Un lettore per
avvallare la continuità fra AT e NT, antico e nuovo patto, riguardo ai profeti,
ha contestato la mia affermazione, secondo cui Gesù rese chiaro che con Giovanni
battista si concluse per sempre il ministero profetico teocratico d'Israele: «La
legge e i profeti hanno durato fino a Giovanni». Egli ha fatto giustamente
rilevare che, se ciò fosse vero, dovremmo comprendere che anche la Legge è
terminata allo stesso modo dei Profeti (Mt 5,17s; Lc 16,17).
Poi il lettore ha citato Mt 5,17s: «Non pensate che io sia venuto per abolire
la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a
compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la
terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia
adempiuto».
Quando in uno Stato
si cambia la costituzione (ad esempio da monarchia a repubblica), nel momento in
cui la nuova entra in vigore, la vecchia perde il suo carattere ingiuntivo in
tutti i suoi aspetti. È chiaro che fra la vecchia e la nuova «carta
costituzionale» ci sono aspetti di continuità e di discontinuità; ma da quel
momento in poi sono ingiuntivi del vecchio statuto solo ciò che viene
espressamente menzionato nel nuovo. Il vecchio ordinamento rimane come un
importante documento della storia di tale nazione. Lo stesso vale per lo statuto
di una ditta, di un’associazione e di una qualsiasi corporazione.
La relazione fra l’antico patto e il nuovo patto è simile. La legge mosaica nel
nuovo patto non è più ingiuntiva o prescrittiva, ma solo descrittiva, ossia da
essa si possono trarre principi morali, dove sia opportuno. Ciò significa che
cose che nell’AT erano sanzionate (a volte anche con la morte), nel NT non lo
sono più.
Ecco alcuni esempi, che ho menzionato anche altrove. Dio aveva comandato che in
Israele ereditassero solo i maschi, ma quando nel caso concreto tutti i maschi
di una famiglia erano morti, Dio mutò la legge, permettendo anche alle
donne in tale circostanza di ereditare i beni di famiglia (Nu 27,1-11; 36,2).
Nell’antico patto c’era il dovere morale che, se moriva un uomo senza prole, il
proprio parente più stretto esercitasse il suo obbligo morale di sposare la
vedova per procreare al defunto una discendenza (Dt 25,5ss). Tale costume
si chiamava «matrimonio leviratico» (cfr. il libro di Rut). Esso esisteva
ancora al tempo di Gesù (Mt 22,25ss). Nel nuovo patto non c’è traccia di questo
obbligo morale né i cristiani lo praticano. Si pensi anche al costume di dare la
propria serva personale come concubina al marito in caso di sterilità
(cfr. Agar Gn 16,1s; Bilha Gn 30,3; Zilpa Gn 30,9). Nell’antico patto chi non
osservava il sabato, veniva messo a morte (Es 31,14s; 35,2). Nel nuovo
patto è scritto: «L’uno stima un giorno più d’un altro; l’altro stima tutti i
giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente» (Rm
14,5). E la lista potrebbe continuare ed essere lunga.
Dio ha mutato il patto da quello vecchio a quello nuovo (cfr. Gr
31,31ss), mettendo in quest’ultimo fuori uso il primo e la sua legge in tutti
i suoi aspetti legislativi (Rm 4,14; 8,1ss; 1 Cor 9,20s; Gal 3,10; 5,18; Eb
8,13); infatti la chiesa non è una teocrazia (Stato con una legge religiosa).
Quindi il suo consiglio divino e il suo piano nella storia contengono diverse
tappe, di cui ognuna presenta aspetti sia continuità sia di discontinuità con lo
status quo
precedente. Paolo e altri scrittori del NT affermano che i credenti del nuovo
patto non sono più sotto la Legge mosaica, ma sotto la grazia (Rm 6,14s). Nel
concilio interecclesiale di Gerusalemme fu deciso che i cristiani gentili non
erano obbligati a sottostare al «giogo della Legge» (At 15). Si capisce da sé
che, avendo il nuovo patto sostituito quello vecchio (Eb 8,13), la vecchia Legge
è stata sostituita dalla nuova Legge, chiamata «legge di Cristo» o «legge dello
Spirito» (Rm 8,2; 1 Cor 9,20s; Gal 6,2).
L’AT rimane una fonte d’ispirazione spirituale e morale: «Tutto quello
che fu scritto per l’addietro, fu scritto per nostro
ammaestramento, affinché mediante
la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza»
(Rm 15,4). E ancora: «Ora queste cose avvennero per servire
d’esempio a noi, affinché non siamo
bramosi di cose malvagie, come coloro ne furono bramosi… 11Ora queste
cose avvennero loro per servire d’esempio,
e sono state scritte per ammonizione
di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi» (1 Cor 10,6.11).
Per l’approfondimento rimando in
Šabbât,
agli articoli «La questione della legge», pp. 51-56; «La questione della
domenica», pp. 57-69.
Quanto a
Matteo 5,17s, si noti che Gesù affermò di essere venuto per adempiere alla
legge e i profeti; e ciò Egli lo fece. Infatti, in questo Evangelo viene
ricordato, quasi fino alla noia: «…affinché si adempiesse quello che era
stato detto…» (Mt 1,22; 2,15.23; 4,14; 8,17; 12,17; 13,35; 21,4; 26,56).
Riguardo ai due discepoli delusi e affranti sulla via verso Emmaus, è scritto
che Gesù, «cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le
Scritture le cose che lo concernevano» (Lc 24,27).
Che cosa rimane incompiuto? Rimangono incompiute tutte le predizioni
relative al regno messianico fatte dai profeti. Ciò accadde perché il popolo
giudaico nel suo complesso rifiutò Gesù come Messia, specialmente i capi,
scartandolo come una pietra inadatta: «Io vi dico che il regno di Dio vi sarà
tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti» (Mt 21,43). Egli era
venuto come Messia-Re ed era stato acclamato come tale (Mt 21,9), ma i capi
s’indignarono (v. 15). Perciò Gesù disse loro: «Ecco, la vostra casa sta per
esservi lasciata deserta. 39Poiché vi dico che d’ora innanzi non mi
vedrete più, finché diciate: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”»
(Mt 23,39). Le predizioni profetiche, sebbene non invalidate, si sarebbero
adempiute secondo le direttive predizionali di Gesù stesso (Mt 24) e secondo
quanto Dio comunicò alla chiesa mediante lo Spirito Santo (1 Cor 15; 2 Ts 2;
Ap).
▬ Letteratura
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Nicola Martella, Šabbât (Punto°A°Croce,
Roma 1999), articoli: «La questione della legge», pp. 51-56; «La
questione della domenica», pp. 57-69.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Legge_NT_Sh.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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