Qui di seguito
discutiamo l’articolo «I
cherubini sull’arca del patto». Mi ha sorpreso leggere la grande
confusione che c’è tra i lettori riguardo ai componenti degli «esseri celesti».
Per questo motivo è bene affermare qualcosa di chiaro al riguardo, visto che nei
contributi, che seguono, la confusione fra «cherubini» e «angeli» è
ricorrente.
Serafini e cherubini sono angeli? Questo è quanto leggo continuamente ed
erroneamente in rete. I serafini hanno 6 ali e una sola faccia (Is 6; Ap
4). I
cherubini hanno 4 ali e 4 facce (Ez 1,5ss «quattro esseri viventi»; 10,1ss
cherubini). Gli «angeli» o «inviati» (ebr. male’akim)
sono una terza categoria degli «esseri celesti». Essi non hanno ali e hanno una
sola faccia, talché quando appaiono negli episodi biblici, sono spesso confusi
con gli uomini o i profeti (cfr. Gdc 13). Ad essi si aggiungono i «ventiquattro
anziani», che ricorrono solo nel libro dell’Apocalisse, unitamente ai
serafini o indipendentemente da loro, esprimendo l’autorità regale (Ap 4,4;
11,16).
Affermare che cherubini e serafini sono «angeli», sarebbe come dire, ad esempio,
che pipistrelli, farfalle e calabroni sono tutti «uccelli», mentre invece sono
«esseri alati»!
Dopo tale esplicazione
doverosa, ricordo che
l’oggetto del tema non è tanto la «pneumatologia creaturale», ossia gli
esseri celesti creati, ma i cherubini presenti sull’arca del patto. In
ambiente cattolico romano (così pure ortodosso, copto e simili)
l'argomento dei cherubini viene usato come
alibi per tentare di accreditare la cosiddetta iconografia sacra, ossia
l’uso delle immagini religiose, e la loro venerazione e culto. Abbiamo
visto, però, che i cherubini erano soltanto fregi e ornamenti sull’arca
del patto, che era costruita come una cassapanca a forma di trono, di sui i
cherubini formavano le due parti laterali col loro corpo, i braccioli con la
loro testa quadricefala e lo schienale con le loro ali congiunte insieme.
Abbiamo visto che troni del genere erano ricorrenti nel Medio Oriente antico.
Per l’approfondimento
sugli esseri celesti si vedano in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Cherubini», pp. 107ss; «Esseri celesti», pp. 157s; «Figli di Dio
(esseri celesti)», p. 162; «Inviato di Jahwè», pp.
194s.
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opinioni?
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I contributi sul tema ▲
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1. {Lidia
Bellavia}
▲
Nota redazionale:
Avevo letto una nota di questa amica cattolica dal titolo «Mi guideranno i
Cherubini» e avevo postato il link dell’articolo, qui discusso, perché ella ne
tenesse conto. Alla fine del suo scritto, di per sé molto triste, disilluso e
melanconico, ella scriveva: «Un Angelo mi appare fra margherite e giovani
querce aprendo le sue ali per proteggermi, insieme a giovani guerrieri
per difendere il mio amore! Non cercherò più amore in elemosina da chi non
conosce amore, ma guarderò le stelle lasciando l’angusto sentiero, la luna
ammiccante coi suoi raggi indicherà guidata da Cherubini la strada della
vita...» (grassetto nostro).
■
Contributo: Nicola, nella mia nota c’è un:
«Mi guideranno i Cherubini». Mi riferisco agli Angeli, «senza
addentrarmi in meandri» troppo complicati per una fede semplice e vera come la
mia! Grazie, buona giornata. {06-08-2011}
▬
Risposta 1
(Nicola Martella): I cherubini non sono «angeli», e viceversa, come i
cani non sono gatti. Inoltre, i cherubini non possono guidarti, essendo
in cielo allo stretto servizio di Dio, e non sulla terra. Fatti guidare
da Dio stesso mediante il suo Spirito Santo; altre guide non sono
previste per chi teme Dio.
▬
Replica 1 (Lidia Bellavia): Nella prima
gerarchia sono contemplati: i Serafini, i Cherubini ! Sono angeli!
{06-08-2011}
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): Non è semplicemente vero! Gli «angeli» o «inviati» sono una
terza categoria degli «esseri celesti». Leggi l’intero articolo, dove spiego
tali differenze. I serafini hanno 6 ali e una sola faccia (Is 6; Ap 4). I
cherubini hanno 4 ali e 4 facce. E gli «angeli» (ebr.
male’ākim) non hanno ali e hanno una sola faccia, talché quando
appaiono, sono confusi con gli uomini o i profeti (cfr. Gdc 13). Confonderli,
sarebbe come confondere, ad esempio, erbivori, carnivori e onnivori oppure
bovini, felini e pesci.
Nota redazionale: Ella sostiene di vedere realmente angeli!
Meraviglia che faccia tali confusioni tra gli esseri celesti.
A prescindere dal suo caso, che cosa pensare, quando delle persone affermano di
avere delle visioni d'angeli? Chi essi siano realmente, quando appaiono,
qualche dubbio è meglio avercelo, visto che «anche Satana
si traveste da angelo di luce» (2 Cor 11,14). Si fa, quindi, bene a
seguire l'ingiunzione dell'apostolo Giovanni: «Diletti, non crediate a ogni
spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti
falsi profeti sono usciti fuori nel mondo» (1 Gv 4,1). E questo tanto più,
come scrive l'apostolo Paolo: «Nessuno a suo talento vi derubi del vostro
premio per via d’umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle
proprie visioni, gonfiato di nullità dalla mente della sua carne» (Col
2,18).
2. {Concy
Catalano}
▲
■
Contributo: Dei due cherubini, posti
alle due estremità del propiziatorio, non se ne sa la forma, cioè se
avevano una forma umana o di cherubino. Ma nessuno di noi ha mai visto un
cherubino o un angelo. In Esodo 25,18-19 non è specificato. Sappiamo solo
che gli angeli sono delle creature di Dio, sono suoi messaggeri. Spesso
Dio ha permesso loro di prendere una forma umana per poter essere resi visibili
a Abramo, a Lot, ecc. {06-08-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Ezechiele
spende interi capitoli (Ez 1,5ss «quattro esseri viventi»; 10,1-22 cherubini;
cfr. 11,22) per descriverci minuziosamente i cherubini; se ne parla in 61 versi
nella Bibbia. I cherubini non sono «angeli», e viceversa, ma sono due
categorie distinte di «esseri celesti»; così come i gatti non sono cani, e
viceversa, ma due distinte specie di fauna. I cherubini non hanno mai preso
una forma umana per manifestarsi; in genere, essi non si manifestano mai
agli uomini, essendo strettamente legati alla teofania divina.
I serafini
sono solo dentro il santuario celeste (Is 6; Ap 4). Gli «angeli» hanno
una forma umanoide già di per sé, senza ali s’intende; solo loro vengono mandati
sulla terra per eseguire gli ordini divini.
Se si legge prima l’intero articolo, così si avrà maggiore chiarezza già prima
di intervenire.
▬
Replica (Concy Catalano): Sì, ma io parlavo
del passo dell’Esodo. È vero Ezechiele che parla tanto dei cherubini,
definendoli sempre in modi diversi: anche con facce d’uomo e di animali;
comunque non abbiamo una sola definizione degli angeli, ma ce ne sono
diverse. Quindi, le cose che Dio ha rivelate, sono per noi, ma le cose occulte
appartengono a Dio. Ci sono cose che per ora non sono alla nostra portata, ma un
giorno Dio ci spiegherà ogni cosa. {06-08-2011}
▬
Risposta2 (Nicola Martella): Il fatto che
tu abbia una conoscenza limitata sugli «esseri celesti», non
significa che non ne possiamo sapere nulla. Uno studio approfondito debba Bibbia
sul tema chiarisce più di quanto pensiamo. Non dobbiamo però credere che la
nostra soggettiva «santa ignoranza» su un tema sia una questione
oggettiva. Su questo e su altri temi è meglio ammettere con onestà e umiltà: «Non
lo so», che dire con disavvedutezza: «Non si sa». Uno studio serio
sull’argomento ti smentirebbe.
3. {Lorenza
Perrotta}
▲
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Contributo: L’arca del patto, nel
luogo santissimo del santuario celeste, conteneva i dieci comandamenti scritti
da Dio stesso, la manna e la verga d’Aaronne. Era tutta di legno rivestita
d’oro. Il suo coperchio o propiziatorio faceva da base per i due cherubini
d’oro. Essi non erano oggetto di adorazione, ma erano una rappresentazione della
realtà celeste, dove i veri cherubini stanno davanti al trono di Dio lodandolo
del continuo. Al lato dell’arca stessa si trovava il libro di Mosè
contenente tutto il cerimoniale. Nel luogo santissimo poteva entrarci solo il
sommo sacerdote, una volta all’anno, nel giorno dell’espiazione, non
prima di aver sparso l’incenso con il turibolo d’oro. E sull’arca si rivelava la
scekinah, ossia la luce della presenza di Dio.
Nel Nuovo Testamento Giovanni, profeticamente in visione, vide aprirsi il tempio
reale di Dio (Apocalisse 11,19) e vide in esso l’arca del patto originale.
E in essa si trovano i dieci comandamenti altresì originali, ossia la
legge di Dio. Quest’ultima è l’espressione del suo carattere e la base del suo
governo o giustizia. Qui è la costanza dei santi, che osservano i comandamenti
di Dio e la fede di Gesù [N.d.R.: Ap 14,12]. {06-08-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Dico brava a
Lorenza Perrotta. Faccio solo qualche osservazione. Il termine šekinah
non ricorre mai nell’ebraico dell’AT; quindi, è meglio non proiettarla lì.
Si parlava della gloria
nel santuario, quando Dio appariva là (1 Re 8,11; 2 Cr 5,14; 7,1ss; Sal 26,8;
29,9; 63,2; Is 60,7; Ez 44,4; Ag 2,7), specialmente sul suo trono o arca del
patto (Gr 14,21; 17,12; cfr. Is 6,1ss; Zc 6,13).
Capisco la sua appartenenza all’avventismo o sabatismo, ma esso non deve
far proiettare ciò, che nell’arca celeste non c’è. In Apocalisse 11,19 si
parla del «tempio di Dio, che è nel cielo» e della «arca del suo patto»,
ma non si afferma altro. Quindi, non si afferma che in essa ci fossero
oggetti storici terrestri quali le tavole della legge. Il santuario
terrestre fu fatto secondo il modello celeste (At 7,44; Eb 8,5), questo è vero;
tuttavia, il
contenuto dell’arca non faceva parte dell’originale, altrimenti sarebbe
stato messo dentro fin dall’inizio, mentre le due tavole, la manna e la verga
d’Aaronne furono aggiunte dopo, a mano a mano, nella storia, in seguito a
eventi specifici.
Le due tavole della legge erano chiamate con un termine, che è stato tradotto
come «Testimonianza» e intende molto più «ciò che si può sapere»; esso
intendeva la Costituzione dello Stato d’Israele, la «magna carta», da cui
derivavano tutte le altre leggi del patto. Si tratta, quindi, di leggi
terrestri, che nulla hanno a che vedere col cielo. Infatti, il primo
comandamento contiene il riferimento all’Egitto, che in cielo non c’è.
Poi si vieta l’idolatria in ogni senso, cosa che non è un problema
celeste. Si vieta di appropriarsi della
proprietà altrui, ma non è questo un problema dei redenti. Si vieta d’uccidere,
ma in cielo non c’è la morte. Si vieta di desiderare tutto ciò che appartiene al
prossimo, compresa la sua moglie, ma in cielo non ci si sposa (Mt 22,30).
E così via.
Quindi, nell’arca del patto celeste non ci sono le tavole della legge.
Esse furono scritte dal dito di Dio sulla terra (Es 31,18; 32,15s; Dt 9,10; cfr.
Dt 5,22), che Mosè ruppe (Es 32,19; Dt 9,17), che Mosè rifece, che Dio riscrisse
(Es 34,1.4.29s; Dt 10,1-4) e che Mosè ripose nell’arca (Dt 10,5; cfr. 1 Re 8,9;
2 Cr 5,10; Eb 9,4).
4. {Michela
Libero}
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Contributo: I cherubini sono comunque
esseri al servizio di Dio. Sono loro, che Dio mise davanti al giardino dell’Eden
come guardiani. Se non sono angeli, cosa sono? Come pure i serafini, gli
arconti e l’arcangelo. [Poi segue un contributo con una lista delle attività
degli angeli, che già altri mi avevano inviato e che è stata copiata, quindi, da
altre fonti, senza citarle. La ometto, poiché non c'entra nulla qui.
Si vedano, ad esempio, il 4° contributo in «Mitologie
angeliche nel cristianesimo? Parliamone» e le mie risposte.]
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Prima
d’intervenire, bisogna leggere dapprima l’intero articolo sul sito, altrimenti
si pongono questioni, a cui è stata già data una risposta.
I termini ebraici kerûbîm (italianizzato a cherubini),
śerāfîm
(italianizzato a serafini) e male’ākim (ebr. = gr.
angheloi «inviati, messaggeri», italianizzato a «angeli») intendono tre
classi di «esseri celesti», che non bisogna confondere. Similmente Cani, gatti e
aquile sono «animali». A nessuno verrebbe in mente di chiamare i gatti aquile.
Chiamare i cherubini «angeli» mostra solo una «teologia casareccia» molto
diffusa, ma falsa.
▬
Replica (Michela Libero): Nicola, il cuore
della legge è giustizia, misericordia e fedeltà. La Bibbia dichiara, che queste
creature sono al servizio di Dio e sinceramente a me basta sapere questo.
{12-08-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Visto che uno
parla di «fischi» e l’altra risponde con «fiaschi», conviene dare a Michela
Libero l’ultima parola.
5. {Luca
Matranga}
▲
■ Contributo:
È sempre la solita storia: quando dimostri alle
persone con una logica rigorosa che si stanno sbagliando, pur di non
cedere e riconoscere con umiltà il proprio errore, svicolano, facendo
affermazioni completamente diverse da quello, che stavano discutendo prima. Ma
come fai ad avere tutta questa pazienza? {10-09-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Quando un
interlocutore si rifugia in luoghi comuni o depista dal tema, non si riuscirà a
cavarne un ragno dal buco; allora conviene dargli l’ultima parola,
sperando che così si acquieti. In tali casi non mi resta che fare la
preghiera dell’impaziente: «Signore, dammi tanta pazienza… ma subito!». A
voglia di ripeterla, paziente ci sono diventato per forza di cose, anche per non
commettere incresciosi delitti… ai danni della discussione vera.
Uccidere una discussione mediante inutili ping-pong è controproducente, oltre a
essere un'ingiustizia verso gli interlocutori seri.
6. {Luca
Maggiorin}
▲
■
Contributo: Dicesi «Idolo» simulacro
(immagine, scultura, icona) di una divinità e quindi riguardata come tale. Nelle
nostre Chiese non vi sono, quindi, idoli. Perciò non barate.
▬
Risposta (Nicola
Martella): Gli unici che barano con un po’ di dialettica sono proprio gli
idolatri. Biblicamente un «idolo» è qualunque figura usata in un culto. Nel
Decalogo è scritto: «Non ti fare scultura alcuna né immagine
alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque
sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro,
perché io, l’Eterno, il Dio tuo, sono un Dio geloso» (Es 20,4s).
Un «idolo» è semplicemente una statua o un’immagine, a cui viene
tributata adorazione, venerazione, un culto o qualsiasi forma di devozione.
Una «divinità» (ebraico ’el «potenza»; `eloach
«autorità») diventa tutto ciò, che è rappresentato da un’immagine di culto e a
cui s’indirizza la propria devozione.
7. {}
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8. {}
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9. {}
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10. {}
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11. {}
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12. {Autori
vari}
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Giuseppe Lo Porto:
Caro Nicola, ho letto tutto quello che potevo leggere, commenti compresi.
Ritengo di doverti grandemente ringraziare per quanto tu mi stai dando; credo
che riconoscere i propri limiti mi permetta di apprezzare chi ha più conoscenza
e saggezza di me. Dio benedica questo tuo dono nel nome di Gesù. Grazie, Nicola.
{06-08-2011}
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Pietro Calenzo: Studio
esegetico perfetto, fratello Nicola, che dovrebbero
scolpirsi (tanto per stare in tema) nelle menti ottenebrate o confuse di
ortodossi, cattolici latini, copti, maroniti e di tutti coloro, che praticano
l’idolatria. Shalom..{06-08-2011}
■
Claudia Biscotti: Grazie di
cuore, ora è tutto chiaro. Dio ti benedica Nicola. {06-08-2011}
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Giancarlo Marzucchi: Non era
idolatria; a differenza del vitello d’oro, i cherubini erano solo ornamenti.
{06-08-2011}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Cherub_arca_Avv.htm
16-08-2011; Aggiornamento: 20-09-2011 |