Caro Amico, ti è mai successo di dare un ultimatum a tua
moglie? Io ho iniziato poco dopo l’inizio del fidanzamento (quarant’anni fa) e
l’ultima volta è successo da nemmeno un anno, quando alle 8 del mattino le ho
detto che me ne andavo per tutto il giorno. È stata una scossa che ci ha fatto
riflettere e così è cominciata una nuova piccola «luna di miele». Certo, non
tutte le donne sono uguali ed a te sta la responsabilità di decidere come
comportarti con tua moglie, ma sono convinto che prima o poi sarai costretto a
far vedere dove metti Dio e dove tua moglie, se sei disposto solo ad amarla
oppure arrivi anche ad essergli sottomesso.
La Bibbia
dice che è la moglie che deve sottomettersi al marito (1 Pt 3,1), non il
contrario, ma se non succede come dobbiamo comportarci? Prima di tutto credo che
bisogna fare ciò che ci compete, cioè amarla, ascoltarla, accontentarla per
quanto possibile. Se ciò non basta, bisogna dargli una lezione di sottomissione,
naturalmente non costringendola con la forza, ma facendogli vedere come noi ci
sottomettiamo a Dio.
Non so le
tue precise circostanze e, anche sapendole, non potrei dirti cosa fare, perché
la decisione dipende da tante piccole cose e si può mettere in atto in tanti
modi. Quello che ti scrivo, perciò, è qualcosa che improvviso per istinto,
pregandoti di vagliarlo al fuoco del tuo rapporto col Signore, per vedere se e
cosa può essere adatto al tuo caso. Anche a te mi viene da consigliarti di
partirtene una mattina per luoghi solitari, per metterti in ascolto della
volontà di Dio. Se Dio te la rivela hai fatto il primo passo, altrimenti non ti
resta che aspettare e continuare a pregare, perché senza la voce di Dio sei
irrimediabilmente spacciato. Se Dio ti fa grazia, allora non devi discutere la
tua decisione con la moglie, ma solo comunicargliela; ascoltando naturalmente
ciò che ha da dire, ma senza essere disposto a rivedere una decisione che viene
da Dio: e se la tua decisione viene da Dio, prima o poi se ne convincerà e così,
proprio perché sei stato disposto a perderla, la ritroverai più bella di prima.
Se invece
cercherai di far prevalere il tuo punto di vista, stimolerai anche lei a
far valere il suo e non si sa chi vincerà il braccio di ferro, al termine
del quale però avrete certamente corroso un po’ di colla che vi tiene uniti.
Senza contare che, se ci mettiamo noi a contrastare le donne, ci fanno fuori in
quattro e quattr’otto (Adamo insegna). Perciò è solo se ci sottomettiamo a Dio e
riceviamo da lui forza, possiamo vincere non sulle nostre mogli, ma
con e
per le nostre mogli, le quali hanno bisogno non di un uomo che riescono a
piegare, ma di un uomo che riesce a camminare davanti a loro, per preparare il
sentiero. Senza contare che quando le nostre donne ci piegano, in realtà ci
spezzano, poi ci disprezzano e ci cestinano.
«Comportatevi
virilmente […] si faccia ogni cosa con amore» (1 Cor 16,13s), la prima parte
della citazione è spesso trascurata fra i credenti, ho cercato perciò di
sottolinearla, ma naturalmente senza dimenticare la seconda parte.
Non mi
resta che salutarti, pregando Dio di darti guida e forza nel tuo camminare con
lui.
Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella,
Generi e ruoli 1 (Punto°A°Croce, Roma 1996), gli articoli: «Autorità e sottomissione nell’Antico Testamento», pp. 105-115;
«Autorità e sottomissione nel matrimonio cristiano», pp. 189-197. |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Mariti_Ger.htm
26-04-2007; Aggiornamento: 11-05-2013 |