Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le Origini 1

 

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L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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VITA NELL’UNIVERSO? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Ho ricevuto la seguente lettera: «Di recente si è diffusa la notizia che su Saturno vi è un oceano e che la diffusione di forme di vita anche a livello elementare è una cosa molto probabile. Queste scoperte sono conciliabili con una singolarità dell’uomo nell’universo come unico progetto di Dio? O è possibile che esistano altre forme di vita, poiché nella Bibbia ci viene fatto presente solo il progetto per l’umanità e quindi non si possono escludere altre forme di vita?». {Vincenzo Russillo; 15 maggio 2008}

     Il lettore è uno studente universitario. Egli ha qualche professore agnostico che usa spesso l’occasione per rendere ridicola la rivelazione biblica con presunti argomenti scientifici.

     Nel primo contributo do alcune indicazioni generali. Che cosa rispondereste o aggiungereste voi?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Martella

2. Nicola Berretta

3. A. Quintavalle

4. Pino Destratis

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Dovremmo mettere il carro davanti ai buoi? Anche all’interno del sottosuolo di Marte si presume l’acqua; ma essa non presuppone di per sé che vi sia anche la vita. Da quanto tempo certe teorie scientifiche «predicano» l’esistenza di altre forme di vita su altri pianeti? Le prove fin ora sono pari a zero.

     Come già detto, la presenza d’acqua su altri pianeti non significa automaticamente che vi sia la vita. Dio non ci dice che cosa abbia fatto altrove nell’universo, ma ci rivela che si è dedicato particolarmente alla terra, dove ha creato una ricca biodiversità. Ha creato Dio vita su altri pianeti? Non ce lo ha rivelato. C’è da presumere che non l’abbia fatto; rivelarlo gli avrebbe portato maggiore gloria, ma non lo ha fatto.

     In ultima analisi, se c’è o meno vita altrove nell’universo non cambia nulla alla mia fede in Dio, essendo ciò un dettaglio. Finché non ci saranno prove certe della vita altrove, è meglio essere scettici al riguardo.

     Molto spesso coloro che ipotizzano la vita altrove nell’universo, lo fanno per relativizzare la rivelazione biblica e il Dio della Bibbia; sono atei, agnostici o appartenenti a gruppi di segreta affiliazione (p.es. massoneria). Il mondo non è neutrale.

     Bisogna infine distinguere la scienza (si basa sull’esperimento controllato) dalle teorie scientifiche (sono opinioni soggettive). Si veda nel mio libro «Temi delle origini» (Le Origini 1) l’articolo «La Genesi e la scienza», pp. 181-196.

     Riflettendo sulle prove create ad hoc, ho dovuto pensare a questo motto: «Alcuni scuotono la testa sulla zuppa fintantoché non cada in essa un capello di cui lamentarsi». Parallelamente mi è venuto da dire: Alcuni agnostici tanto vorrebbero credere alla vita su altri pianeti, che per avere ragione sarebbero disposti a portarcela... dalla terra.

 

 

2. {Nicola Berretta}

 

Non nascondo d’aver trovato anche io affascinante il pensiero che Dio possa aver creato la vita altrove nell’Universo. Prima però d’entrare dentro la questione, vorrei sottolineare come quest’argomento sia affrontato partendo da postulati evoluzionisti a oggi ancora non dimostrati. Come ha giustamente detto Nicola Martella: «La presenza d’acqua su altri pianeti non significa automaticamente che vi sia la vita». Se guardiamo bene, infatti, le discussioni in merito alla presenza di forme di vita in altri pianeti partono da presupposti sull’origine della vita che, pur trovandosi descritti nei libri di testo di Biologia come cose assodate e ovvie, non hanno fino a oggi avuto riscontri sperimentali convincenti (compresi gli esperimenti di Miller sul brodo primordiale). Ma non finisce qui. Anche l’eventualità della scoperta di forme «semplici» di vita, quali i batteri, viene considerato un elemento a favore di forme di vita intelligente, in quanto si dà per scontata l’ipotesi che anche sulla Terra le attuali forme complesse di vita intelligente abbiano avuto origine a partire da forme di vita semplice.

     Al di là però di queste polemiche sulla solidità scientifica delle ipotesi sull’origine e lo sviluppo della vita sulla Terra, trovo comunque interessante affrontare la questione teorica se Dio possa aver creato la vita anche altrove, su altre galassie o su altri pianeti del nostro sistema solare. Capisco l’atteggiamento scettico di Nicola Martella, allo stesso tempo però io non trovo «scandalosa» la possibilità che Dio lo abbia fatto. Il fatto che la Scrittura non ne parli non significa automaticamente che non esista, essendo la Scrittura una rivelazione di Dio all’Uomo, e avendo dunque necessariamente una visione antropocentrica, cioè dunque geocentrica (ossia «Terra-centrica», se mi si consente il termine).

     Il punto però, a mio giudizio è un altro. Ammesso e non concesso che Dio abbia creato la vita altrove, quale è il rapporto che Dio ha stabilito (se lo ha stabilito) con queste forme di vita?

     Se un domani la sonda X lanciata sul pianeta Y o sulla coda della cometa W rilevasse la presenza di batteri, io troverei la scoperta addirittura entusiasmante. Se però un dopodomani la missione spaziale X sbarcasse sul pianeta Y della costellazione W e trovasse segni di vita intelligente (pur consapevole della vacuità di quest’affermazione, essendo noi condizionati dalla filmografia che dà per scontato che gli alieni siano antropomorfi), la questione avrebbe riscontri teologici molto più profondi. Ha Dio stabilito un «rapporto di grazia» anche con loro? Se sì, in che modo? Saremmo noi autorizzati ad annunciargli Gesù crocifisso, in Messia storico d’Israele? Oppure no, in quanto Gesù Cristo è mediatore solo per l’Uomo, essendosi egli fatto Uomo e non «alieno»? (Eb 2, 14-17).

     Vorrei però far presente che questa domanda non necessita della scoperta d’alieni per essere posta. La medesima domanda è pertinente anche oggi. Noi, per certi versi, siamo già oggi circondati da «alieni». Mi riferisco a tutte le forme di vita che qui sulla Terra ci circondano. Che tipo di rapporto Dio ha stabilito (se lo ha stabilito) con loro? Perché dovrei pormi delle domande sulla salvezza dell’alieno, incontrando una forma di vita intelligente nel pianeta Y, e non mi pongo la stessa domanda quando incontro qui sulla Terra un cane, anch’esso certamente una forma di vita intelligente?

     Con questo voglio dire che, ammesso e non concesso che esistano altrove forme di vita intelligente, ciò non significherebbe necessariamente che queste abbiano un rapporto con Dio analogo al nostro, potrebbero infatti essere forme di vita intelligente come i cani, i gatti, i batteri, le amebe o gli scimpanzé di casa nostra.

     Aggiungo anche il fatto che la Bibbia ci parla in un certo senso di «alieni». Mi riferisco agli angeli, ai cherubini e ai serafini. Anche per loro si pone il problema della natura del rapporto di grazia che Dio ha stabilito con loro. Il brano sopra citato d’Ebrei dice specificamente che Cristo non è un mediatore per loro. Come sono salvati gli angeli? Io non lo so, eppure la stessa Scrittura ci dice che gli angeli saranno giudicati (1Cor 6,3).

     Insomma, ciò che alla fin fine voglio dire è che il problema teologico del rapporto che Dio stabilisce con le sue creature non-umane non ha bisogno della scoperta di batteri su Marte o d’alieni su Andromeda per essere posto.

 

 

3. {Argentino Quintavalle}

 

Argomento straordinariamente affascinante a cui sono tentato di rispondere con un categorico no! Niente forme di vita negli altri pianeti! C.S. Lewis ha scritto: «Se nell’universo c’è vita, questo riduce all’assurdità la pretesa cristiana, cioè che Dio è sceso e si è incarnato su questo pianeta, per noi e per la nostra salvezza». Ma credo che la questione meriti un’ulteriore riflessione, e desidero svilupparla in tre punti.

     ■ 1) La scoperta d’ET (extra-terrestri) non sarebbe alcuna minaccia per il cristianesimo più che della scoperta d’una nuova specie di pesci.

     ■ 2) Sarebbe mettere dei limiti al potere di Dio dire che Egli non avrebbe potuto mettere la vita su altri pianeti. C’è un riferimento in Gdc 5,23 a un posto abitato chiamato Meroz, che molti pensano sia una stella.

     ■ 3) Nel pensiero biblico, le creature più straordinarie e meravigliose si trovano qui sulla terra. Possiamo esplorare le profondità più remote dello spazio e nello stesso tempo rimanere estranei alla nostra umanità. I veri segreti dell’universo si trovano nascosti nella profondità dell’anima umana.

 

°*°*°*°*°*

 

     Alla domanda se gli uomini sono gli unici esseri coscienti dell’universo, rispondo con un deciso no. Prima di tutto, gli animali sentono il dolore e non bisogna causare loro una sofferenza non dovuta. In secondo luogo, la Bibbia parla degli angeli come d’esseri coscienti d’appartenere a un mondo diverso dal nostro.

     L’unicità del genere umano non è la coscienza ma il modo in cui la coscienza è in grado di relazionarsi con il bene e il male, di prendere decisioni e di fare distinzione tra il bene e il male.

     Esaminiamo meglio la questione di Meroz. In Gdc 5,23 la profetessa Debora canta la vittoria di Barak contro Sisera. Nel suo cantico, dice: «Maledite Meroz, dice l’angelo dell’Eterno; maledite, maledite i suoi abitanti».

     Dov’è Meroz e chi sono i suoi abitanti? Una tradizione ebraica dice che Meroz è una stella (o pianeta). I corpi celesti erano venuti in aiuto agli Israeliti, come Debora aveva dichiarato nel v. 20: «Dai cieli si combatté: gli astri, nel loro corso, combatterono contro Sisera». Questa stella, però, che era quella di Sisera, non è venuta in aiuto agli Israeliti, e così Meroz è stata maledetta insieme ai suoi abitanti. Naturalmente, ciò si può contestare.

     Si potrebbe anche citare il Sal145,13 che letteralmente recita: malkûtekā malkût kāl `ōlāmîm, cioè: «Il tuo regno è regno di tutti i mondi». Mettere dei limiti al Creatore è una cosa che la creatura non ha il diritto di fare.

     Nel caso esistano, sono abitanti intelligenti? L’intelligenza, nella Bibbia, è la capacità di prendere decisioni con libero arbitrio. Il libero arbitrio è possibile solo dove c’è la Parola di Dio, laddove il Creatore offre alle sue creature delle possibilità di scelta e chiede loro di fare la scelta giusta.

     Se ci fosse una vita intelligente in altri posti nell’universo, quelle creature dovrebbero avere la Parola di Dio. Potrebbero avere una Parola di Dio diversa dalla nostra? Questo non è possibile, perché la sua Parola è verità, e non ci possono essere due verità.

     Potrebbero avere, allora, la stessa Parola che abbiamo noi? Anche questo sembra impossibile, poiché la stessa Parola di Dio ci descrive in dettaglio come è stata rivelata su questo pianeta (prima con Mosè e poi col Messia) e quali sono le sue richieste.

     Dunque, sebbene ci sia la possibilità teorica della vita su altri pianeti, questa vita non può essere una vita intelligente come quell’umana.

     È un assioma biblico che l’universo sia stato creato in funzione dell’uomo, e così anche le stelle e gli angeli. Naturalmente questo pone una questione difficile. Come è possibile che l’uomo, un granello di polvere, si trovi al centro dell’universo? Dovremmo renderci conto che la dimensione spaziale ha ben poco significato per Dio. Il cervello umano è ben più complesso della galassia più grande, e inoltre, l’uomo è dotato di un’anima divina che sovrasta anche gli angeli più eccelsi. Tuttavia, se parliamo della possibilità d’una vita extraterrestre, dobbiamo inoltrarci nella questione del libero arbitrio. Se l’universo è stato creato per l’uomo, non può esistere un’altra creatura che possiede il libero arbitrio. Tutte le creature che conosciamo, anche gli angeli, sono in funzione dell’uomo (cfr. Eb 1,14), e sarebbero superflui senza l’uomo. Se tali creature, dunque, non hanno alcuna utilità per l’uomo, qual è la loro ragion d’esistere?

     Nel caso che esistano, non dovremmo aspettarci che le creature d’un altro mondo assomiglino all’uomo. La libera volontà è un attributo esclusivo dell’uomo, a cui è stata data la Parola di Dio e i suoi comandamenti. L’uomo ha una responsabilità morale unica.

 

 

4. {Pino Destratis}

 

Credo che questo sia un interrogativo del mondo civilizzato, che non riesce a colpevolizzarsi per un pianeta che giorno dopo giorno, a causa d’un progresso sfrenato, va verso la distruzione, mentre l’uomo stesso, colpevole di quanto sta accadendo, resta a guardare, cercando una soluzione per il proseguimento della vita, lontano dalla propria visuale, invece di pensare a salvare quello che si può ancora salvare.

     Sono stati trasmessi fin troppi film, nei quali si vedono arrivare alieni e ominidi da altri pianeti. E credo che questo ha fatto crescere man mano nella mente dell’uomo questo desiderio, probabilmente perché l’uomo conscio della distruzione in atto del pianeta terra, cerca di trovare la possibilità di poter continuare la vita da qualche altra parte.

     Concordo con Nicola Martella, se Dio avrebbe voluto comunicarci d’aver creato anche la vita su altri pianeti, ce lo avrebbe comunicato attraverso la sua Parola, ma nella Bibbia non vi è riportato nessun passo nel quale si possa, in qualche modo, decifrare una simile opportunità. Inoltre penso che Dio essendo onnisciente, avrebbe sicuramente tenuto in considerazione il fatto che già su questo pianeta la sua creatura gli avrebbe dato problemi.

     Ci sono ancora molti che ripensano ancora alle storie di Giulio Verne, ma anche se siamo arrivati sulla luna, restano sempre storie.

     Purtroppo lo spirito d’avventura, alimenta la fantasia dell’uomo, il quale si convince sempre più di trovare la vita su di un’altro pianeta, ma credo che questo coincide solamente con i successi tecnici (in campo spaziale) che si stanno raggiungendo, penso che più l’uomo riesce ad andare lontano dalla terra, più egli pensa d’avere maggiori possibilità di trovare forme di vita esistenti su altri pianeti.

     La Bibbia parla chiaro, nella creazione dell’universo, Dio ha concentrato la sua volontà sulla terra, inoltre in Matteo 24,14 si parla d’annunciare il Vangelo a tutte le genti del mondo, non dell’universo, se ci fosse vita anche su altri pianeti e dato che Gesù è venuto sulla terra, avrebbe certamente comandato d’annunciare il Vangelo della salvezza anche su altri pianeti. Siamo soli nell’universo, e la scienza cerca, a mio parere, di correre troppo (con la fantasia) andando spesso a «urtare» contro qualche punto interrogativo. Scienza e fede non potranno mai andare a spasso insieme, noi dobbiamo tener presente che la scienza è limitata dalla ricerca, mentre la fede è alimentata dalla Parola di Dio.

 

Nota redazionale: Bisogna distinguere fra la «scienza» e le «le opinioni / tesi scientifiche». La contraddizioni maggiori stanno tra queste ultime e la fede, non tanto fra fede e scienza.

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Vita_universo_Ori.htm

27-05-2008; Aggiornamento: 31-05-2008

 

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