Vincenzo Russillo è un giovane che, tempo fa, ha conosciuto il mio sito e,
dapprima a mia insaputa, ha attinto a esso l'Evangelo e da esso ha tratto anche
stimolo alla sua fede in Cristo e sostegno per la sua crescita spirituale. Poi
mi ha scritto, e da lì in poi ho cercato di curarlo e di aiutarlo a diventare un
vero seguace di Cristo. Poco tempo fa, Vincenzo mi ha scritto quanto segue
riguardo al suo sviluppo spirituale degli ultimi tempi. Ho pensato bene che il
suo bilancio momentaneo possa fare del bene anche ai lettori del sito. Do ora a
lui la parola. {Nicola Martella} |
Ogni tanto è
necessario fermarsi è fare un bilancio. Soprattutto per me che ho conosciuto il
Signore Gesù un anno e mezzo fa è importante «prendere le misure» della propria
fede. Guardarsi un attimo allo specchio e capire se si è realmente quelli di
prima, sapere se il percorso di vita è quello giusto. Voglio raccontarvi il mio
percorso di fede.
Uno sguardo al
passato
Ho già raccontato altrove su questo sito come ho conosciuto Cristo.
Indubbiamente è stato l’evento che più di tutti ha segnato la mia vita. Durante
questo mio lungo iter ho capito il senso più profondo delle cose e ho imparato
ad apprezzare ciò che il Signore quotidianamente mi mette davanti. Salire la
china non è stato semplice. Di primo acchito non è stato certo facile modificare
il proprio stile di vita. Guardando indietro, nel mio passato, a ciò che ero
prima d’accettare Gesù nella mia vita, trovo un divario insormontabile. Ogni
giornata trascorreva vuota e alla ricerca di felicità passeggere. Senza eccessi,
ma pian piano, il motto latino carpe diem, ossia «cogli l’attimo», stava
diventando il mio stile di vita. Non ne valeva proprio la pena. Vivere per delle
passioni, che poi ti lasciano l’amaro in bocca, capii che era deleterio. Per
questo grazie anche al sito «Fede controcorrente» e alla risposte del suo
gestore, in quest’ultimo anno ho iniziato un cammino con Dio. La curiosità e la
mia voracità nel voler apprendere sempre di più sulla Bibbia hanno fatto il
resto. Tutto ciò mi ha edificato: i confronti con gli altri fratelli, un studio
sano della Bibbia e soprattutto l’amore di Cristo che mi ha accompagnato. Se
siete arrivati a leggere fin qui, vi sembrerà che tutto è stato semplice senza
intoppi. Purtroppo non è stato rose e fiori, e vi racconto anche ciò che mi ha
fatto maturare.
Le sofferenze
Innanzitutto esattamente un anno fa mia madre ebbe un attacco ischemico
temporaneo. Una di quelle malattie che si sentono raramente e che anche i medici
fanno fatica a diagnosticare. Devo dire che da quando avevo fatto il primo passo
verso Cristo, in quei mesi leggevo quotidianamente la Bibbia. Ma quando avevo
qualche esame da preparare, mettevo prima lo studio davanti e poi il mio
rapporto con Dio. Errando avevo messo in secondo piano, questo legame unico con
il Salvatore. La malattia di mia madre mi fece riflettere, sulla precarietà
della nostra esistenza. Mi fece soffermare a pensare se il tempo che dedicavo
alla mia fede fosse adeguato e se stavo realmente facendo la volontà di Dio.
Oltre a questo, ciò che m’angosciava era il fatto che non trovavo sostegno nella
mia famiglia; infatti essi non condividono la mia fede. In queste occasioni, mi
sentivo solo come un naufrago in mare aperto. Cosa fare? A chi chiedere? Perché
tutte queste sofferenze? Mentre in me cresceva questo contrasto, per capire come
affrontare questi «giganti», un altro evento sconvolse la mia vita. Come un
crescendo di sofferenze che colpiscono in rapida successione, questo fu quello
meno atteso. Da tre anni, quindi ancor prima della mia conversione a Cristo,
avevo una relazione sincera e senza secondi fini con una ragazza. Non c’è alcun
dubbio che, dopo che conobbi Gesù, dovevo capire se anche lei volesse percorrere
la stessa strada. In un primo momento fu così, poi pregai il Signore per farmi
capire se lei potesse essere la compagna della mia vita. Un paio di mesi dopo,
mi lasciò inaspettatamente. Chi ha sofferto le pene d’amore, potrà immaginare,
ciò che si prova. Ero confuso e il mio cuore a pezzi non sapevo più come uscire
da questo brutto tunnel.
La mano di Dio
nella mia vita
Sono sicuro che ogni credente potrà dire che ha visto come la mano Dio sia
intervenuta nella propria vita. Quando meno te lo aspetti, tutto muta. La mia
«battaglia» contro tutte queste sofferenze non è stata facile. Innanzitutto
commetterei un torto, se non dicessi che Nicola Martella mi ha fornito gli
«anticorpi» necessari per reagire. A volte, girandomi indietro e ripensando a
quei momenti, credo che l’immagine più giusta, per rappresentarmi, sia quella
d’un bambino che compie i primi passi e, non avendo ancora il giusto equilibrio,
cade. La mano per rialzarmi, me la diede proprio il Signore. A lui rimisi ogni
mio dolore, nel mio animo ogni lettura della Bibbia, ogni versetto mi dava
gioia. Sapevo che c’era Qualcuno che m’amava, senza che io gli chiedessi niente
e che in ogni istante pensava a me. In quel momento realizzai che, se pur nella
mia famiglia incontravo ostacoli per la mia fede, Dio m’usa come strumento per
far conoscere la Buona Novella ai mie parenti. Dopo tante e tante lacrime, ho
capito anche che Dio ha allontanato quella ragazza da me per il mio bene. A
volte non capiamo i rimproveri del nostro padre (terreno), ma avevo capito che
il nostro Padre celeste vuole il meglio per me.
Conclusioni
Ad oggi frequento, per quel mi è possibile, la chiesa dei Fratelli di Reggio
Calabria. Sicuramente il rapporto con altri fratelli m’edifica e mi dà sostegno
per continuare nel mio percorso di fede.
La lezione che ho imparato, tirando il bilancio di quest’anno, è questa: per
essere discepoli di Cristo, servono costanza e impegno. Gesù vuole persone che
siano decise nelle proprie scelte e che abbiano innanzitutto l’amore per Dio e
poi tutto il resto. Ciò che il Signore mi ha chiesto nella mia vita, l’ho pagato
con passione e con l’amore che provo per il mio Re. Bisogna scegliere la via di
Dio in ogni attimo della nostra vita, perché il Signore non ama gli ignavi: «Chi
non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde» (Luca
11,23). Ho inteso che la felicità non è l’assenza del male, perché i momenti
difficili ci sono sempre, bensì la felicità è l’amore di Cristo.
Quotidianamente, come disse nostro Signore (Matteo 6,10), prego che sia fatta la
volontà di Dio e non la mia.
A piccoli passi, vi ho raccontato come sono cresciuto nella fede. I miei
propositi per il cammino, che mi sta dianzi? Continuare a fare la volontà del
Signore, impegnarmi giorno per giorno a diffondere la sua Parola e continuare
con i miei studi, poiché sta scritto: «La tua parola è una lampada al mio
piede e una luce sul mio sentiero» (Salmi 119,105).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Bilanci_giovan_discep_EdF.htm
23-01-2010; Aggiornamento: 24-02-2010 |