Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Dall’avvento alla parusia

 

Dottrine (generale)

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CHIESA LOCALE E PRESENZA DEL SIGNORE

 

 di Nicola Martella

 

     1. Ho letto meglio Matteo 18,15-20 e concordo con quanto detto da Nicola. Però, Nicola, per evitare altri errori in campo dell’ecclesiologia, spiega come si forma una chiesa locale a tutti gli effetti e come si realizza la presenza del Signore in mezzo alla chiesa e quando dei credenti pregano. {Alessio Rando; 03-07-2012}

 

     2. Sono d’accordo che la chiesa non dipende dal numero, quindi se per qualche circostanza, in un dato luogo, indipendentemente da organi o istituzioni, ci sono due o tre persone non collegate [a una chiesa] per cause non dipendenti da loro, anch’esse debbono essere considerati «chiesa»! Certo, essi devono necessariamente cresce anche di numero! Pace del Signore! {Goffredo Colucci; 09-07-2012}

 

Nota redazionale: Questi interventi sono stati posti nella discussione dell’articolo «Chiesa è laddove due o tre si radunano nel nome di Gesù? (Mt 18,20)». A tali contributi, essendo stati lì fuori tema, diamo una risposta qui. Si legga dapprima tale articolo, per capire meglio questo le problematiche di base.

 

 

1.  SEME DI VITA O LUCIGNOLO GIÀ FUMANTE: L’appartenenza di ogni credente rigenerato al «corpo di Cristo» è fuori discussione; non è di questo che parliamo qui. Che due o tre persone formino già di per sé una «chiesa locale», è tutto da vedere; questo è l’oggetto di questo articolo. Per capire quanto segue, è assolutamente necessario distinguere questi due aspetti.

     Chi ha collaborato in prima persona alla fondazione di chiese e ha viaggiato per anni fra le diverse realtà ecclesiali in Italia, sa di che cosa parliamo qui. Due o tre persone, che si radunano in un luogo, di per sé non sono ancora una «chiesa locale». In certi casi non lo sono più, se sono solo i superstiti di quella, che era una volta un’assemblea, ma che oramai è moribonda, costituita ora da credenti anziani o comunque non in grado di ridarle nuova linfa. In casi del genere, tali gruppi mancano di elementi fondamentali per una chiesa locale come stabilità, continuità e durevolezza nel tempo, oltre ad altri elementi concomitanti come visibilità, azione missionaria, progetto, e così via.

     Tali due o tre credenti formano un «punto di testimonianza», dove edificarsi al momento, senza garanzie per il futuro. Come la brace sotto la cenere, tale gruppo potrebbe riprendere vigore o spegnersi a breve. Tali credenti possono essere certamente il «germe» per una nuova chiesa, l’inizio di una nuova «cellula ecclesiale», magari mediante una «chiesa in casa», capace di aggregare e di fare discepoli.

     Oppure essa è solo il segno di un prossimo «aborto ecclesiale». Basta che viene a mancare uno di loro, per trasferimento, morte o perché preferisce frequentare una chiesa stabile, sebbene distante, che l’intero castello di carte collassa. Magari rimangono un uomo o una donna, che hanno imbarazzo a incontrarsi insieme, o due persone di età molto differente o con poca empatia o compatibilità, o altre combinazioni impari, oppure nessuno è in grado di edificare l’altro; chi di loro avrà le energie sufficienti, preferirà viaggiare e frequentare la prossima comunità più adatta per sé, per trovare edificazione.

     Questo è il caso anche dell’opera di un missionario in un piccolo centro: all’inizio c’è tanta speranza, si convertono un paio di persone; poi, però, l’opera viene a fermarsi, malgrado gli sforzi. Dopo anni, il missionario viene richiamato dalla missione per mancanza di risultati misurabili o egli stesso se ne va per delusione. Di lì a poco tempo, tutto finisce; e dopo alcuni anni, è come se lì non ci fosse mai stata una testimonianza.

     In certi casi, due o tre credenti sono addirittura il segno del «tramonto ecclesiale»: quella, che una volta era una chiesa, è stata così decimata da problemi, lupi famelici, apostasia e carnalità, che il «candelabro» sta per essere tolto del tutto.

     L’esperienza insegna al riguardo. Punti di testimonianza, cellule domestiche, gruppi speranzosi di diventare assemblee e chiese costituite da tempo nascono e, sebbene possano crescere per un certo periodo, poi muoiono per vari motivi, di cui alcuni sono stati menzionati.

 

 

2.  QUANDO INIZIA UNA CHIESA LOCALE?: I credenti possono invocare il Signore dappertutto, da soli, in gruppi variabili o all’occasione; tuttavia, ciò non li rende di per sé una chiesa locale. Un luogo di raduno, che sia una casa, un luogo appartato, il retrobottega di un negozio, un locale preso in affitto di volta in volta, affittato stabilmente o di proprietà di qualcuno o quant’altro, da solo non fa una chiesa, poiché un’assemblea è fatta di persone. Una chiesa locale, comunque si raduni, per chiamarsi tale, deve poter perdurare nel tempo; tale stabilità è data da conduttori irreprensibili e capaci.

     Nel libro degli Atti si parla in genere di discepoli radunati in un certo luogo, che siano essi pochi o tanti (At 6,1s.7; 9,1.19.25s.38; 11,26.29…). Fatti discepoli in una certa città (At 14,20ss), Paolo e la sua squadra eleggevano conduttori, a cui affidavano la nuova chiesa locale (v. 23). Essi erano la garanzia di stabilità e continuità. Prima che ciò avvenisse, in certi casi, essi restavano in loco per un certo periodo per istruire i discepoli (At 19,9; 20,31). Tali missionari fondatori tornavano anche periodicamente a visitare tali chiese e discepoli, per confermarli (At 18,23) e anche per metterli in guardia dai pericoli dei lupi rapaci esterni e interni (At 20,29ss).

     L’esperienza mostra che «chiese in embrione» (p.es. opere missionarie, nuovi gruppi, cellule domestiche) possono arrivare alla nascita di una chiesa locale oppure possono diventare un aborto. Dopo la fondazione della nostra prima chiesa, abbiamo assistito in prima persona come il nostro gruppo missionario, fondato per creare una chiesa locale in una città vicina, aveva buone possibilità di riuscire, fintantoché si radunava presso una famiglia, che ospitava gli incontri. Quando, poi, tale famiglia si trasferì di città, a causa del lavoro, tutti i tentativi di far durare tali incontri fallirono, poiché nessuno dei partecipanti abitava in loco, e non fu trovata alcuna alternativa stabile e durevole. I tanti sforzi evangelistici non portarono praticamente a nulla: fu un aborto.

     In un altro caso abbiamo assistito come una nostra cellula biblica, che era dislocata in un villaggio vicino e a cui riuscimmo a coinvolgere un paio di famiglie di credenti della nostra chiesa, che vivevano in zona, dopo vari tentativi e vari cambiamenti di luogo, essa divenne la base per la fondazione di una chiesa locale, tutt’ora esistente.

     Come si vede, per essere chiesa locale, non solo ci vogliono credenti, che si radunino, ma è necessario che lo facciano nel tempo e in modo stabile e che si sentano come una famiglia spirituale, che vuole onorare Dio e far conoscere Cristo agli altri. Se essi non hanno una visione missionaria e progettualità, penseranno soltanto a edificarsi, fintantoché potranno farlo. Alcuni gruppi del genere sono come il mar di Galilea, che è attraversato dal Giordano; tale lago riceve vita e dà vita. Altri gruppi sono come il mar Morto: ricevono e non danno; sono senza vita e a breve moriranno.

     Quindi, un tale «nucleo» deve avere l’intenzione di crescere in qualità e in numero, avendo la capacità di accogliere altri, di farne discepoli, di alimentare i carismi e di creare un minimo di struttura e di programmazione, che permetta a tutti di servire in modo ordinato e secondo le facoltà spirituali ricevute da Dio. Solo allora, Dio volendo, tale «embrione ecclesiale» diverrà, dopo un periodo di gestazione, pure una chiesa locale.

 

 

3.  A CHE CONDIZIONI SI REALIZZA LA PRESENZA DEL SIGNORE?: Questo punto ci porterebbe troppo lontano, se lo volessimo approfondire in tutti i suoi aspetti; quindi, vi accennerò soltanto. Il Signore è presente fra il suo popolo solo a condizione, ad esempio, che esso sia ubbidiente, santificato, sottomesso, che pratichi un culto legittimo e così via; riti o devozione senza l’etica del patto sono un impedimento alla sua presenza (cfr. Is 1; cfr. vv. 10ss; Is 2,6 Dio abbandona il suo popolo; Ger 12,7 Dio abbandona la sua casa; Ez 10,18ss la gloria dell’Eterno abbandona il tempio; 1 Pt 3,7 preghiere impedite).

     Dopo aver fatto uno studio biblico approfondito, ho preso atto che alcuni requisiti e basi per godere la presenza del Signore sono in sintesi i seguenti: si trova piacere in essa; si nutre il timore di Dio e un timore riverenziale verso di Lui; si confida in Lui e nelle sue promesse; ci si impegna a un comportamento irreprensibile; si accetta la sua riprensione e la sua disciplina; si è disposti ad accettare i suoi comandi; si ubbidisce alla chiamata ricevuta; si parla in modo conforme alla Parola di Dio. La presenza del Signore è segno di guida, di benedizione e di riposo per gli ubbidienti, ma egli scaccia gli empi e i ribelli dal suo cospetto.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Chiesa_presenza_Avv.htm

08-07-2012; Aggiornamento: 09-07-2012

 

Punto°A°Croce ▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce