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I Greci, guidati da Alessandro il Grande, sfidarono con
successo l’impero persiano, espandendo la loro influenza e il loro potere nel
mondo antico. Alessandro Magno era figlio del grande genio militare, Filippo il
Macedone. Quest’ultimo desiderava che suo figlio prendesse un approccio alla
vita più filosofico che militaristico. Ingaggiò perciò il grande filosofo greco
Aristotele come istruttore personale per Alessandro. Tuttavia Alessandro era più
interessato a fare la guerra che a studiare la filosofia antica. Probabilmente
il più gran contributo d’Alessandro fu la sua tendenza a ellenizzare tutte le
terre che conquistò. Ellenizzare significò diffondere la cultura, la
filosofia e la lingua greca in tutta l’area mediterranea. In poco tempo la
lingua greca diventò la lingua franca del mondo. In altre parole, la
lingua greca diventò rapidamente la seconda lingua del popolo mediterraneo.
Questo valse anche per i Giudei della diaspora. Dopo la battaglia di Isso e il ritiro di Dario
verso l’Oriente, Alessandro si mosse per assicurarsi la sottomissione della
Siria, d’Israele e dell’Egitto prima di affrontare di nuovo il suo
avversario persiano sul campo di battaglia. Tutto l’Oriente fu influenzato
da questo uomo e dai suoi successi. Seguendo come guerriero le orme di suo
padre Filippo il Macedone e i consigli del suo principale maestro, il
filosofo Aristotele, Alessandro li superò entrambi nel senso che dimostrò di
essere un genio militare più grande di suo padre e, in alcune sue idee, andò
al di là degli ideali del suo stesso maestro. Il suo immediato obiettivo
militare fu di vendicarsi dell’invasione persiana della Grecia sotto Serse,
ma il suo scopo più vasto fu di carattere culturale cioè la ellenizzazione
dell’Oriente. Filosofi e scienziato lo seguivano nelle sue campagne; coloni
di origine greca lo seguivano nella scia dei suoi eserciti. Alessandro fece
un serio tentativo per colmare il vuoto tra l’Oriente e l’Occidente, tra i
Greci e i Barbari, tentativo simboleggiato dalla nomina di Persiani
conquistati ad alte cariche amministrative e dai suoi matrimoni con donne
orientali.
La venuta di Alessandro nella terra d’Israele
significò che questo territorio strategico cominciò a essere esposto al
processo di ellenizzazione che contribuì molto a demolire il carattere
distintivo dei Giudei e, in seguito, a smembrare seriamente la nazione. Però
il suo dominio in terra d’Israele non provocò nessuna crisi religiosa,
poiché egli non pretese un culto per la sua persona, come di fatto gli fu
accordato altrove.
La morte prese questo conquistatore nel 323 a.C.,
quando era appena sulla trentina, logorato dalla strenua vita che aveva
condotto. Questo evento diede origine a una lunga lotta tra i suoi generali
(i Diadochi) per il controllo dell’impero. Quattro di essi si unirono per
distruggere tutti gli altri oppositori nella battaglia di Ipso (301 a.C.),
sebbene Tolomeo non fosse apparso insieme ai tre alleati. Di questi soltanto
Seleuco, che governò la Siria e un vasto territorio verso oriente, e
Tolomeo, che governò l’Egitto, ebbero influenza sui destini dei Giudei. I
Tolomei, che avevano dominato in terra d’Israele a intermittenza, la tennero
poi sotto controllo per un secolo. Tuttavia la Siria non si dette facilmente
per vinta, per cui Israele divenne il campo di battaglia tra questi due
regni. {elaborazione: Argentino Quintavalle - rielaborazione: Nicola
Martella}
▬ Letteratura■
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Grecia_storia_UnV.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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