1.
LA SENSIBILITÀ: Un sismografo è un apparecchio
usato per registrare graficamente le vibrazioni
della crosta terrestre, ossia specialmente l’intensità e la durata dei
movimenti sismici, ma anche la provenienza. La sua
sensibilità dipende da come è tarato, cosa che lo rendo capace o meno di
registrare le minime variazioni, perturbazioni e simili. Lo stesso vale, ad
esempio, per una bilancia, che è tarata per i chilogrammi, per i
decigrammi, per i grammi o, addirittura, per frazioni di grammo. Similmente si
parla della sensibilità di un termometro o di un altro strumento
di misurazione. Similmente esistono pellicole
più o meno sensibili, ossia impressionabili dalla luce. Quindi, come uno
strumento o un dispositivo sarà capace di registrare gli stimoli esterni,
dipende dalla sua sensibilità. Lo stesso vale per i sensi naturali
(vista, udito, tatto, gusto, olfatto) e per la
reattività ad alcuni altri stimoli (dolore, piacere, solletico, caldo,
freddo, ecc.).
Tutti noi abbiamo una
specie di «sismografo interiore». Anche qui come la
mente (o l’interiore) sarà capace di percepire,
attraverso i sensi, gli stimoli esterni o interni,
dipende dalla sua sensibilità. Una persona è sensibile al caldo e
un’altra al freddo. Similmente si è diversamente reattivi verso l’umidità, una
sostanza o un medicinale. Lo stesso accade in campo artistico, naturalistico,
degli affetti, delle emozioni, dei sentimenti
propri o altrui, delle idee, degli interessi,
delle inclinazioni e così via. L’uno sarà, ad esempio, più sensibile ai
complimenti o alle adulazioni, l’altro no; ciò vale anche per altre cose.
La sensibilità di una persone è dovuta a tanti fattori, ad esempio ai
seguenti: velocità mentale di elaborazione dei dati, ormoni, età, genere
sessuale, carattere, stress, affaticamento, maturità…
Sensibile è chi possiede un’elevata emotività e impressionabilità. La
sensibilità ha risvolti positivi e può riguardare
l’attenzione, che si ha per gli altri (delicatezza, ricettività, empatia,
tenerezza). Essa può anche avere risvolti negativi e palesarsi come
suscettibilità, permalosità, irritabilità, quindi come ipersensibilità.
2. IPOSENSIBILI E IPERSENSIBILI: Persone iposensibili
ci mettono un bel po’ per recepire gli stimoli esterni, per elaborarli, per
creare varie associazioni con i molti parametri e le variabili dell’esistenza e
con se stesso e per reagire. Intanto altri stimoli raggiungono la mente ed,
essendo essa affollata da questi ultimi, quelli passati sono oramai messi agli
atti. Questi sono individui iporeattivi, con i filtri a maglia larga e a bassa
sensibilità, almeno all’apparenza. Magari il loro problema è accumulare tutto in
una diga e, quando il livello di guardia è superato, a valle succedono i
disastri improvvisi e occasionali.
Al contrario, ci sono persone ipersensibili, che rapportano a sé ogni
cosa, che avviene fuori. Esse elaborano gli stimoli in modo tale da creare
continuamente un rapporto molto personale con se stessi. Quindi, se la prendono
abbastanza in fretta. Hanno una «pelle» interiore così sottile, che basta
sfregarci sopra un po’ di più e sembra che sanguini subito. Hanno, come si dice,
i nervi a fior di pelle. Il loro «sismografo» interiore si mette in movimento a
ogni minima oscillazione.
3. IL CASO CONCRETO: A volte mi scrivono persone
ipersensibili e mi chiedono che cosa fare. Alcune di loro sono delle vere e
proprie mimose, che in momenti particolari riferiscono tutto a sé e si turbano
per le cose, che stanno a loro intorno o che le coinvolgono in qualche modo.
Certamente bisogna vedere di caso in caso. Ecco che cosa ho scritto all’incirca
a un giovane, che lascio qui nell’anonimato. Questo è l’apice di un lungo
carteggio, in cui abbiamo trattato i suoi problemi specifici attuali.
Secondo me hai ancora molto da maturare nella fede e come persona. Stai
dando troppa importanza a cose, che oggettivamente non ce l’hanno. Sei
troppo sensibile col tuo «sismografo» psichico.
Inoltre, il tuo punto di vista è reale, ma non è tutto; lo stesso si può
dire di quello delle persone, di cui parli; ognuno di voi ha alcune ragioni
dalla sua parte, ma non tutte. Il puzzle si compone, tenendo presente tutte le
tessere.
Non stare lì a ricamare su tali cose, oggettivamente poco importanti.
Concentrandoti troppo su tali cose e accumulandole insieme, ti convinci che ogni
fiammifero sia un bosco in fiamme. Ossia la tua percezione delle cose è
distorta. Inoltre, guarda tali cose a breve, medio e lungo termine; che resterà
di tali cose fra un mese, fra un anno o fra un lustro?
Guarda a ciò che puoi fare e cambiare un passo alla volta. Se puoi
cambiare le cose, perché ti affanni? Fallo. Se non puoi cambiare le cose, perché
ti affanni? Aspetta tempi migliori, e intanto fa’ altro.
Perché ti tormenti con ciò che sta intono a te? Poniti degli obiettivi.
Pensa a che cosa puoi fare dopo la prossima tappa, una volta che l’hai
raggiunta. Da ciò dipendono molte altre cose e anche ciò che ora vedi come un
problema. Se sei in una fase di cambiamenti, pazientati e fatti guidare dal
Signore. A ogni tappa, che raggiungi, si modifica il tuo rapporto col percorso e
con le cose intorno a te.
Per il resto sii più longanime con gli altri; allora molti di loro lo
saranno certamente con te. Non guardare a loro come fossero tuoi avversari,
allora molti di loro non lo saranno verso di te. Se non ti aspetti nulla, puoi
godere tutto come grazia. Inoltre, tara il tuo «sismografo» psichico in
modo meno sensibile e non interpretare ogni minima variazione come una minaccia
o catastrofe incombente. Se vuoi piacere al Signore e servirlo, devi avere le
spalle larghe, il cuore grande e fare spesso buon viso a cattiva sorte.
Se invece ogni piccola circostanza avversa ti fa sobbalzare, ti crea
spasimi d’animo, ti rende suscettibile, ti crea apprensione e ti spinge a
prendertela e magari poi a voler sempre chiarire tutto con gli altri, ciò ti
farà apparire singolare e problematico. Il cristiano maturo è capace
d’incassare, di coprire le cose col manto dell’amore, di passare sopra le
offese, di patire anche qualche torto, di amare i fratelli nonostante tutto e
così via. Penso che stai sulla buona strada, continua.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Ipersensibil_EnB.htm
08-02-2013; Aggiornamento: |