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I contributi sul tema
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1.
{Jonathan Froehlich} ▲
Secondo me, decidere è un rischio molto grande. Ogni giorno siamo messi davanti
a delle decisioni, che possono essere grandi, o piccoli. Tante volte prendiamo
decisioni inconsciamente durante la giornata che non ci pongono tante
difficoltà. Poi ci sono quelle più grandi, dove addirittura dobbiamo mettere per
iscritto i pensieri su un foglio, per vedere quanto è positivo e quanto è
negativo.
Oggi giorno a causa del modernismo, si va incontro alle
cose in modo superficiale, perché siamo abituati all’usa e getta e
inconsciamente applichiamo ciò a tutte le cose, che sia il matrimonio,
un’amicizia o alle cose più semplici; ma questo ci porta a non adempiere mai la
certezza dentro di noi e resteremo sempre vuoti. Quando però una decisione
difficile viene ben studiata a fondo sia nel bene che nel male e viene portata a
compimento, la situazione ci permette di continuare a crescere e a oltrepassare
degli altri ostacoli (decisioni) con più saggezza.
Ora nella Bibbia ci sono migliaia di esempi su
decisioni, ma non penso di essere la persona adatta a riepilogarli nei loro
valori, ma, di una cosa ne sono certo: oggi, quando qualcuno ha accettato Gesù
nel suo cuore, ha fatto una grande decisione nei confronti di tutto quello che
il mondo ci offre. Non è finita qua, da quel momento tante decisioni le
superiamo già con un’altra saggezza e altre decisioni possiamo vedere che si
sono già adempiute.
Davanti ad altre decisioni veramente difficili, il
Signore ci può anche dare solo la pace e la forza di affrontarle.
Dio con una decisone (in Gesù), ha adempiuto e
completato il suo amore per noi.
Inoltre, essere capaci di prendere decisioni, porta a
essere più di parola, e ciò porta a essere accettati di più; infatti, si fa
sempre bene a pensare prima di parlare troppo a vanvera.
2.
{Stefano Frascaro}
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Mio padre era un militare, un militare tra l’altro «operativo» ovvero abituato a
missioni. Prendere quindi una decisione in maniera rapida era una sua
caratteristica (in questo caso vitale). Posso dire senz’altro che, tra le altre
cose, mio padre mi ha trasmesso questo «dono» (perché penso proprio che di dono
si tratti), ovvero di poter prendere decisioni in maniera rapida. Non sto
dicendo di prendere decisioni giuste, solo in maniera rapida.
Cerco di essere assoggettato in maniera totale a quello
che il Signore ci dice attraverso la Parola e ogni mia decisione, da quando ho
Gesù come personale Salvatore, è messa in preghiera e attendo con pazienza che
il Signore mi dia una risposta.
Ma una cosa la posso dire con certezza: finora il
Signore non mi ha mai fatto attendere mesi per darmi una risposta per le
decisioni da prendere.
Effettivamente mi viene da pensare come mai «ritengo»
che il Signore sia così rapido nelle risposte. Certo che non sempre quanto avevo
deciso, si è poi accertato come giusto, ma ho visto pure decisioni sbagliate
prese dopo mesi di preghiere!
La mia paura è che dietro al «cercare il volto di Dio
nelle decisioni», (cosa che ritengo di fondamentale importanza) e all’attendere
questa risposta per mesi e mesi, si nasconda la sensazione di «non aver capito
bene» la risposta di Dio, e quindi avere la sensazione di sbagliare, ho paura
che queste persone vogliano vedere scritta in cielo la risposta per essere certi
che quella sia la volontà di Dio.
Procrastinare, allungare a dismisura i tempi e
fondamentalmente non prendere decisioni, nasconde, a mio parere, questa paura
atavica nel prendere decisioni. Personalmente però ritengo che l’importante
sia prendere
una decisione. Non credo che se messa in preghiera e intimamente convinti
della risposta di Dio, poi una decisione possa essere sbagliata. Semplicemente i
risultati che scaturiscono da essa possono non piacerci. Sono intimamente
convinto che se la decisione è importante, il Signore sappia anche i tempi
necessari per darci la risposta, andare oltre significa non voler accettare la
volontà di Dio; infatti in Pr 16,33 dice «Si getta la sorte nel grembo, ma
ogni decisione viene dal
Signore».
E ancor più grave è che dietro questo voler cercare per
mesi la risposta, si nasconde un immobilismo che può nuocere gravemente anche
alla chiesa locale. Pregare per mesi e mesi su quello che è meglio fare,
significa poi non fare nulla e questo nuoce alla comunità e alla testimonianza.
3.
{Giacomo Pastorino} ▲
Decidere non è sempre facile, ma possibile…
Come è assodato, non è facile e a volte arduo —
anche per l’uomo comune oltre che, a maggior ragione, per la persona dalle doti
e dagli impegni eccezionali — prendere una decisione perché ciò può essere
influente nell’aprire altre infinite soluzioni impreviste o alternative.
E non è detto che non
possano esserci altre sperimentazioni per rivedere una importante decisione, una
volta presa, e l’elenco potrebbe continuare. L’importante è assicurarsi che si
sia mantenuta la possibilità di ritornare, di rientrare, di ripensare e che le
probabilità rientrino negli ordinari calcoli delle «umane possibilità».
Anche nei piccoli
calcolatori sono previste queste funzioni; una fra tutte è «annulla» e serve per
tutte le variazioni. «Annulla» supplisce alla scarsa conoscenza del problema e
annulla la precedente decisione, compresa la errata digitazione. Ci si può
quindi tranquillizzare e provare i vari comportamenti del settore da studiare
rispondendo alle domande sulle cose da fare e su quelle invece da non fare!
Quella cosa è da
cambiare ? Fallo prima di firmare! Spremi le meningi prima di andare al tuo
funerale; del doman non v’è certezza: è una spiritual antica poetica saggezza.
Anche se la tua salute
è buona e ti sostiene, l’ora viene che anche l’esperienza della età (non voglio
dire della vecchiezza) più non servirà. Chi ci sarà allora, deciderà!
4.
{Immauel
Martella}
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Secondo me bisogna distinguere tra decisioni che richiedono chiaramente risposte
del tipo «sì o no», «vero o falso», «bianco o nero» (variabili booleane), da
decisioni nelle quali rientrano tante variabili e di cui non conosciamo i vari
possibili sbocchi.
Nel caso di decisioni del primo tipo credo la
situazione sia vicina a quello che ha sperimentato Stefano e di cui egli
parla... un vantaggio di questo tipo di soluzioni è che in molti casi sono
chiaramente deducibili da un attento discernimento biblico.
Nel secondo caso invece credo che a priori non sia
propriamente una decisione ciò che serve ma sia una incertezza di fondo e una
scarsa chiarezza della situazione, delle quali bisogna prima venire a capo.
Certo, non è sempre facile razionalizzare. Ma credo che spesso sottovalutiamo
quanto Dio utilizzi il nostro intelletto stesso, la nostra ragione, per parlarci
e per farci tirare le somme.
Non sto dicendo che sia facile. Ma, una volta mi è
stato detto che il 90% delle cose, di cui ci preoccupiamo, non si avverano!
Credo inoltre che Dio spesso non abbia
una sola via, ma che a volte lasci a noi la scelta di
decidere. Quella che sceglieremo, lui la benedirà... o comunque, se proprio non
vorrà, c’impedirà di fare quella scelta (vedi Giona).
Sempre nell’ambito di queste decisioni con più
variabili, una volta esclusi i casi interpretabili con gli strumenti di
discernimento biblici che abbiamo (escluso quindi p.es. decidere tra peccare e
non peccare) — se dovessimo comunque decidere in modo sbagliato, ci sono due
scenari:
■ 1. Probabilmente non sapremo mai se abbiamo sbagliato
veramente o meno. Quindi tanto vale non preoccuparsi troppo.
■ 2. Sarà comunque per il nostro bene, visto che Dio
tiene tutto sotto controllo!
Inoltre bisogna tener presenti i seguenti aspetti:
■ A volte la decisione sbagliata è il non decidere.
■ A volte non decidere è mancanza di fede.
■ Essere in grado di decidere significa aver imparato a
lasciare e abbandonare dietro di sé alcune cose, per poterne acquistare di
nuove, ossia l’incisione e la recisione di cui parli.
■ A volte Dio ci dice di prendere una decisione anche
senza mostrarci una meta precisa. Le sue promesse devono bastarci.
■ È possibile guidare un’auto solo mentre è in
movimento.
Qualcuno ha detto: Dio si è preso cura del tuo ieri, dagli il tuo oggi ed Egli
si preoccuperà del tuo domani!
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Decidere_difficile_MeG.htm
08-02-2007; Aggiornamento: 06-07-2010