Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

Cristologia

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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«SONO IO» FRA GRAMMATICA E PROIEZIONI (Gv 18,5.7)

 

 di Nicola Martella

 

Caro fratello, ti chiedo riguardo all’«io sono», che ricorre in Giovanni 18, quando arrestano Gesù. In una giusta traduzione a che cosa riferisce quell’«io sono»: «io sono qua» in senso eccomi, o all’«io sono» di Esodo 3? Se puoi aiutarmi, grazie. {Raffaele Repoli; 18-03-2014}

 

 

1.  GIOVANNI 18: Esodo 3 fu scritto in ebraico (1400 a.C. circa). Giovanni 18 fu scritto in greco (1° sec. d.C.). A Gerusalemme e in Giudea la gente comune parlava aramaico. Gesù in croce «gridò con gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactanì?”; cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”» (Mt 27,46). Gli astanti capirono fischi per fiaschi: «Costui chiama Elia» (v. 47; cfr. Sal 22). Questo per farti capire come era difficile già la comprensione di cose usuali in ebraico per chi parlava in aramaico.

     Eccoti alcune riflessioni su Giovanni 18, accompagnate da alcune domande per la riflessione. Nel Getsemani Giuda venne là con la gente armata e ostile, per arrestarlo. E vuoi che Gesù facesse discorsi di teologia sofisticata proprio in tale circostanza di grande stress e pericolo? Fin dalla deportazione in Assiria prima (722 a.C.) e in Babilonia poi (586 a.C.), gli Israeliti non dicevano più «Jahwè» (non significa «io sono», essendo la 3a sg., non 1a sg.), ma «Adonaj» (Signore). E vuoi che lì si sia svegliato improvvisamente il loro amore per l’ebraico?

     All’affermazione che stavano cercando Gesù il Nazareno, quest’ultimo disse loro: «Sono io» (v. 5), ossia sono colui, che cercate. Che cosa doveva rispondere altrimenti, per spiegarlo agli altri? Quando chiese la seconda volta che cosa cercassero ed essi diedero la stessa risposta, Gesù disse: «V’ho detto che sono io; se dunque cercate me, lasciate andare questi» (v. 7).

     La prima volta, tale gente armata cadde all’indietro, non perché egeimí «io sono [Gesù il Nazareno], son io [quello]» significasse qualcosa di particolare, ma perché conoscevano la sua autorità, avevano visto i suoi prodigi e temevano per la loro vita, ritenendolo un profeta di Dio (cfr. Elia che fece cadere il fuoco dal cielo; 2 Re 1,10.12). La seconda volta non cadde nessuno, sebbene Gesù usasse le stesse parole. Il suo dire «sono io» intendeva mettere al riparo i suoi discepoli (cfr. v. 9).

 

 

2.  APPROFONDIMENTI: Già prima, Quando la Samaritana parlò del Messia atteso, Gesù le disse a conferma: «Lo sono io, io che ti parlo!» (Gv 4,25s).

     Anche dinanzi al Sinedrio, quando gli fu chiesto: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?», Gesù rispose: «Lo sono» (Mc 14,61s; cfr. Lc 22,70).

     Inoltre, Gesù usò tale espressione per rassicurare (Mt 14,27), confermare chi Egli fosse (il Messia promesso Gv 8,24.28; 9,9; 13,19), che fosse Lui realmente (Lc 24,39 «sono proprio io») e affermare cose specifiche (Gv 8,18 testimone; 11,25 risurrezione e vita; 14,6 via, verità e vita; 18,37 re). Gesù usò tale locuzione per parlare di sé in modo illustrativo (Gv 6,35.41.48.51 pane; 8,12 luce; 10,7.9 porta; 10,11.14 buon pastore; 15,1.5 vera vite).

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: La locuzione egeimí «sono io; io sono; lo sono» faceva parte del linguaggio comune, allora come oggi, senza alcun altro significato. Se si leggono gli Evangeli, ci si rende conto che la usarono Dio (Mt 22,32), un angelo (Lc 1,19 Gabriele) e varie persone umane (Mt 24,5 falsi cristi; 26,22 i discepoli; 26,25 Giuda). I contemporanei di Gesù non pensavano certo di fare così un sacrilegio. Il verbo essere è da solo o come ausiliario uno dei verbi più usati in ogni lingua (cfr. eg eimí qui: dove io sono Gv 7,34.36; dove sono io 12,36; 14,3; 17,24).

     Per maggiore approfondimento sullo stesso tema, si veda il seguente articolo: Giovanni 18,5-8 e «son io» {Nicola Martella} (D)

 

Si vedano inoltre i seguenti scritti:

Giovanni 8 e «io sono» {Nicola Martella} (T/A)

Una «teologia dell’io sono» nell’Evangelo di Giovanni? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Sono-io_gramm_OiG.htm

14-04-2014; Aggiornamento:

 

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