere i rabbini d’Italia, hanno altri problemi a cui
pensare, sono perseguitati. Viaggiano sotto scorta, noi ancora no. Il
livello d’attenzione della polizia è aumentato. Le volanti che
stazionano davanti alle sinagoghe ci stanno con il motore dell’auto
acceso. Comunque, a titolo d’informazione, nel 1907 Roma ha avuto un
sindaco ebreo, Ernesto Nathan, che parlava sì e no l’italiano ma che si
è opposto alle speculazioni edilizie degli uomini di fiducia del
Vaticano.
Scusa se ho appiattito il discorso ma, scomodando Abraham Heschel, porsi
una domanda è diverso che affrontare un problema. La domanda esige una
risposta, il problema vuole una soluzione. Se continui a parlare così
qualcuno prima o poi ti chiederà a chi darai il tuo voto.
3.
{Nicola Martella}
▲
Argentino
aggiunge poco a quanto ha detto precedentemente, ma radicalizza solo
maggiormente le sue tesi. Ci siamo abituati al fatto che egli vede tutto
in funzione del
conflitto israelo-palestinese e che divide l’umanità in buoni e
cattivi (amici d’Israele o antisemiti), a seconda se protendono
leggermente più verso Israele o più verso i Palestinesi; chiaramente
appartengono alla seconda categoria anche quelli che pretendono d'essere
imparziali ed equidistanti. In funzione di ciò, chiaramente anche la
politica italiana. Devo ripetere il mio famoso motto: «Chi ha un
martello in mano, vede tutto come chiodi».
Accetto Argentino per quello che è: il giudaismo è diventato lo
scopo della sua esistenza e il perno della sua realtà, anche quando
parla di politica italiana, di politici e dell’atteggiamento dei
cristiani verso la politica. Così succede per qualunque altro problema
dell’esistenza… egli finirà a vedere ciò in funzione del giudaismo.
Sebbene non nuova, qui è molto marcata specialmente la sua vocazione
anarchica, anticlericale militante e (quasi) sovversiva. Quindi un
nuovo Mazzini o, per dirla alla giudaica ellenista, un nuovo zelota.
Potremmo chiamarlo Argentino Zelota o all’ebraica Kësëf Qannô’. Forse
sarebbe volentieri un nuovo kamikaze alla Sansone nella famosa scena,
dove Šimšôn recita: «Che io muoia insieme con i Pelištîm»
(Filistei; Gdc 16,30), solo che lui ci metterebbe qui i «Palestinesi»,
oltre che Rutelli, Dalema e forse Veltroni.
Non so dove metterebbe
Giuseppe Ciarrapico (nostalgico del fascismo) e
Fiamma Nirenstein (sionista e antifascista) e quanti stanno
con loro nella stessa coalizione, compresa Souad Sbai, che è musulmana e membro della Consulta islamica.
Beh, su
politica e cristiani oggi proprio non abbiamo parlato o aggiunto un
granché di costruttivo. Certo, con Argentino non c’era da aspettarsi
altro, vista la sua vocazione monotematica. Non abbiamo parlato di
deontologia dei cristiani che voteranno o di quelli che scenderanno in
politica né dei grandi temi di etica politica.
Una nota
vorrei ancora lasciarla. Di là da tutti i problemi dell’Italia, sono
contento di non vivere nel Burundi e sono grato a Dio per la pace che
abbiamo avuto nel nostro Paese da oltre mezzo secolo. Sono grato al
Signore per la libertà che godiamo e che possiamo confrontarci con
franchezza, incontrarci senza paura che verremo perseguitati per le
nostre opinioni.
4.
{Luciano Leoni}
▲
Amo la brevità anche se comprendo che non sempre si riesce a esprimere
le proprie idee con poche parole, comunque ci provo.
Sembra chiaro da quanto letto fino a ora circa i cristiani e la politica
che si sia riusciti a dare un buon esempio di «eisegesi». Alla fine si
sono chiaramente mostrati due schieramenti: chi propende per il
PD e chi per il PDL.
Ognuno di loro, chi più chi meno, tira la «giacchetta» alla Parola di
Dio al fine di giustificare la sua scelta. Ho letto l’intervento del
fratello Andrea Diprose che pubblicizza il «Patto Cristiano Esteso»,
ho potuto notare la stima che egli ha nei confronti del fratello Stefano
Bogliolo e sono certo che sia degno di stima. Tuttavia non ritengo
affatto opportuno che un ministro dell’Evangelo, ovvero chi
riveste la responsabilità della guida d’una comunità, s’appresti a
entrare in politica (almeno fino a che riveste quel ruolo). I motivi
sono noti a chiunque si diletti a cercare nella Parola di Dio una
risposta efficace. Sulla sponda opposta, solo per citare l’ultimo
intervento in ordine di pubblicazione, leggo il contributo di Nicola
Beretta che cerca di forzare la mano su persone e programmi e facendo
chiaramente intendere che la persona, comunque, rappresenta anche
il
programma. Anche in questo caso non mi trovo d’accordo e la
citazione Evangelica è chiaramente fuori contesto tanto che per fare un
semplice esercizio di retorica potrei citare Matto 23,3: «Osservate
dunque e fate tutte le cose che vi dicono d’osservare; ma non fate come
essi fanno, poiché dicono ma non fanno».
Certo come sono del fatto che nessun uomo possa portare verità assolute
e che nessuna ideologia o filosofia, come già detto, possa sostituirsi
all’Evangelo del Signore io, come cristiano ovvero seguace di Cristo,
sono chiamato a fare un’analisi profonda e scegliere il bene maggiore
(non il male minore). Sono certo che con questo concorderanno in molti.
L’unica cosa su cui non troveremo concordia, ne sono altrettanto certo,
è quale sia questo bene maggiore. Dal canto mio, senza astrattismi,
leggerò con attenzione i
programmi e valuterò attentamente le persone, escluderò coloro che
portano valori di morte (leggi aborto, droga libera, ecc.), escluderò
coloro che negano Dio e lo racchiudono in un’ipotesi di «oppio dei
popoli» o «panacea dei deboli», accoglierò chi, magari sbagliando, si
rende conto che la famiglia (uomo/donna) ha un valore, che il feto è una
persona, che la libertà degli altri vada rispettata. Gli altri facciano
come la loro coscienza consiglia. Non dovranno certo rendere
conto a me. {11-03-2008}
5.
{Nicola Martella}
▲
Grazie a Luciano per le rinnovate precisazioni. Egli ha parlato del
fatto che si siano delineati finora nei dibattiti due
schieramenti con altrettante simpatie contrapposte (PD, PDL).
Dimentica però una terza via, ossia chi ha parlato a priori di tre
altre cose: ▪
1) i valori; ▪ 2) la
testimonianza cristiana in tutti gli schieramenti democratici (anche per
impedire la deriva); ▪ 3) la
valutazione di persone e programmi. Gli schieramenti passano o mutano, i
principi di base restano. Sono questi ultimi che aiuteranno ad agire
secondo coscienza e a evitare di strumentalizzare la sacra Scrittura per
proprie giustificazioni.
Inoltre c’è da distinguere fra tre diversi filoni del problema
politico: ▪ 1) i cristiani e il
voto; ▪ 2) i cristiani quali militanti
politici; ▪ 3) i cristiani candidati
nelle elezioni (locali, provinciali, regionali, nazionali, europee).
Quanto ai conduttori entrati in politica e alla deontologia da usare ho
scritto a sufficienza nella risposta data da me ad Andrea Diprose. [►
Cristiani in politica?]
Quanto alla questione persone e programma
di uno schieramento, certamente esse stanno in un rapporto dinamico.
Ricordo comunque che con questa legge elettorale di berlusconiana
fattezza (chiamata «porcellum»), le liste sono bloccate e, non potendo
esprimere preferenze, sono i partiti che alla fine decidono. Veltroni
(questo bisogna riconoscerglielo) aveva supplicato di cambiare la legge
elettorale prima del voto, per permettere nuovamente le preferenze,
eccetera, ma ci fu un grande diniego; a ciò hanno contribuito la fregola
di vincere le elezioni sulla spinta dei sondaggi e gli interessi di
parte. Inoltre, chiunque vinca le elezioni, sarà impossibilitato a
governare per gli esigui voti che avrà al Senato. Con la legge
precedente, si poteva scegliere una persona e, se non erro, addirittura
diversa dallo schieramento che si votava. Con questa legge elettorale,
sebbene ci sia una persona apprezzabile che voteremmo, non possiamo
farlo, poiché non ci sono le preferenze. Il paradosso è che, votando una
coalizione, votiamo immancabilmente anche le persone che detestiamo,
poiché alla fine saranno i partiti a decidere chi andrà in parlamento.
Quindi, la distinzione fra persone e programmi è solo possibile con una
legge elettorale diversa.
Quanto al «bene maggiore» in contrasto col «male minore», ciò è
possibile nelle scelte personali secondo coscienza. Quando si è chiamati
a scegliere macro-contenitori con contenuti eterogenei, allora il «bene
maggiore» e il «male minore» possono coincidere per i motivi detti
sopra. Per fare un esempio, se i «cristiani filo-sionisti» sceglieranno
Fiamma Nirenstein perché strenua paladina d’Israele contro i
Palestinesi, voterà anche Alessandra Mussolini e Giuseppe Ciarrapico,
simpatizzanti del fascismo, e Souad Sbai, che è musulmana e
membro della Consulta islamica. Similmente gli evangelici che voteranno
Valdo Spini, voteranno anche chi fra i socialisti vogliono non solo
il riconoscimento delle coppie di fatto eterosessuali, ma anche il
riconoscimento delle unioni fra omosessuali. Chi vota Casini, che sulla
famiglia ha fatto come gli scribi in Matto 23,3, vota
anche Cuffaro; perciò la stessa «Famiglia
Cristiana» ha messo il dito su questi «cattolici col bollino ma senza coraggio» (si legge pure che essa «ha
messo in guardia contro il “pasticcio veltroniano in salsa pannelliana”
e contro “l’anarchia dei valori berlusconiana”».). Mi risparmio gli
eventuali esempi negli altri schieramenti, anche perché già fatti da
altri.
Visto che con questa legge elettorale le persone, per quanto nobili,
poco conteranno, non esistendo le preferenze (certo si può scegliere le
liste con la maggior parte delle persone che si ritiene migliori), si fa
bene a leggere i programmi e a non agire sul sentito dire. Poi si
faccia valere la propria coscienza. E siccome quest’ultima non è
infallibile, si rispetti chi sceglie diversamente.
Penso che sarebbe già una grande vittoria se nel prossimo parlamento
entrasse il maggior numero possibile di persone oneste e degne,
specialmente se cristiane sottomesse alla Scrittura (e non alla Cei), a
qualunque schieramento esse appartengono. Speriamo poi che saranno luce
di testimonianza, sale di giustizia e lievito del bene. Questo sarebbe
già un «bene maggiore».
6.
{Andrea Diprose}
▲
Nota editoriale: Andrea fa qui riferimento al contributo precedente
e cioè al quartultimo (persone
e programma con l'attuale legge elettorale) e al terzultimo
paragrafo («bene
maggiore» e «male minore» visto che le persone si trovano all'interno di
coalizioni variegate quanto a composizione e non è possibile eleggerle
singolarmente dando loro una preferenza).
Questa realtà me l’aveva già segnalata un mio amico cattolico romano,
timorato di Dio, simpatizzante per I.D.V., il quale dice che stavolta
non sa chi votare semplicemente perché in fin dei conti, con questa
legge elettorale finiamo per votare la lista e non la persona / il
personaggio che stimiamo davvero. Questo vale per tutti, che si tratti
di un evangelico come Stefano Bogliolo, di un Antonio Di Pietro o di un
Walter Veltroni. Alla fine, votando uno di questi tre, o altre persone
più o meno integre, votiamo anche la lista a cui appartengono. Le liste
sia a destra, sia a sinistra, sia al centro contengono persone
problematiche, non soltanto dei peccatori come noi, ma persone
riconosciute da molti come incoerenti e a dir poco ipocrite.
{13-03-2008}
7.
{Francesco Dragotto}
▲
A motivo della schizofrenia della politica, sarebbe meglio astenersi dal
votare; non per essere anarchici, ma per dare un forte segnale di
malcontento, vista la poca serietà.
Ogni qualvolta ci troviamo nel periodo elettorale, non mancano le visite
d’amici parenti e sconosciuti che ci allietano con le loro attenzioni…
Poi magari nel momento in cui si deve dare la propria preferenza a un
partito, si è costretti a far piacere a uno dicendo di sì, e dispiacere
a tutti gli altri dicendo di no. Questa volta ho pensato che è scortese
dire di sì a uno e dire no a tutti gli altri, e quindi se qualche mio
amico verrà a chiedere la mia preferenza gli risponderò che siccome ho
detto a tutti di sì, certamente non dispiacerò a lui dicendo di no.
{18-03-2008}
8.
{Nicola Martella}
▲
Qui prendo solo spunto dalle parole di Franco. Se da una parte posso
capire alcuni sentimenti di questo lettore, dall’altra rimango
sconcertato per diversi aspetti. «Sarebbe meglio astenersi dal votare»:
non era questo il messaggio dell’articolo di Tonino Mele. Non credo che
si dia così «un forte segnale», ma votando le persone giuste che hanno
solidi valori morali. Quanto al «malcontento» e al credere alla «poca
serietà» della politica, questo è stato da sempre lo sport
preferito del popolo. È per di più un atteggiamento pericoloso, poiché
ha preceduto da sempre l’avvento di un «uomo della provvidenza», un
dittatore con la pretesa di essere in grado di «mettere a posto tutto»;
poi però la storia insegna diversamente…
Come cristiani non dobbiamo associarci a tale massacro masochista né
dobbiamo condividere l’ingiusta opinione secondo cui tanto tutti
i politici sono uguali e tutti sono corrotti. La colpa è sempre
personale. Noi cristiani dovremmo fare la differenza e nuotare
controcorrente. Nella lettera che Dio inviò agli esuli in Babilonia
mediante il profeta Geremia c’è un atteggiamento del tutto diverso (Gr
29,5ss). Così anche nelle parole dell’apostolo Paolo (1 Tm 2,1ss).
Perché noi cristiani ci associamo al coro dei flagellatori e dei
piagnoni?
Mi meraviglia della «vendita delle vacche» (elettorali) e che si scelga
a chi votare a seconda delle visite che riceviamo e secondo chi ci
costringe di più. Non dovremmo avere come credenti ideali e principi
che guidano le nostre scelte, invece di usare il principio «piacere /
dispiacere di più»?
Sebbene cerchi di comprendere la situazione, in cui Franco si possa
trovare nel suo ambiente, devo ammettere che rimane la sensazione di un
qualunquismo di fondo rispetto alla politica. È come se non si abbia più
nessuna bussola. Non dovremmo volare più alti? Non dovremmo cercare il
bene della polis?
9.
{}
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10.
{}
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11.
{}
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12.
{}
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►
Cattocomunisti o evangelici? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Cristiani in politica? {Nicola Martella} (T)
►
Esiste una politica cristiana? {Nicola Martella} (T)
►
La politica e la morale {Abele Aureli - Nicola Martella} (T/A)
►
La schizofrenia della politica {Tonino Mele} (A)
►
Politica e cristiani {Nicola Martella} (A)
►
Politica e cristiani? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Politica_cristiani_parla2_Lv.htm
10-03-2008; Aggiornamento: 19-03-2008 |