Un lettore e conduttore di chiesa mi ha
proposto, alcuni anni fa, un caso particolare, chiedendomi che cosa ne penso.
Gli risposi subito, poi però l'articolo rimase non pubblicato per tanto tempo;
ora l'ho rivisto e aggiornato e lo metto a disposizione dei lettori. Alle sue
affermazioni, seguono sotto le mie risposte passo per passo, secondo la
numerazione che ho dato .
1. Il caso particolare
{Bruno Emiliani (ps.)}
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■ 1.
Faccio riferimento al matrimonio secondo 1 Corinzi 7 e al caso di una donna che
frequenta la nostra chiesa e che afferma di credere (ma a noi lascia qualche
perplessità). Qualche anno fa, quando lei non era credente, lasciò il marito per
inadempienza nel matrimonio da parte di quest’ultimo, sia sessuale che di
quotidiana ottemperanza alle più comuni regole di convivenza familiare.
■ 2. Si scoprì infatti, appena
una settimana dopo, che il marito aveva già un’altra relazione; relazione che
subito divenne convivenza, e che ora è suggellata con un figlio.
■ 3. Ora la situazione attuale è
questa: la sorella vive in casa dell’ex marito, che le passa gli alimenti per
lei e per i due figli.
■ 4. Dopo aver creduto (?) e
richiesto il battesimo (che prudentemente non è stato fatto), ha iniziato una
relazione con un uomo vedovo e senza figli, non credente, ma interessato al
Signore e che non conosceva per niente il mondo evangelico.
■ 5. La sorella si rende conto
di essere in uno stato di peccato e di non poter procedere con il battesimo.
Chiede di poter frequentare sia la assemblea che i gruppi familiari, spesso
anche con il suo nuovo compagno.
■ 6. Ti preciso, infine, che
anche dopo tanti anni, non sono ancora divorziati, e che né lei né il marito
chiedono il divorzio, o forse non è conveniente per entrambi.
■ 7. Sono molto interessato alla
tua opinione, e se è necessario sapere qualcosa di più chiedilo pure. Un
abbraccio fraterno con tanta stima.
2. Analisi e osservazioni {Nicola Martella}
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■ 1.
È un caso triste. Senza voler giudicare il caso specifico, puntualizzo subito
che tra essere «credente» e «rigenerato» ce n’è di strada. Un «credente»
(o simpatizzante, o parzialmente ravveduto) può essere stato illuminato, può
aver assaggiato un po’ del carisma (azione della grazia) celeste e può
essere entrati sotto l’influenza dello Spirito Santo, può aver assaggiato la
buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire (Eb 6,4ss). Tuttavia, invece
di sperimentare la rigenerazione, si è fermato a un certo livello di
ravvedimento. Sebbene sia caduta la pioggia delle benedizioni divine, il
risultato è solo spine e triboli (v. 7s). La cosa tragica è che un tale
«credente» si inganna di appartenere a Cristo, ma — spesso attratto solo da Gesù
quale Salvatore — non lo conosce come Signore della propria vita; lo Spirito
Santo non rigenera una persona del genere, al massimo la illumina. Quando viene
una grande crisi esistenziale, un «credente» del genere spesso cade in un buco
nero, da cui spesso non esce più. Quel poco di fede e di ravvedimento (senza una
totale conversione purtroppo) può scomparire allora come rugiada al sole, e
sembra spesso come se un tale «credente» non avesse mai gustato le «cose di
Dio».
■ 2.
Un chiaro caso di
rottura del «patto
coniugale» (adulterio) già durante il periodo, in cui lui viveva con la moglie.
Questo spiegherebbe le inadempienza matrimoniali di lui.
■ 3.
Ma come, lui
convive con un’altra in casa, nella
quale abita anche tale «sorella»!? E lei tollera un tale ménage!? In tale
modo lo stato di trasgressione diventa qualcosa di «normale» per tutti. Mi
ricorda Lot che si rodeva l'anima in Sodoma, ma intanto ci rimaneva; gli inviati
del Signore dovettero tirarlo a forza da tale luogo del giudizio, pur di
salvarlo... La cosa peggiore è l'esempio che si dà ai figli e la soglia di
(in)giustizia che si pone alla loro coscienza; Lot suo malgrado dovette farne le
spese con le figlie abituate a un'altra percezione dell'etica sessuale...
■ 4. Questa è
confusione spirituale. Come si può essere allo stesso tempo «credente»,
abitare nello stesso luogo, in cui il marito vive con un'altra donna e iniziare
una relazione con un altro, senza essere sciolta dal precedente vincolo
matrimoniale? Non si può essere rigenerata e fornicatrice allo stesso tempo. Ci
dev'essere un prima e un poi (cfr. 1 Cor 6,9ss «tali eravate»).
■ 5.
Ciò significa «voler avere letto fatto e gelosia d’amore», come recita un
proverbio. Penso che sia un errore considerare tale persona una
«sorella» in Cristo. Essersi ravveduta
di qualcosa, senza una sincera conversione, mostra come si possa cercare il
Salvatore, evitando di sottomettersi al Signore. Poi si vive nel peccato,
pensando di potersi raccomandare alla misericordia e al perdono di Dio! Chi ama
Dio, osserva i suoi comandamenti. «Chi dice: “Io l’ho conosciuto” e non
osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e la verità non è in lui» (1 Gv
2,4). Chi persevera nel peccato, non ha conosciuto Dio (1 Gv 3,6). Chi è stato
generato da Dio non persiste nel peccato (v. 9; 5,18). Per il bene suo e della
chiesa bisogna trattare tale «sorella» per quello che è: una che cerca ancora il
Signore e che deve sperimentare ancora la rigenerazione. La loro partecipazione
ai culti e alle cellule deve rivestire questo carattere: ossia bisogna trattarli
come persone che devono ancora nascere dall’alto, sia lui sia lei.
■ 6.
Anche qui «si vuole botte piena e moglie ubriaca» (o marito ubriaco). Sopra
parlavi di «ex marito», qui si scopre che è ancora coniugata. Sia lui sia lei
stanno vivendo in stato di
fornicazione, oltre che di
adulterio. Ciò li mette sotto l’ira di
Dio. La fornicazione esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9; Ef 5,5),
è un segno di non essere rigenerati ed è solo un lasciapassare per l’inferno (Ap
21,8). Tale persona necessita di un sincero ravvedimento, di una vera
conversione e di una piena rigenerazione (o nascita dall’alto).
■ 7.
A giudicare dalle cose che mi hai detto (mi hai chiesto d’esser franco!), mi
viene da dire quanto segue: tollerando cose del genere e chiamando «sorella» una
persona che non segue i principi di Gesù (p.es. «va’ e non peccare più»;
Gv 8,11), date l’impressione di un cristianesimo alla «vogliamoci bene». Mi
sembra che così facendo, non stiate ottemperando ai vostri
doveri di conduttori
di chiesa e guide del gregge, e ciò su piani diversi. Infatti così facendo, voi
guide ingannate dapprima la donna (ritenendola «sorella»), non dicendole di
pentirsi, ravvedersi e allontanarsi dal male, affinché sperimenti ancora la
rigenerazione. In tale modo ingannate anche voi stessi, non facendo il vostro
dovere di sorveglianti del gregge. Procedendo così, ingannate altresì le altre
anime, creando un pericoloso precedente morale e dando un alibi a chi seguirà il
suo esempio. Così facendo, ingannate infine anche il convivente di lei, che
segue (insieme a lei) un «evangelo della convenienza», cosa che gli impedisce
probabilmente di discernere il vero dal falso, il bene dal male.
La donna, si ravvedi e si separi dal
male. Stando così le cose, esca da tale ménage ambiguo e si separi
legalmente o divorzi dal marito, che è ormai impantanato
in tale altra relazione; umanamente parlando, sarà difficile che lui vorrà
tornare da lei (Dt 24,4 parlerebbe al riguardo di «abominio»). Per il resto (se
rimanere da sola, se risposarsi), le cose sono troppo complicate per essere
affrontate qui. Ciò dipenderà dalla sua coscienza (e dalla sua conoscenza
biblica) e anche dalle convinzioni della vostra chiesa riguardo a ciò che la
Scrittura dice in merito.
Si tenga comunque presente che una rana non è né carne né pesce;
fino a prova contraria, anche gli aggregati a una chiesa sono tali.
►
Divorzio e nuove nozze {Nicola Martella} (A)
►
Divorzio e nuove nozze? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Divorzio e seconde nozze {Nicola Martella} (D)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Fornicazione_rigenerazione_S&A.htm
30-11-2006; Aggiornamento: 31-10-2009 |