Il seguente confronto con il
cattolico Fabrizio Martin è avvenuto in seguito alla pubblicazione dell’articolo
«Polisantismo
e papolatria in crescita», a cui rimandiamo. Com’è noto, il 27
Aprile 2014, Jorge Mario Bergoglio (alias papa Francesco I) ha canonizzato
due suoi predecessori, Angelo Giuseppe Roncalli (alias Giovanni XXIII) e Karol
Józef Wojtyla (alias Giovanni Paolo II), dichiarandoli «santi» e
presentandoli al culto del popolo cattolico romano. Ora, le tombe e i luoghi,
dove sono poste le loro reliquie, sono meta di pellegrinaggi; i fedeli si
aspettano l’intercessione da parte di tali nuovi «patroni» del
romanesimo, affinché le loro preghiere ottengano maggiore esaudimento. Tutto
ciò, come abbiamo mostrato, si trova in netto contrasto con l’insegnamento
scritturale, secondo cui tutti i rigenerati sono santi e i morti nella fede,
trovandosi in Paradiso e non in Cielo, sono impossibilitati di vedere Dio
e le vicende umane; fino alla risurrezione, essi si trovano in uno stato di
riposo (il NT afferma che «dormono»), in cui sebbene sensibili, non permette
loro alcuna iniziativa o attività nella trascendenza e in terra, mancando
loro il corpo, che permette all’uomo di essere efficienti.
Alla
fine di tale sunnominato articolo, abbiamo riportato alcune voci critiche
del mondo cattolico.
Tale
articolo ha portato Fabrizio Martin a un’ulteriore riflessione sulla
discrepanza fra rivelazione scritturale e tradizione religiosa.
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desiderato per raggiungere il punto sottostante
1. Questioni
generali
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Fabrizio Martin:
1. Pace, fratelli, che il Signore mandi copiose benedizioni a voi tutti.
Da cattolico, alquanto frastornato e infelice mi chiedo: «Fin dall’infanzia
sono stato allevato a discorsi papali, vite dei santi da calendario, pie
pratiche devozionali. Il papa polacco ha scritto un enciclica sul rosario, lo
sapete, vero? Detto questo, ringrazio Dio di aver conosciuto fratelli
evangelici, che mi hanno aperto gli occhi su tali manifestazioni
extrabibliche. A questo punto si deve intervenire, perché più gente possibile
possa conoscere le origini di tali culti.
Perdonate il mio sfogo, io mi chiedo: tra tutti gli esperti di teologia, di
sacra Scrittura, di liturgia cattolici, perché non si trova nessuno, che
parli in modo critico di queste cerimonie? E intendo dire di parlarne
pubblicamente, nella TV, in radio, in internet. Forse qualcuno c’è, ho letto le
tre
«critiche» di esperti cattolici, che Nicola Martella ha proposto, ma restano
voci ai più sconosciute, e non approfondiscono le origini pagane di tali culti.
{25-04-2014}
2.
Perdonate se continuo il mio sfogo. Nel mondo cattolico a mio parere c’è un
esagerare in tutto. Mi spiego, nell’ostia e nel vino c’è Gesù in carne e
ossa. Nella confessione c’è il prete in persona Christi, che
perdona; nei sacramenti c’è in generale c’è la presenza di Dio. Quanto al
culto dei santi e della Madonna c’insegnano, che pregano per noi,
che intercedono presso Gesù. Nelle biografie di questi «santi» si scrivono cose,
che nella vita reale qualsiasi persona fa. Si esagera in tutto, e perché? Perché
non fate santo subito anche Papa Francesco, visto quanto sta simpatico
alla gente? {25-04-2014}
▬
Nicola Martella:
Io ho avuto il privilegio di aprire gli occhi, fin dalla mia infanzia,
sulla verità scritturale, leggendo personalmente la Bibbia. Non avevo maestri né
c’era allora Internet per informarsi, eppure Dio mi ha parlato e chiamato
mediante la sua sacra Scrittura. Solo in seguito ho conosciuto gli evangelici. A
mano a mano che leggevo e studiavo la Bibbia, risultava palese la discrepanza
fra il messaggio biblico e le pratiche del romanesimo. A 12 anni, toccato dalla
«sola grazia», per la «sola fede» decisi di lasciare tale chiesa e di seguire
«solo Cristo». Non me ne sono mai pentito.
A mano a mano che approfondivo la fede biblica, notavo come il romanesimo aveva
preso usi e costumi religiosi del vario e vasto paganesimo e li aveva
cristianizzati. L’idea sacramentale viene dalle «religioni dei misteri»
(gr. mysterion
= lat. sacramentum), così la sedicente trasformazione di un elemento
materiale in uno spirituale (transustanziazione). Il rosario proviene dal
mondo orientale (induismo, buddismo, taoismo, scintoismo) e dalla concezione
della ripetizione di preghiere per acquisire meriti; fu acquisito anche
dall’Islam.
Il
clero è nato dall’acquisizione di concezioni veterotestamentari e
dall’imitazione delle religioni ellenistiche; al tempo del NT i sacerdoti
c’erano, ma erano quelli del giudaismo, mentre nella chiesa una tale
differenziazione fra clero e laici non esisteva. Inoltre, il sacerdozio di
Cristo non si trasmette, non essendo di natura rituale (levitica), ma celeste
(Eb 7,24); perciò, nessuno può dire di essere vicario di Cristo in terra
o suo sacerdote particolare, poiché Gesù stesso in terra non potrebbe essere
sacerdote (Eb 7,13s).
Già nell’articolo sunnominato e in quelli connessi ho mostrato che biblicamente
i cosiddetti santi e Madonne non possono intercedere presso Gesù,
per il semplice fatto che i morti nella fede biblica sono in Paradiso e non nel
Cielo ed essi non vedono né sentono ciò, che avviene presso il trono di Dio e in
terra. Fino alla risurrezione, non avendo un corpo personale (inoltre i morti
sono considerati «impuri»!), i morti nella fede biblica sono tagliati fuori e
riposano («dormono» 1 Cor 15,18.20; 1 Ts 4,13).
Il problema del romanesimo è che, avendo dichiarata la tradizione come
fonte di verità quanto la sacra Scrittura, essa non può più tornare indietro
alla semplicità dell’Evangelo a alla pratica del NT. Questo era già stato un
problema del fariseismo giudaico ai tempi di Gesù (Mt 15,6; Mc 7,9.13). Nella
pratica il romanesimo non è neppure più una religione schiettamente
monoteistica, avendo
cristianizzato il pantheon del paganesimo. Il polisantismo è oramai la via
del non ritorno verso un sincretismo religioso, che allontanerà sempre più dalla
fede del NT (apostasia) e aprirà sempre più a quella religione sincretistica
della fine dei tempi, di cui ci parla la Scrittura (1 Tm 4,1ss).
2. Maccabei,
apocrifi e preghiere per i defunti
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Fabrizio Martin:
Permettetemi una domanda, il culto ai santi è precedente alla canonizzazione dei
libri dei Maccabei? Questi libri, ritenuti apocrifi dalla
tradizione giudaica, sono stati canonizzati in un secondo tempo, forse per
confermare tale dottrina? Sarebbe da precisare meglio, il 2 libro dei Maccabei
parla di preghiere rivolte ai defunti (2 Mc 12,42-45). {26-04-2014}
▬
Nicola Martella:
Gli «apocrifi» furono dichiarati «deuterocanonici» dal «concilio di
Trento» (1545-1563), per attestare le dottrine perpetuate nel romanesimo e per
contrastare il protestantesimo. In 2 Maccabei 12,42-45 non si parla di
«preghiere rivolte ai defunti», ma di preghiere per i defunti (ὑπὲρ
νεκρῶν εὔχεσθαι; v. 44), rivolte a Dio. Poi, si parla del «il sacrificio
espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato» (v. 45). Da ciò
il romanesimo ha tratto la sedicente «dottrina del purgatorio» e delle
preghiere di suffragio per i morti.
Tali libri dei Maccabei (e tutti gli altri apocrifi) furono scritti in greco
e, per cui non hanno mai fatto parte del canone delle Scritture Ebraiche, che
sono appunto in ebraico. Si tratta di libri popolari del giudaismo e
nient’altro. In essi viene narrato ciò, che fecero gli uomini. L’ultimo libro
profetico dell’AT è Malachia, che termina così: «Ricordatevi della legge
di Mosè, mio servo, al quale io diedi in Horeb, per tutto Israele, leggi e
prescrizioni. Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il
giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole» (Mal 4,4s). Il NT comincia
con l’avvento di Giovanni Battista, che Gesù definì «l’Elia che doveva venire»
(Mt 11,14). Fin lì Israele doveva porre mente alla legge di Mosè e a
nient’altro.
Inoltre, Paolo mise in guardia dalle genealogie e dai miti giudaici.
«Ti ripeto l’esortazione che ti feci quando andavo in Macedonia, di rimanere
a Efeso per ordinare a certuni che non insegnino dottrina diversa né si occupino
di miti e di genealogie senza fine, le quali producono questioni, anziché
promuovere l’economia di Dio, che è in fede» (1 Tm 1,3s). «Ma quanto alle
questioni stolte, alle genealogie, alle contese, e alle dispute intorno alla
legge, stattene lontano, perché sono inutili e vane» (Tt 3,9). Quindi, la
prassi di alcuni uomini, all’interno del giudaismo storico, non è probante né
normativo per i membri del nuovo patto.
3. Venerazione
umana e origine dei miracoli
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Fabrizio Martin:
1. Guardando e stando attento a ciò, che capita a Roma in queste giornate
[della canonizzazione dei due papi, N.d.R.], il pensiero corre al libro degli
Atti degli Apostoli. Ad un preciso episodio, dove si narra che Cornelio,
all’arrivo di Pietro in casa sua, si getto in ginocchio davanti a lui.
Pronta fu la reazione del «primo papa»: «Alzati, anch’io sono
un uomo!» (At 10,26). Questo gesto di Pietro dovrebbe essere ricordato a
quanti si prostreranno ai piedi dei due Papi in vita, e a quanti
s’inginocchieranno presso la tomba dei due Papi canonizzati, secondo il rito
cattolico romano. {26-04-2014}
2.
Dovremo dar spiegazione di altri fattori da considerare in queste
«santificazioni». Potremo parlar del miracolo necessario per una
beatificazione e quello per la canonizzazione! Chiediamoci: Un miracolo, è
sempre opera di Dio? Siamo sicuri che anche il diavolo non possa
operare un «miracolo»? E i miracoli sono necessari per attestare che una persona
abbia vissuto la fede in modo eroico? E tutte queste cose non sono distanti
dalla Scrittura? {27-04-2014}
▬
Nicola Martella:
● Che anche il diavolo possa fare segni e prodigi, è attestato
dalla Scrittura. Infatti, Paolo, parlando dell’avvento dell’avversario
escatologico del Messia, aggiunse: «La venuta di quell’empio avrà luogo, per
l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni
e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di
quelli, che periscono, perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità
per essere salvati» (2 Ts 2,9s).
● Satana può intervenire negli eventi naturali e in quelli
contingenti, come mostra il libro di Giobbe (Gc 1,12-19). Egli può causare
addirittura
malattie (Gb 2,6s). In Egitto i maghi del faraone furono in grado
d’imitare, con le loro arti occulte, i primi prodigi, che l’Eterno fece per
mezzo di Mosè (Es 7,11s.22; 8,7). Poi, si dovettero fermare dinanzi alla sovrana
potenza del Dio vivente (Es 8,18s). Ed essi stessi furono colpiti dalle ulceri
(Es 9,11). Satana è potente, ma Dio è onnipotente. Tuttavia, il diavolo cerca
di sedurre proprio con segni e prodigi ingannevoli coloro, che cercano il
Signore, anzi anche gli eletti. «Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è
qui”, oppure: “È là”, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi
profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile,
anche gli eletti» (Mt 24,24s).
● Altri due ba`alîm (ebr. protettori, patroni) vengono aggiunti
al pantheon romanista. Oramai il romanesimo è diventato un’altra religione, un
culto polisantista, abilmente cristianizzato. Dinanzi a tanto abominio
religioso e idolatrico, il Signore rimane un «Dio geloso» (Es 20,5) e un
«fuoco consumante» (Dt 4,24). La nomenclatura religiosa merita «maggior
condanna» (Mc 12,40), ma intanto come cattivi pastori stanno portando alla
rovina tutto il loro gregge (Gr 10,21; 23,1s; 25,34ss; Zc 10,3). «Il mio
popolo era un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate,
sui monti dell’infedeltà; esse andavano di monte in colle [= alti luoghi],
avevano dimenticato il luogo del loro riposo» (Gr 50,6).
● Chi si apre alla menzogna, rifiuta la verità della Scrittura. Dio non
solo lo lascia nella menzogna, ma fa di più: «Perciò Dio manda loro una
potenza d’errore perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non
hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell’iniquità, siano
giudicati»
(2 Ts 2,11s).
4. Morti
intercessori e per cui intercedere
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Fabrizio Martin:
Noi cattolici ora abbiamo due santi in più, che intercedono presso Gesù,
unico mediatore tra noi e Dio, portando le nostre preghiere; e a loro volta essi
pregano per noi. Mi dispiace per voi evangelici, che questi «aiutini» non
ve li potete permettere! E se aspettate un mese, riesco a portarvi anche le
prove bibliche, che attestano questo!
Al di là del modo volutamente ironico, che ho usato, io mi chiedo:
Finalmente sono finite queste cerimonie ricche di miele, dolcezze, e
tanta ipocrisia e falsità. Dove nella Bibbia troviamo che un defunto
può pregare per noi! Dove troviamo nella Scrittura delle preghiere ai
morti! Se c’è un contatto con un defunto per Dio è cosa abominevole!
Cosa insegna il cattolicesimo? Dottrine di demoni? Perché se mi azzardo a
muovere perplessità
verso tali manifestazioni, mi guardano come fossi un delinquente? Ma le
Scritture forse non mi danno ragione? Oggi poi i cattolici festeggiano la
domenica della Divina Misericordia, secondo le rivelazioni private date a
un altra «santa», tale F. Kowalska. E se ci si confessa e se ci comunichiamo,
oltre aver detto le preghiere secondo l’intenzioni del Papa, acquistiamo
l’indulgenza plenaria! E cosa è? Cosa mi hanno inculcato per tutti questi
anni questi fuori di testa? Dove sono scritte queste cose? La Bibbia cosa conta
per un cattolico, se non viene rispettata? Che Dio mi riempia di benedizioni,
perché né ho bisogno! {27-04-2014}
▬
Nicola Martella:
Ho già trattato alcuni di questi comprensibili punti dello sfogo di Fabrizio
Martin in scritti specifici, a cui rimando. [►
I credenti morti possono pregare
nell’aldilà?; ►
Discutendo sullo «stato intermedio»]
Molte delle dottrine extra-bibliche del romanesimo provengono proprio dalle
cosiddette «rivelazioni private» di mistiche e santoni. Esse si sono
diffuse prima tra il popolo, poi hanno trovate le simpatie di qualche prelato e,
infine, sono state accreditate come dogma. In tal modo, si aggiunge alla
sovrana Parola di Dio e, non di rado, si introducono dottrine, che sono in piena
contraddizione con la sacra Scrittura.
Non è strano che diverse cose nel cattolicesimo trasmetterebbero una presunta «indulgenza
plenaria», eppure pressoché nessuno ha la sicurezza della salvezza? Anche
sulle tombe papali (anche dei nuovi «mediatori») si legge: «Prega per me»!
L’unica «indulgenza plenaria», di cui parla la Bibbia, si trova nel sangue di
Cristo, con cui Egli ha acquistato per i rigenerati una «redenzione eterna»
(Eb 9,12.15), e cioè una volta per sempre (Eb 7,27; 10,10).
5. Tradizione e
squame che cadono dagli occhi
▲
■
Fabrizio Martin:
1. Sono convinto ora che sto facendo questa mia esperienza di «squame che
mi scivolano dagli occhi», di essere stato caricato di tanti «altri vangeli».
Non posso che ringraziare l’Eterno che ha guardato verso questo suo figlio
caricato di tanti pesi. Una cosa chiedo ai miei fratelli evangelici, aiutatemi,
pregate per me e per chi come me è stato risvegliato. Non è facile,
perché c’è già chi mi guarda con «preoccupazione», mentre dentro io scoppio
di gioia! Il Signore compie miracoli, non gli uomini! Il Signore va adorato,
non le creature; al Signore va reso il culto, e a Lui solo. Lo
dice la Scrittura! Ma la Scrittura per i cattolici conta meno della sacra
Tradizione. Ma se la Tradizione va in contrasto con la Parola di Dio, questi
scelgono le Tradizioni, perché umanamente conviene. Per una convenienza terrena
si perde l’amore di Dio, questa è follia! {27-04-2014}
2.
Continuo a esprimere quello, che sento; dentro sono combattuto ma felice!
Certo che non finisco di chiedermi perché la Chiesa Cattolica non riesca a
liberarsi da queste Tradizioni. Non capisco perché si scrivano documenti
sulla Sacra Scrittura, la «Dei Verbum», la «Verbum Domini», non capisco
perché nella messa si dice che facciamo anche la «comunione con la Parola»
e poi la si tradisca con culti pagani cristianizzati. Perché?
{27-04-2014}
▬
Nicola Martella: L’esperienza delle squame,
che cadono dagli occhi, la fece un illustre Giudeo: Saulo da Tarso. Dopo
lo sfolgorante incontro personale con Gesù sulla via di Damasco, gli si aprì la
vista spirituale, ma rimase momentaneamente cieco nella vista materiale. Quando
Anania andò per aiutarlo a realizzare la rigenerazione e a ricevere lo Spirito
Santo, avvenne anche questo: «E in quell’istante gli caddero dagli occhi come
delle scaglie, e ricuperò la vista; poi, levatosi, fu battezzato»
(At 9,18). Questo Fariseo ortodosso era stato, fin lì, pronto a difendere la
tradizione fino al sangue (quello degli altri! Cfr. Stefano At 7,58;
prigione 8,3; spirante minaccia e strage 9,1). In seguito, parlò del suo ampio e
altisonante curriculum (Fil 3,5s), per poi aggiungere: «Ma ciò che per me era
un guadagno, l’ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a
dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della
conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto;
io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare
Cristo» (vv. 7s).
Il pericolo di tradire la Parola di Dio per mezzo di culti pagani
cristianizzati, è mostrato già nell’AT. È insito nella natura corrotta
dell’uomo. Anche nel NT si parla di «dottrine di demoni», che vengono
accreditate come presunte rivelazioni di Dio (1 Tm 4,1ss). Per questo l’ultimo
libro della Bibbia termina con una terribile sentenza (Ap 22,15) e un severo
avvertimento a non aggiungere né togliere (Ap 22,18s; cfr. già Dt 4,2;
12,32).
6.
Perplessità e bisogni
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■
Fabrizio Martin: Chiedo scusa ai fratelli
se intervengono per un ultimo sfogo, abbiate pazienza ma ascoltatemi perché né
ho bisogno! Ripeto, sono combattuto dentro, ma anche molto felice!
Riesco solo ora a veder chiaro nella fede in Gesù. La mia situazione è
complicata nel senso che sono ancora un cattolico praticante. Tutti i
giorni a messa, perché cosi faccio da sempre! Mi confesso anche,
ma non credo più nell’assoluzione dei peccati da parte di un prete; vado per
parlare del vangelo e per far domande su ciò, che la Chiesa cattolica
insegna! In questi giorni ho discusso con un frate sulla canonizzazione dei
papi; alle mie perplessità mi sento dire di non farmi sviare dal diavolo.
Il discorso si è fermato là. Perché io chiedo spiegazioni concrete e basate
sulla Scrittura e loro mi danno risposte sbrigative e autoritarie, come
se fossi un povero stupido! Ma come posso continuare così? Io ho bisogno di Dio
e di una comunità, che mi stia accanto. Prego tutti i giorni ed è da
tempo che prego meditando con la Bibbia; ma nello stesso momento sono
consapevole degli errori cattolici e non so cosa fare. Avessi vicino a me
una comunità evangelica, non esiterei a frequentarla, perché faccio
fatica a credere, o non ci credo più, a ciò che la chiesa cattolica insegna.
{28-04-2014}
▬
Nicola Martella:
Spero che tu, Fabrizio Martin, vada fino in fondo, come fece
colui, che poi divenne Paolo, l’apostolo delle genti. Non basta togliersi le
squame dagli occhi, ma bisogna entrare completamente nella nuova vita,
senza se e senza ma, per diventare una nuova creatura (2 Cor 5,17; cfr. Gv
3,3ss).
Anch’io quando mi convertii al Signore, ero assetato di risposte. I
preti, che frequentavo, non me ne davano di soddisfacenti, o alle mie domande si
mostravano irritati e seccati. Allora non avevo maestri biblici e non c’era
Internet. Tuttavia, Dio mi guidò passo per passo, facendomi trovare una comunità
di cristiani biblici. Anche Saulo da Tarso, dopo la sua conversione, non
seppe che cosa fare, ma si affidò alla guida del Signore. In seguito, Barnaba lo
andò a prendere (At 11,25s), e Paolo divenne un insegnante della chiesa di
Antiochia (At 13,1) e un missionario e insegnante fra le nazioni (Rm 11,13; Gal
2,8; 1 Tm 2,7). Quindi,
se facciamo sul serio col Signore, Egli non mancherà di guidarci prima a
salvezza, poi a una comunità biblica e, infine, a un ministero benedetto.
►
Polisantismo e papolatria in crescita!
Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
Un cattolico fra Scrittura e tradizione
{Fabrizio Martin - Nicola Martella} (T/A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Polisan_Papolat2_OiG.htm
29-04-2014; Aggiornamento: 13-10-2014 |