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Il termine, appare una sola volta
in tutto l’Antico Testamento in Dt 13,1-5, ma è sufficientemente chiaro, in
tutte le sue parti. «Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore
che ti annunzia un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti avrà
parlato si compie, ed egli ti dice: “Andiamo dietro a dèi stranieri, che tu non
hai mai conosciuto, e serviamoli”, tu non darai retta alle parole di quel
profeta o di quel sognatore, perché il
Signore, il vostro Dio, vi
mette alla prova per sapere se amate il
Signore, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima
vostra. Seguirete il
Signore, il vostro Dio, lo
temerete, osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, lo
servirete e vi terrete stretti a lui. Quel profeta o quel sognatore sarà messo a
morte, perché avrà predicato l’apostasia dal
Signore
Dio vostro che vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto e vi ha liberati dalla
casa di schiavitù, per spingerti fuori dalla via per la quale il
Signore, il tuo Dio, ti ha
ordinato di camminare. Così toglierai il male di mezzo a te». ●
Da questo brano si comprende molto bene cosa indichi il termine:
l’allontanamento e l’abbandono di Dio da parte del suo popolo per seguire altre
vie o dottrine. SI capisce come tale concetto, pur non apparendo il termine, sia
molto presente nell’AT. In Isaia, la predicazione del profeta è rivolta
completamente alla condanna del popolo che stava abbandonando il Signore. Tale
condanna, si abbatterà principalmente su Efraim. La predicazione di Isaia,
avviene infatti, proprio nel periodo della deportazione di Efraim in Assiria, a
causa del suo allontanamento da Dio. {elaborazione: Francesco Bozzi -
rielaborazione: Nicola Martella}
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Quanto si parla dell’apostasia, bisogna fare attenzione che ciò non è inteso
in senso personale e immanente, individuale e puntuale, ma come lenta abitudine
a una dottrina spiritualistica che, a mano a mano e col passare delle
generazioni, fa perdere la bussola spirituale, fa smarrire i confini tra bene e
male e fra giusto e ingiusto, e cambia il significato delle cose. Una
generazione trasmette all’altra «mezze verità» annacquate da «mezze menzogne», a
cui ci si abitua e intorno a cui si crea un consenso. I maestri seducono i loro
discepoli con tali mezze verità commiste con una «teologia dell’esperienza» e
con mistiche rivelazioni personali; i loro discepoli vanno oltre, come si sa.
Infine, i padri presentano ai loro figli un «altro Cristo» e un «altro
Evangelo», pieni di «misteri» (o sacramentalismi) e di misticismo, ma che non
salvano più nessuno. La storia della chiesa e delle chiese insegna al riguardo.
Tale «pia seduzione» sposta lentamente gli accenti, tanto che la gente non sente
più alcun bisogno di convertirsi e di salvarsi mediante il sangue di Gesù, ma
cerca un cristianesimo fatto di riti e cerimonie, di incontri oceanici e
spettacolari, di segni e prodigi, di guru e maestri, di sensazionalismi, di
filosofismi e di dottrine piacevoli da udire. Lentamente si istaura un
cristianesimo solo nominale, tollerante quanto alla verità e, sazio di se
stesso, fa volentieri commistioni con altre «realtà spirituali», senza badare
alla loro origine; insegue novità spiritualeggianti, nuove rivelazioni,
cristianizzandole. È un cristianesimo culturale che pensa di vivere, ma è morto;
pensa di vederci chiaro, ma è cieco. Perché questo non avvenga, la Scrittura ci
esorta a vegliare come sentinelle su noi stessi e sulla sana dottrina: «Bada
a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così,
proteggerai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Tm 4,16).
Deve far pensare che futuri seduttori o anticristi sono sempre usciti dal mezzo
dei veri credenti, tra i quali sono stati per breve o lungo tempo degli
aggregati o degli intrusi, né carne e né pesce. A ragione affermò Giovanni: «Sono
usciti di fra noi, ma non erano dei nostri;
perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma sono usciti
affinché fossero manifestati e si vedesse che
non tutti sono dei nostri». Essi hanno un’infarinatura delle cose
bibliche, ma poi mischiano ciò con contenuti estranei alla Scrittura o
chiaramente condannati da essa (occultismo, spiritismo, divinazione camuffata
con profezia, paganesimo, gnosticismo, esoterismo, eccetera). Dio viene
mischiato con Mammona (Mt 6,24), sacro con profano (Eb 10,29), luce con tenebre
(1 Gv 2,9), giustizia con iniquità (2 Cor 6,14), Cristo con Beliar (2 Cor 6,15;
cfr. Ap 2,24): tutto fa brodo per gli apostati, poiché non hanno mai conosciuto
veramente la verità e non hanno mai vissuto la rigenerazione che li preserva dal
maligno (1 Gv 5,18). Per questo veniamo esortati a discernere gli spiriti (1 Gv
4,1), fuori e dentro le chiese. {Nicola Martella}
▬ Letteratura
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Apostasia_Oc.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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