La famosa «liberazione sessuale» non ha sfatato solo antichi tabù, ma ha
contribuito alla confusione dei maschi. Un segno di ciò è stato l’unisex e la
perdita d’identità.
Il femminismo ha portato all’attenzione la
«questione femminile» e ha contribuito alla ricerca di una propria identità e
consapevolezza da parte di tante donne. Ma esso non ha sempre «liberato»
veramente le donne, poiché in molti casi li ha omologati agli uomini,
anche negli aspetti più deleteri (vizi, immoralità, ecc.). Il femminismo
non ha reso sempre le donne più femmine, ossia coscienti del proprio
valore naturale e sociale, ma anzi le ha
mascolinizzate. Donne che hanno abdicato al loro essere e al loro valore
femminili e che sono diventate sempre più simili agli uomini e concorrenti di
questi ultimi, hanno reso i maschi disorientati, poco consapevoli del
proprio valore naturale e sociale, confusi riguardo al loro ruolo e alla loro
identità.
Tali maschi preferiscono abitare con la mamma e avere
la ragazza fuori, la stessa da anni o una sempre nuova. Se si legano stabilmente
a qualcuna, preferiscono convivere, invece di sposarsi. Per paura delle
conseguenze (pagare per anni alimenti, in caso di separazione), non vogliono
avere figli (una gran parte del calo delle nascite viene addebitato a uomini
sempre meno disposti a procreare).
Abdicano sempre più al loro ruolo di procreatori, di guide, di padri, di
istanze morali, di trasmettitori di saggezza alle prossime generazioni. Avendo
un «io debole», sono sempre più narcisisti e imitano le donne
nell’esagerata attenzione del loro corpo. Tali maschi confusi e decadenti non si
preoccupano del domani della società e non preferiscono portare responsabilità.
In fondo vorrebbero
come donna una «mamma», che accontenta tutti i loro desideri. Quello che
resta a tali uomini è di spassarserla il più a lungo possibile, poi
«muoia Sansone con tutti i Filistei»!
Con molta probabilità la crisi d’identità dei maschi
odierni cammina di pari passo con la diminuzione del «timor di Dio» nella
società.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema ▲
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1.
{Fiorina Pistone} ▲
Ciao, Nicola. Grazie per la risposta nel tema
Contingenza storica e autorità biblica. Sono contenta e commossa, perché hai
restituito autorità a Efesini 5,22-24, anche se sul tema dell’inerranza biblica
può darsi che io ritorni, perché non mi sembra di poter aderire sempre alle
opinioni degli evangelici. Ho notato che, negli ultimi decenni, (specialmente
negli ultimi del secolo scorso) il genere maschile è stato spesso
spogliato della sua dignità, non solo da parte delle femministe. È come se nella
società si fossero scatenate delle forze di vendetta, volte a far
scontare agli uomini secoli di prevaricazioni sulle donne.
Si legge spesso sui giornali che oggi c’è negli uomini
come una crisi di identità, una perdita del senso del proprio ruolo. Lo
smarrimento sul piano dell’etica e delle idealità riguarda entrambi i generi, ma
mi pare che nel maschio la mancanza d’orientamento abbia provocato cadute più
gravi, con esiti assai frequenti di devianza (alcool e droga) e di
deresponsabilizzazione genitoriale. La donna, invece, in virtù del proprio
profondo istinto materno, si mantiene più facilmente fedele al suo compito di
cura nei confronti dei piccoli.
Negli uomini, quando c’è orientamento ideale e morale,
mi pare ci sia la capacità di uno sguardo più ampio che nelle donne e,
naturalmente, un maggior coraggio, quello vero, che rende capaci di fare le cose
giuste, non le semplici «bravate». Spesso gli uomini, più delle donne, tendono a
rifiutare la sottomissione a Dio, gli atteggiamenti di devozione religiosa
(questo lo riscontro ampiamente, almeno nel mondo cattolico; gli ambienti
evangelici non li conosco), come se tutto questo umiliasse e sminuisse la loro
virilità, ed è invece la fonte della loro vera forza.
È dunque necessario un rinnovamento religioso, che
restituisca all’uomo senso di responsabilità e autorità
all’interno di una famiglia unita, capace di dare ai figli tutto quello, che è
necessario: affetto, protezione, cure materiali, educazione. Ti saluto con tanta
stima.
2.
{Michela Piccolo} ▲
Sono convinta anch’io che una ricerca
spirituale e un rapporto profondo con Dio faccia del maschio un uomo, se
vediamo nelle Scritture gli uomini di Dio sono stati uomini, che per ubbidienza
hanno dimostrato grande coraggio, pronti a essere usati da Dio per cambiare la
storia.
Non ci sarebbe niente
da aggiungere a quanto detto sul piano dell’analisi, ma mi voglio spingere il
discorso un po’ oltre... Escatologicamente parlando, credo che tutto si stia
preparando per l’arrivo di un «vero uomo» che conquisterà le masse,
l’anticristo. Però chiudo il discorso qui, perché non sono la persona più
indicata per discutere di questo.
Penso ad alta voce
mentre scrivo e, mentre rifletto, mi sorge una domanda: possibile che l’uomo sia
stato schiacciato e deformato dal
femminismo? È stato sconfitto da un manipolo di donne? Come diceva
Nicola, all’inizio del suo intervento, la rivoluzione sessuale, di cui non solo
le donne erano sostenitrici, è stata l’origine di tale malessere. L’uomo non si
lascia schiacciare da un gruppetto di femmine, pensandoci bene, la
debolezza dell’uomo sta nel sesso! È diseducativo quando questo gli viene
offerto gratuitamente, senza che richieda alcuna responsabilità verso
un’eventuale prole o una cura verso la compagna scelta. Una volta che il suo
bisogno primordiale è soddisfatto, che bisogno c’é di prendersi delle
responsabilità?
Diventiamo sempre più
simili alle bestie: il maschio, dopo aver fecondato la femmina, se ne va;
anzi peggio delle bestie, perché il maschio degli animali non vive sotto la cura
della mamma tutta la vita.
Viviamo nella società
della necessità dei bisogni soddisfatti subito, e il sesso è la
rappresentazione più frequente del bisogno! (Date un occhio alla pubblicità). È
colpa dei media (strumento di manipolazione di massa), della politica, della
mancanza di un modello sano dato dai cristiani; siamo tutti colpevoli di
non aver preso o di non prendere posizione contro lo squilibrio, che sta
attaccando il mondo occidentale. Questa necessità di soddisfare i propri bisogni
subito, senza prendersi delle responsabilità, è il male di tutta la
nostra società, in tutti i sensi; anche nelle chiese, vado a Cristo per sentirmi
bene, ma non mi prendo la responsabilità di cristiano e non conosco il versetto:
«Lascia tutto e seguimi».
Non so se riuscite a
leggermi fra le righe... Il problema per l’identità
dell’uomo che fa il bambino, della donna che fa l’uomo e del bambino che crede
di essere adulto, è l’atteggiamento sbagliato verso la vita. È forse un problema
che non si può risolvere più, perché oramai il ragno ha teso la sua tela!?
«Qualcuno dice che i
soldi fanno girare il mondo», ma c’è stampato sopra «sesso» aggiungo io.
Ora, però, nel mio
piccolo, tornando all’essenziale, senza voler essere una dei quattro amici al
bar, che vogliono cambiare il mondo... non la smetterò mai di incoraggiare a
non avere sesso prematrimoniale, di prendersi delle responsabilità prima di
ogni cosa. Se la società sta diseducando l’uomo e la donna,
Cristo e le sue regole ci servono come punto fermo per un equilibrio e
un’armonia. Dobbiamo dare formazione almeno ai nostri giovani: vedo tanti
convegni giovanili con temi teologici pesanti, forse dobbiamo parlare un po’
meno dei Gebusei e di più su come amare Cristo e vivere una vita santa in
relazione al nostro amore per Dio; forse siamo arrivati ai livelli, in cui
dobbiamo dare la priorità alla ricostruzione emotiva e morale dei nostri giovani
e delle chiese.
Noi come cristiani
possiamo fare la differenza.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Identita_maschile_GeR.htm
24-04-2007; Aggiornamento: 11-05-2013 |