Ho ricevuto la
seguente lettera: «Di recente si è diffusa la notizia
che su Saturno vi è un oceano e che la diffusione di forme di vita anche a
livello elementare è una cosa molto probabile. Queste scoperte sono conciliabili
con una singolarità dell’uomo nell’universo come unico progetto di Dio? O è
possibile che esistano altre forme di vita, poiché nella Bibbia ci viene
fatto presente solo il progetto per l’umanità e quindi non si possono escludere
altre forme di vita?». {Vincenzo Russillo; 15 maggio 2008}
Il lettore è uno studente universitario. Egli ha qualche professore agnostico
che usa spesso l’occasione per rendere ridicola la rivelazione biblica con
presunti argomenti scientifici.
Nel primo contributo do alcune indicazioni generali. Che cosa rispondereste o
aggiungereste voi?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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sottostante
1.
{Nicola Martella}
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Dovremmo mettere il
carro davanti ai buoi? Anche all’interno del sottosuolo di Marte si presume
l’acqua; ma essa non presuppone di per sé che vi sia anche la vita. Da quanto
tempo certe teorie scientifiche «predicano» l’esistenza di altre forme di vita
su altri pianeti? Le prove fin ora sono pari a zero.
Come già detto, la presenza d’acqua su altri pianeti non significa
automaticamente che vi sia la vita. Dio non ci dice che cosa abbia fatto altrove
nell’universo, ma ci rivela che si è dedicato particolarmente alla terra, dove
ha creato una ricca biodiversità. Ha creato Dio vita su altri pianeti? Non ce lo
ha rivelato. C’è da presumere che non l’abbia fatto; rivelarlo gli avrebbe
portato maggiore gloria, ma non lo ha fatto.
In ultima analisi, se c’è o meno vita altrove nell’universo non cambia nulla
alla mia fede in Dio, essendo ciò un dettaglio. Finché non ci saranno prove
certe della vita altrove, è meglio essere scettici al riguardo.
Molto spesso coloro che ipotizzano la vita altrove nell’universo, lo fanno per
relativizzare la rivelazione biblica e il Dio della Bibbia; sono atei, agnostici
o appartenenti a gruppi di segreta affiliazione (p.es. massoneria). Il mondo non
è neutrale.
Bisogna infine distinguere la scienza (si basa sull’esperimento controllato)
dalle teorie scientifiche (sono opinioni soggettive).
Si veda nel mio libro «Temi delle origini» (Le
Origini 1) l’articolo «La Genesi
e la scienza», pp. 181-196.
Riflettendo sulle prove create ad hoc, ho dovuto pensare a questo motto:
«Alcuni scuotono la testa sulla zuppa fintantoché non cada in essa un capello di
cui lamentarsi». Parallelamente mi è venuto da dire: Alcuni agnostici tanto
vorrebbero credere alla vita su altri pianeti, che per avere ragione
sarebbero disposti a portarcela... dalla terra.
2.
{Nicola Berretta}
▲
Non nascondo d’aver
trovato anche io affascinante il pensiero che Dio possa aver creato la vita
altrove nell’Universo. Prima però d’entrare dentro la questione, vorrei
sottolineare come quest’argomento sia affrontato partendo da postulati
evoluzionisti a oggi ancora non dimostrati. Come ha giustamente detto Nicola
Martella: «La presenza d’acqua su altri pianeti non significa automaticamente
che vi sia la vita». Se guardiamo bene, infatti, le discussioni in merito alla
presenza di forme di vita in altri pianeti partono da presupposti sull’origine
della vita che, pur trovandosi descritti nei libri di testo di Biologia come
cose assodate e ovvie, non hanno fino a oggi avuto riscontri sperimentali
convincenti (compresi gli esperimenti di Miller sul brodo primordiale). Ma non
finisce qui. Anche l’eventualità della scoperta di forme «semplici» di vita,
quali i batteri, viene considerato un elemento a favore di forme di vita
intelligente, in quanto si dà per scontata l’ipotesi che anche sulla Terra le
attuali forme complesse di vita intelligente abbiano avuto origine a partire da
forme di vita semplice.
Al di là però di queste polemiche sulla solidità scientifica delle ipotesi
sull’origine e lo sviluppo della vita sulla Terra, trovo comunque interessante
affrontare la questione teorica se Dio possa aver creato la vita anche altrove,
su altre galassie o su altri pianeti del nostro sistema solare. Capisco
l’atteggiamento scettico di Nicola Martella, allo stesso tempo però io non trovo
«scandalosa» la possibilità che Dio lo abbia fatto. Il fatto che la Scrittura
non ne parli non significa automaticamente che non esista, essendo la Scrittura
una rivelazione di Dio all’Uomo, e avendo dunque necessariamente una visione
antropocentrica, cioè dunque geocentrica (ossia «Terra-centrica»,
se mi si consente il termine).
Il punto però, a mio giudizio è un altro. Ammesso e non concesso che Dio abbia
creato la vita altrove, quale è il rapporto che Dio ha stabilito (se lo ha
stabilito) con queste forme di vita?
Se un domani la sonda X lanciata sul pianeta Y o sulla coda della cometa W
rilevasse la presenza di batteri, io troverei la scoperta addirittura
entusiasmante. Se però un dopodomani la missione spaziale X sbarcasse sul
pianeta Y della costellazione W e trovasse segni di vita intelligente (pur
consapevole della vacuità di quest’affermazione, essendo noi condizionati dalla
filmografia che dà per scontato che gli alieni siano antropomorfi), la questione
avrebbe riscontri teologici molto più profondi. Ha Dio stabilito un «rapporto di
grazia» anche con loro? Se sì, in che modo? Saremmo noi autorizzati ad
annunciargli Gesù crocifisso, in Messia storico d’Israele? Oppure no, in quanto
Gesù Cristo è mediatore solo per l’Uomo, essendosi egli fatto Uomo e non
«alieno»? (Eb 2, 14-17).
Vorrei però far presente che questa domanda non necessita della scoperta
d’alieni per essere posta. La medesima domanda è pertinente anche oggi. Noi, per
certi versi, siamo già oggi circondati da «alieni». Mi riferisco a tutte le
forme di vita che qui sulla Terra ci circondano. Che tipo di rapporto Dio ha
stabilito (se lo ha stabilito) con loro? Perché dovrei pormi delle domande sulla
salvezza dell’alieno, incontrando una forma di vita intelligente nel pianeta Y,
e non mi pongo la stessa domanda quando incontro qui sulla Terra un cane,
anch’esso certamente una forma di vita intelligente?
Con questo voglio dire che, ammesso e non concesso che esistano altrove forme di
vita intelligente, ciò non significherebbe necessariamente che queste
abbiano un rapporto con Dio analogo al nostro, potrebbero infatti essere forme
di vita intelligente come i cani, i gatti, i batteri, le amebe o gli scimpanzé
di casa nostra.
Aggiungo anche il fatto che la Bibbia ci parla in un certo senso di «alieni». Mi
riferisco agli angeli, ai cherubini e ai serafini. Anche per loro si pone il
problema della natura del rapporto di grazia che Dio ha stabilito con loro. Il
brano sopra citato d’Ebrei dice specificamente che Cristo non è un mediatore per
loro. Come sono salvati gli angeli? Io non lo so, eppure la stessa Scrittura ci
dice che gli angeli saranno giudicati (1Cor 6,3).
Insomma, ciò che alla fin fine voglio dire è che il problema teologico del
rapporto che Dio stabilisce con le sue creature non-umane non ha bisogno della
scoperta di batteri su Marte o d’alieni su Andromeda per essere posto.
3.
{Argentino Quintavalle}
▲
Argomento straordinariamente
affascinante a cui sono tentato di rispondere con un categorico no! Niente forme
di vita negli altri pianeti! C.S. Lewis ha scritto: «Se nell’universo c’è vita,
questo riduce all’assurdità la pretesa cristiana, cioè che Dio è sceso e si è
incarnato su questo pianeta, per noi e per la nostra salvezza». Ma credo che la
questione meriti un’ulteriore riflessione, e desidero svilupparla in tre punti. ■ 1) La
scoperta d’ET (extra-terrestri) non sarebbe alcuna minaccia per il cristianesimo
più che della scoperta d’una nuova specie di pesci.
■ 2) Sarebbe
mettere dei limiti al potere di Dio dire che Egli non avrebbe potuto mettere la
vita su altri pianeti. C’è un riferimento in Gdc 5,23 a un posto abitato
chiamato Meroz, che molti pensano sia una stella.
■ 3) Nel
pensiero biblico, le creature più straordinarie e meravigliose si trovano qui
sulla terra. Possiamo esplorare le profondità più remote dello spazio e nello
stesso tempo rimanere estranei alla nostra umanità. I veri segreti dell’universo
si trovano nascosti nella profondità dell’anima umana.
°*°*°*°*°*
Alla domanda se gli uomini sono gli unici esseri coscienti
dell’universo, rispondo con un deciso no. Prima di tutto, gli animali sentono il
dolore e non bisogna causare loro una sofferenza non dovuta. In secondo luogo,
la Bibbia parla degli angeli come d’esseri coscienti d’appartenere a un mondo
diverso dal nostro.
L’unicità del genere umano non è la coscienza ma il modo in cui la coscienza è
in grado di relazionarsi con il bene e il male, di prendere decisioni e di fare
distinzione tra il bene e il male.
Esaminiamo
meglio la questione di Meroz. In Gdc 5,23 la profetessa Debora canta la vittoria
di Barak contro Sisera. Nel suo cantico, dice: «Maledite Meroz, dice l’angelo
dell’Eterno; maledite, maledite i suoi abitanti».
Dov’è Meroz
e chi sono i suoi abitanti? Una tradizione ebraica dice che Meroz è una stella
(o pianeta). I corpi celesti erano venuti in aiuto agli Israeliti, come Debora
aveva dichiarato nel v. 20: «Dai cieli si combatté: gli astri, nel loro
corso, combatterono contro Sisera». Questa stella, però, che era quella di
Sisera, non è venuta in aiuto agli Israeliti, e così Meroz è stata maledetta
insieme ai suoi abitanti. Naturalmente, ciò si può contestare.
Si potrebbe
anche citare il Sal145,13 che letteralmente recita: malkûtekā
malkût kāl `ōlāmîm, cioè: «Il tuo regno è regno di tutti i mondi».
Mettere dei limiti al Creatore è una cosa che la creatura non ha il
diritto di fare.
Nel caso
esistano, sono abitanti intelligenti? L’intelligenza, nella Bibbia, è la
capacità di prendere decisioni con libero arbitrio. Il libero arbitrio è
possibile solo dove c’è la Parola di Dio, laddove il Creatore offre alle sue
creature delle possibilità di scelta e chiede loro di fare la scelta giusta.
Se ci fosse
una vita intelligente in altri posti nell’universo, quelle creature dovrebbero
avere la Parola di Dio. Potrebbero avere una Parola di Dio diversa dalla nostra?
Questo non è possibile, perché la sua Parola è verità, e non ci possono essere
due verità.
Potrebbero
avere, allora, la stessa Parola che abbiamo noi? Anche questo sembra
impossibile, poiché la stessa Parola di Dio ci descrive in dettaglio come è
stata rivelata su questo pianeta (prima con Mosè e poi col Messia) e quali sono
le sue richieste.
Dunque,
sebbene ci sia la possibilità teorica della vita su altri pianeti, questa vita
non può essere una vita intelligente come quell’umana.
È un assioma biblico che l’universo sia stato creato in funzione dell’uomo, e
così anche le stelle e gli angeli. Naturalmente questo pone una questione
difficile. Come è possibile che l’uomo, un granello di polvere, si trovi al
centro dell’universo? Dovremmo renderci conto che la dimensione spaziale ha ben
poco significato per Dio. Il cervello umano è ben più complesso della galassia
più grande, e inoltre, l’uomo è dotato di un’anima divina che sovrasta anche gli
angeli più eccelsi. Tuttavia, se parliamo della possibilità d’una vita
extraterrestre, dobbiamo inoltrarci nella questione del libero arbitrio. Se
l’universo è stato creato per l’uomo, non può esistere un’altra creatura che
possiede il libero arbitrio. Tutte le creature che conosciamo, anche gli angeli,
sono in funzione dell’uomo (cfr. Eb 1,14), e sarebbero superflui senza l’uomo.
Se tali creature, dunque, non hanno alcuna utilità per l’uomo, qual è la loro
ragion d’esistere?
Nel caso che esistano, non dovremmo aspettarci che le creature d’un altro mondo
assomiglino all’uomo. La libera volontà è un attributo esclusivo dell’uomo, a
cui è stata data la Parola di Dio e i suoi comandamenti. L’uomo ha una
responsabilità morale unica.
4.
{Pino Destratis}
▲
Credo che questo
sia un interrogativo del mondo civilizzato, che non riesce a colpevolizzarsi per
un pianeta che giorno dopo giorno, a causa d’un progresso sfrenato, va verso la
distruzione, mentre l’uomo stesso, colpevole di quanto sta accadendo, resta a
guardare, cercando una soluzione per il proseguimento della vita, lontano dalla
propria visuale, invece di pensare a salvare quello che si può ancora salvare.
Sono stati trasmessi fin troppi film, nei quali si vedono arrivare alieni e
ominidi da altri pianeti. E credo che questo ha fatto crescere man mano nella
mente dell’uomo questo desiderio, probabilmente perché l’uomo conscio della
distruzione in atto del pianeta terra, cerca di trovare la possibilità di poter
continuare la vita da qualche altra parte.
Concordo con Nicola Martella, se Dio avrebbe voluto comunicarci d’aver creato
anche la vita su altri pianeti, ce lo avrebbe comunicato attraverso la sua
Parola, ma nella Bibbia non vi è riportato nessun passo nel quale si possa, in
qualche modo, decifrare una simile opportunità. Inoltre penso che Dio essendo
onnisciente, avrebbe sicuramente tenuto in considerazione il fatto che già su
questo pianeta la sua creatura gli avrebbe dato problemi.
Ci sono ancora molti che ripensano ancora alle storie di Giulio Verne, ma anche
se siamo arrivati sulla luna, restano sempre storie.
Purtroppo lo spirito d’avventura, alimenta la fantasia dell’uomo, il quale si
convince sempre più di trovare la vita su di un’altro pianeta, ma credo che
questo coincide solamente con i successi tecnici (in campo spaziale) che si
stanno raggiungendo, penso che più l’uomo riesce ad andare lontano dalla terra,
più egli pensa d’avere maggiori possibilità di trovare forme di vita esistenti
su altri pianeti.
La Bibbia parla chiaro, nella creazione dell’universo, Dio ha concentrato la sua
volontà sulla terra, inoltre in Matteo 24,14 si parla d’annunciare il Vangelo a
tutte le genti del mondo, non dell’universo, se ci fosse vita anche su altri
pianeti e dato che Gesù è venuto sulla terra, avrebbe certamente comandato
d’annunciare il Vangelo della salvezza anche su altri pianeti. Siamo soli
nell’universo, e la scienza cerca, a mio parere, di correre troppo (con la
fantasia) andando spesso a «urtare» contro qualche punto interrogativo. Scienza
e fede non potranno mai andare a spasso insieme, noi dobbiamo tener presente che
la scienza è limitata dalla ricerca, mentre la fede è alimentata dalla Parola di
Dio.
Nota redazionale:
Bisogna distinguere fra la «scienza» e le «le opinioni / tesi scientifiche». La
contraddizioni maggiori stanno tra queste ultime e la fede, non tanto fra fede e
scienza.
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Vita_universo_Ori.htm
27-05-2008; Aggiornamento: 31-05-2008
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