Negli ultimi anni,
ne abbiamo sentite di tutti i colori riguardo a musulmani che, in Italia e nel
resto dell’Europa, hanno perseguitato, angariato e, in certi casi ucciso i loro
connazionali e correligionari, che hanno abbracciato la fede in Gesù
Cristo. Addirittura padri, fratelli, zii e altri parenti hanno
maltrattato e in certi casi ucciso ragazze che volevano vivere soltanto
all’occidentale o fidanzarsi con un italiano.
Quando qualcuno, che è musulmano o è almeno vicino a tale ambiente, si converte
poi a Gesù Cristo, si diffonde presto la voce in tale ambiente e comincia da
parte dei musulmani un vero assedio
verso i malcapitati, con disprezzo, minacce e quant’altro.
Nel primo contributo c’è la testimonianza di un cristiano biblico, che ha
approfondito la sua conoscenza dell’Islam. Egli narra la pesante situazione di
una neofita cristiana e di suo figlio, anche lui neofita, che stanno passando
pene d’inferno a causa dell’ex-marito musulmano (e padre biologico del
giovane), da quando hanno deciso di seguire Cristo quale Salvatore e Signore.
Tale uomo, dopo essersi disinteressato del figlio per tutti questi anni, ora è
stato messo sotto pressione dall’imam e dai religiosi musulmani perché riconduca
il figlio nell’Islam.
Lo scopo perché
mettiamo all’attenzione dei credenti biblici in Italia, è certamente la
preghiera. D’altronde sarà proficua anche una discussione in merito;
chiediamo però che ci siano specialmente contributi qualificati.
Che per la fede in Cristo si possa essere perseguitati e
uccisi ai nostri giorni nei Paesi islamici con l'incuria o la connivenza della
polizia locale, è mostrato dal seguente fatto di cronaca: riportato da «Il
Velino»: «Pakistan: cristiano arso vivo, rifiutava conversione a Islam».
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
▲ (I
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1. {Stefano
Frascaro}
▲
«Or voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove» (Luca
22,28).
A volte non bisogna
andare molto lontano, per incontrare persone a cui viene impedito di proclamare
liberamente il nome di Gesù Cristo.
Voglio raccontarvi quello che sta accadendo in una piccola comunità evangelica
in Italia. Capirete da soli il motivo per cui ometterò il nome della chiesa e
delle persone coinvolte. Noi sappiamo però che il Signore li conosce a
perfezione e li ama d’un amore che noi non possiamo immaginare.
Il Signore ci ha dato il privilegio di conoscere «Maria» e «Ivano» (i nomi sono
stati chiaramente cambiati). Maria
non è una donna è islamica e non ha mai fatto la shahada (rito per
diventare musulmana). Lei era sposata col musulmano «Fulan». Quando Maria disse
a Fulan d’aspettare un bambino, questi non volle averlo, dicendo che non c’era
lavoro, eccetera. Alla fine decisero di separarsi, cosa ottenuta poi legalmente.
Maria non ha mai ricevuto un centesimo d’alimenti, che pur le aspettavano.
Ivano nacque, gloria a Dio, e fu portato avanti soltanto da Maria. Quando
Ivano aveva 4/5 anni Fulan, il padre, lo rapì dalla madre per portarselo in un
paese arabo. Lo Stato italiano non fu in grado di intervenire. Allora Maria
partì per quel Paese, aiutata da qualche persona; sottrasse, di nascosto, suo
figlio all’ex marito e se lo riportò in Italia.
Per gli anni successivi Fulan non si fece più vedere. Il piccolo Ivano,
per vicissitudini della vita, fu due volte vicino alla morte; Maria avvertì
Fulan (che si trovava all'estero), ma egli non venne mai a trovarlo. Ora, poiché
il Signore aveva grandi piani per loro, li toccò con la sua grazia e fece
riprendere Ivano tutte e due le volte, senza danni.
Qualche tempo fa una sorella della chiesa, che ben conosceva Maria, ci chiese se
potevamo pregare per queste due persone (che ancora non conoscevamo) e
specialmente per questo ragazzo, che stava vicino alla morte. Per la
gloria di Dio, dopo qualche tempo essi accettarono Gesù come personale
Salvatore, madre e figlio! Tuttavia Satana è all’opera. Fulan, sebbene della
ex-moglie poco gli importava e si comportò poco da padre verso il ragazzo, venne
a sapere, non si sa bene come, che il figlio era diventato cristiano; e tutto
infuriato trovò il tempo di venire in Italia per dissuaderlo.
Un giorno, lo ha preso e lo ha trattenuto tutto il giorno in una moschea di
Roma, con la speranza di farlo abiurare, ma la forza di Dio era in Ivano
che, nonostante la sua giovane età, stando davanti al padre e all’imam della
moschea, disse chiaramente che mai e poi mai avrebbe rinunciato alla sua fede in
Cristo. Quanto è grande la Parola di Dio! Un ragazzo, da solo, davanti a uomini,
che facevano pesanti pressioni su di lui; era lì come Davide contro Golia e come
Gesù nel tempio dinanzi ai dottori della legge! Il Signore c’insegna che non
siamo mai da soli e che le grandi battaglie non sono le nostre, poiché quella
che stava combattendo Ivano, non era una sua battaglia, ma era del Signore! Le
parole che diceva Ivano erano parole del Signore! Le armi che aveva Ivano,
gliele aveva date il Signore, poiché Ivano ha affidato il suo cuore, il suo
corpo e la sua vita al Signore.
Lì per lì, Fulan cede e lascia andare il ragazzo. Dopo qualche tempo, con grande
gioia, Maria e Ivano ci dicono che vogliono rendere pubblica la loro
appartenenza a Gesù con il battesimo. La gioia del momento ci viene
subito rattristata dalle mosse di Satana poiché, per qualche motivo a noi
misterioso, Fulan viene a sapere del battesimo e scatena la sua rabbia. Il
battesimo è programmato per una data stabilita, ma Maria e Ivano sono «assediati
in casa», poiché Fulan gli ha chiaramente detto che non permetterà mai che
Ivano si battezzi! Ha affermato che, come il ragazzo uscirà di casa, lo prenderà
e se lo porterà via.
Qualche giorno fa Fulan ha anche malmenato Maria per strada! Maria è
andata alla polizia, raccontando questi fatti, ma essi hanno detto che senza una
denuncia circostanziata non possono intervenire. Lei ha paura della denuncia,
perché Fulan ha molti amici; ogni giorno che lei esce di casa, i musulmani le
dicono male parole. Ivano non può uscire liberamente di casa per paura di
Fulan! Domenica scorsa non sono neppure potuti andare al culto, poiché questo
Fulan s’era piazzato davanti al portone di casa!
E allora, cari fratelli e sorelle, quello che vi chiedo sono
preghiere.
■ Preghiamo per questa madre e questo figlio, che nonostante gli attacchi
potenti di Satana, hanno riposto la fede nel Dio Onnipotente e nel suo Figlio
Gesù Cristo!
■ Preghiamo affinché la madre trovi la forza di denunciare l’ex marito.
■ Preghiamo affinché la madre rimanga salda nella fede in Gesù Cristo.
■ Preghiamo affinché il figlio rimanga saldo nella fede in Dio e che capisca che
cose meravigliose il Signore ha previsto per Lui.
■ Preghiamo per quest’uomo, che rimanga sorpreso dalla grande fede che ha visto
in loro e che si ravveda ponendosi domande su chi è il vero Dio!
■ Preghiamo affinché la domenica dei battesimi quest’uomo con i suoi «amici» non
provino a ostacolare la testimonianza pubblica, e vengano fermati e resi inermi
dalla potente mano di Dio!
Se volete, potete
mandarmi delle e-mail d’incoraggiamento, che provvederò a trasmettere
immediatamente agli interessati. Vostro fratello in Cristo… {23 marzo 2010}
2.
{Alessandro Vani}
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Carissimi, che dire? Mi chiamo Alessandro, ho 52 anni e sono d’una chiesa di
Roma. Purtroppo da anni leggo m’informo e sono sempre più preoccupato per le
vicende che coinvolgono donne occidentali coinvolte con matrimoni o convivenze
con mariti islamici.
Purtroppo per molti di loro la donna è un oggetto, un complemento
d’arredo e vale solo come riproduttrice di prole. Se poi queste donne hanno la
sfortuna d’avere figli maschi, allora si scatenano in questi mariti tali
e tali pressioni, causate da religiosi, che molte volte questi bambini sono
rapiti e portati in luoghi molto lontani dalla madre e dalla famiglia di
quest’ultima.
Cristo porta libertà di coscienza e di vita. Molti uomini islamici, anche
se da diversi anni ospiti in Italia, sono ancora sotto l’influenza di tradizioni
religiose pericolose e a volte mortali. Queste donne sono sole e ci
vogliono molti sforzi da parte di comunità cristiane per tirarle fuori dal
baratro. Poi la difesa della donna, secondo la cultura occidentale, a volte è
confusa con il razzismo, parola che riempie la bocca di molte persone che
ignorano la condizione femminile nel mondo islamico.
Denunciare i fatti e aiutare queste mamme e i loro figli mi sembrano
le strade da percorrere; ed è sicuramente la chiesa di Cristo, che deve
abbracciare queste persone, perché se cerchiamo di coinvolgere la società
civile, ci prendono per leghisti o nazisti, ignorando le sofferenze di queste
famiglie.
Vi saluto e vi ringrazio per la possibilità di poter parlare anche di questi
problemi. Io sono un pentecostale, ma fratello di chi crede a Gesù e quindi
siamo una famiglia, la famiglia del Salvatore! Saluti {24-03-2010}
3. {Pietro
Calenzo}
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La
testimonianza di questi due carissimi neocristiani non è purtroppo isolata
né innovativa in casi di specie o similari. Soltanto chi vive o ha vissuto
persecuzioni in famiglia per il Signore Gesù Messia, può, in parte
comprendere le prove, le peripezie, l’ostilità che questi cari figli di Dio
stanno sopportando nel santo nome di Cristo Gesù. Lode al Signore, poiché la
potenza del vivente Cristo li sostiene, li conferma e li rafforza contro
l’azione demoniaca del papà del ragazzo e dei suoi molto poco tolleranti amici
islamici.
Ci si potrebbe chiedere come la nostra politica consenta di non rendere
attuativo il dettato costituzionale sulla libertà di culto, che tale suprema
Carta pur sancisce, detta, regola e garantisce, ma questo è un altro discorso…
che esula dal combattimento spirituale. Ben ci avverte l’apostolo Paolo nella
santa Scrittura, mettendoci in guardia dalle arguzie, dalle seduzioni, dalle
trame del vero «architetto» di tali manovre, Satana, il diavolo, e i suoi
potentati. Tali manovre religiose sono il frutto della sua mente. (Ef 6,12; 1
Tim. 6,12). Pertanto vestiamoci del nostro armamento spirituale, con ogni
sorta d’intercessioni e suppliche all’Eterno (Ef 6,18) nel nome di Gesù (e se
possibile facciamo sentire la nostra cristiana partecipazione, comunione,
vicinanza a questi due carissimi credenti, con posta elettronica, e ogni altro
mezzo di comunicazione). Dio li benedica e li protegga, unitamente ai santi
dell’assemblea d’appartenenza. Amen. {24-03-2010}
4. {Vari e
brevi}
▲
■
Loro pretendono nei nostri paesi la libertà,
che essi stessi non concedono né nei loro paesi né in quelli degli altri! È
assurdo e pazzesco! {Giulia Papagna; 24-03-2010}
■
Dobbiamo essere pronti e forti. Purtroppo è
sempre stato così, dall’impero romano al papato, dai totalitarismo atei
all’islam, il mondo ci odia perché il mondo odia Dio. Chiediamo aiuto all’Eterno
perché le cose, alla fine, peggioreranno di sicuro. Dalle discriminazioni e
dagli attacchi culturali si passerà presto e ben altro... {Giovanni M. Caltana;
24-03-2010}
■
I veri cristiani saranno sempre perseguitati,
figuriamoci in queste circostanze. Il Signore chiama «beati» i perseguitati per
il suo santo Nome. Ciò che possiamo e dobbiamo fare noi, che
almeno in questo momento siamo «liberi» in questo senso, è pregare
incessantemente per la Chiesa perseguitata! Il Signore ci metta in cuore di
impegnarci seriamente in tal senso! Dio ci benedica col suo grande amore!
{Angela Morana; 24-03-2010}
5. {Daniela
Ferro}
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Io vorrei dire a
Maria e ad Ivano che possono e devono confidare nei loro fratelli. Io non
voglio soltanto pregare per loro, ma voglio fargli capire che adesso facciamo
parte d’un mondo diverso, dove si soffre tutti insieme, perché siamo membra d’un
unico corpo... Se ti fa male un braccio o un dente, ti fa male anche la testa e
tutto il corpo è nervoso... Con noi le cose stanno in uguale modo, siamo una
cosa sola in Gesù e non solo la domenica o il venerdì, ma sempre... anche di
notte. È per questo che non deve esserci nella loro mente il pensiero di non
dire le cose, perché ci preoccupiamo o perché ci danno disturbo... ma se non lo
dicono a noi, se non danno sfogo al loro dispiacere con noi, allora con chi? Ci
siamo per questo, un fratello è un fratello vero... Vorrei poter fare qualcosa
per loro, per il momento li stringo forte con un abbraccio, che Dio vi benedica.
{24-03-2010}
6. {Guerino De
Masi}
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Conosco alcuni
fratelli egiziani che, avendo ricevuto Gesù come Salvatore e Signore nella
loro vita, sono dovuti «scappare» dal loro paese e dalle loro famiglie perché
minacciati di morte! Ho conosciuto l’altro sabato un giovane arabo,
credente in Cristo, che ci ha spalleggiati nella nostra testimonianza in piazza.
L’indomani pomeriggio andava anche lui in piazza del Duomo a Milano per una
predicazione diretta ai musulmani. Per la sua incolumità, utilizza due nomi: uno
per dialogare con i musulmani e un’altro, quello vero, per relazionarsi con noi.
Questo per evidenziare il «reale» rischio che un arabo corre quando si converte
all’Evangelo.
Le sdolcinate espressioni del vogliamoci bene, secondo cui tanto i musulmani
veri sono «moderati» e quindi praticano l’amore e la pace, sono autentiche
bufale tese ad addolcire la pillola. Purtroppo, le nostre autorità sembrano
ricattate dagli islamici. A Monza, per esempio, vengono sistematicamente
rifiutati i locali comunali per qualsivoglia attività religiosa (all’infuori di
quelle cattoliche ovviamente) e lo scopo è chiaramente teso a non creare
precedenti per eventuali richieste degli islamici! Non del tutto efficaci, però,
perché l’autorizzazione concessa per un nostro gazebo contiene notevoli
restrizioni e divieto d’amplificazione sonora e striscioni. Ironia di tale
vincoli: quando noi eravamo intenti a una nostra manifestazione di
testimonianza, attenendoci scrupolosamente alle prescrizioni dettateci, nella
piazza adiacente, mai concessa per manifestazioni, un furgoncino con striscioni
e bandiere con tanto d’altoparlanti, megafoni e musiche arabeggianti faceva
propaganda-protesta per i «diritti» degli extracomunitari arabi sul nostro
territorio.
Poi leggo periodicamente notiziari di cristiani perseguitati e
assassinati in paesi musulmani! Confesso che mi riesce difficile, in questo
clima, testimoniare ai musulmani. Ringrazio il Signore per coloro che
hanno questa chiara visione e che posseggono anche le qualifiche per
testimoniare di Gesù a loro. Mi sono trovato con alcuni fratelli a
«spalleggiare» il loro ministero qualche volta, ma vi confesso il mio disaggio e
la mia impreparazione.
Eppure conosco tanti arabi credenti, grazie al Signore, e tanti di loro hanno
una fede genuina e uno zelo per le cose del Signore e per la testimonianza, che
sono un esempio per me.
Mi rattrista sempre la notizia di credenti arabi perseguitati! Mi sento
anche «impotente» e un po’ frustrato per non poter essere d’ulteriore aiuto
all’infuori d’una pratica comunione fraterna e disponibilità nei loro confronti.
Posso solo pregare, chiedendo al Signore di sostenerli e fortificarli nella loro
prova.
Se noi italiani non siamo più perseguitati nel nostro paese per la nostra
fede... è solo una grazia del Signore, malgrado le opposizioni palesi o nascoste
del cattolicesimo.
Rimane comunque l’affermazione della Scrittura che mi lascia perplesso e
m’induce a un esame sul mio modo di vivere la mia fede: «Chi vuole vivere
piamente in Cristo Gesù sarà perseguitato»! (2 Timoteo 3,12). E anche: «Ricordatevi
della parola che vi ho detta: “Il servo non è più grande del suo signore”. Se
hanno perseguitato me, perseguiteranno
anche voi; se hanno osservato la mia parola,
osserveranno anche la vostra»
(Giovanni 15,20). {25-03-2010}
7. {Vincenzo
Russillo}
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La prova che
stanno attraversando questi due fratelli in Cristo, è davvero da monito per
molti credenti. È molto duro lottare contro delle persone, che t’avversano nel
professare liberamente il tuo amore per Gesù. Ho avuto diretta testimonianza
delle ingiurie che hanno toccato alcune persone solo perché evangelici.
Ma vivere con la minaccia costante è davvero un «vincolo» pesante da
sopportare. Essere discepoli di Cristo però non ci porta a essere immuni alle
tribolazioni e ai dolori, anzi bisogna mettere in conto che chi ama realmente
Dio, dovrà far fronte ai «giganti», che la vita gli metterà davanti.
Forse dovremo fare delle rinunce o sopportare diverse angherie, ma dobbiamo
prenderle come motivo di crescita perché nella Bibbia c’è scritto: «Or
sappiamo che tutte le cose cooperano al
bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo
disegno» (Romani 8,28).
La grande prova che ha affrontato questo giovane ragazzo, resistendo alle varie
minacce, mi riportano in mente le tribolazioni che dovettero passare i primi
discepoli
di Cristo e Egli stesso per mano del sinedrio e delle milizie romane. Tutto ciò
ci sprona a fare di più e deve essere anche per loro stessi un convincimento che
Dio guiderà il tutto per il meglio. Se permette che noi dobbiamo passare dei
dolori, è perché possiamo essere somiglianti a Gesù: «Perché quelli
che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere
conformi all’immagine del Figlio
suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli» (Romani 8,29).
Le mie piccole esperienze di vita da discepolo di Cristo mi hanno insegnato ad
andare avanti con ostinazione, forse inizialmente non ne capiamo il motivo, ma
bisogna ben intendere che nulla è a caso e anzi le prove ci rafforzano
(Romani 5,3-5). Anche se per loro è sicuramente un momento duro da sopportare,
devono ricordare una promessa fondamentale: «Beato l’uomo che
sopporta la prova; perché, dopo
averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo
amano» (Giacomo 1,12). A loro va tutto il mio incoraggiamento a
perseverare con gioia nelle vie del Signore, sapendo che Lui guiderà ogni
cosa e fornirà la via d’uscita anche per questa situazione (1 Corinzi 10,13).
{24-03-2010}
8. {Maria
Crociaria, ps.}
▲
Cari fratelli e
sorelle in Cristo, vorrei ringraziare ognuno di voi, dovunque vi troviate per il
vostro intervento in risposta all’e-mail mandato dai fratelli Nicola e Stefano,
grazie per le vostre preghiere.
Il Signore Gesù è così potente che ha risposto alle nostre richieste e così io e
mio figlio siamo riusciti a battezzarci senza che il mio ex marito sia
intervenuto per impedircelo.
Cari fratelli, il Signore ci ha pensato Lui al mio ex marito. In quella
settimana del battesimo, hanno fermato il padre di mio figlio alla frontiera tra
Francia e Italia, mentre la stava attraversando in macchina. Inizialmente è
stato fermato per un semplice controllo, ma in seguito le forze dell’ordine
hanno rilevato una querela contro di lui e, nutrendo il sospetto riguardo a cosa
stesse facendo nella vita, lo hanno detenuto in questura per sette giorni.
Cari fratelli, sono così commossa riguardo a come il Signore lavora per noi,
anche sapendo di come avete reagito voi per noi mediante le vostre preghiere;
ringrazio sempre Dio per avermi dato una buona famiglia spirituale, in cui ci
siete anche voi.
Adesso io non ho più paura a incontrare per strada gli amici del mio ex marito
(tutti musulmani), perché io appartengo a Gesù e Lui è dentro di me, e loro non
potranno mai togliermelo.
Cari fratelli, grazie con tutto il cuore, le vostre preghiere sono state
ascoltate. Vi ringrazia una umile sorella che vi porterà sempre nel suo cuore.
Che nostro padre abbracci ognuno di voi, vostra sorella in Cristo... {12 aprile
2010}
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {}
▲
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/T1-Neofiti-crist_angari_musul_OiG.htm
23-03-2010; Aggiornamento: 15-04-2010 |