Secondo te,
quali temi o aspetti sono poco considerati (o forse troppo poco) negli ambienti
del «movimento dei Fratelli»?
■ L’etica della vita quotidiana
del credente; l’amore fraterno. (A. Fausto Gaeta)
■ ▪ 1) Approcci nella Cura
Pastorale che vengano incontro ai problemi nuovi che i credenti vivono nella
società attuale; ▪ 2) Presentazione del Vangelo nella società attuale. (Nicola
Berretta)
■ I ministri dell’Evangelo: la
loro natura e il loro ruolo. (Gaio, ps.)
■
Il bisogno della perseveranza e della santificazione, senza la quale nessuno
vedrà Dio. Inoltre, aspetti etici inerenti la vita della nostra società in
crisi.
(Rinaldo Diprose)
■ Oltre a quanto detto
sopra, mi sembra che anche dal punto di vista dell’ecclesiologia ci sia poco
approfondimento e si diano per assodate posizioni nate più dalla tradizione che
da un reale approfondimento biblico. (Francesco Bozzi)
■ Opere di sostegno ai poveri e
agli stranieri. (Luciano Mancin)
■ Formazione dei membri di
Chiesa. (Luca Ciotta)
■ La comunione infrasettimanale.
(Sandro Carini)
■ Una seria e profonda
preparazione biblica e un approssimativa cura pastorale. (Giorgio De Luca)
■ ▪ 1) Riferendomi ai
Conduttori, è poco considerata la tematica del Servizio. ▪ 2) Riferendomi ai
membri di Chiesa, vi è incapacità di giudizio. Così s’alligna un male
incurabile, il gossip e la malalingua. (Sandro Bertone)
■ La collaborazione con le
missioni interdenominazionali, il supporto (pratico e in preghiera) delle
persone che vogliono impegnarsi per il Signore (in ambito locale e non) e la
lode a volte sclerotizzata ai modelli di fine ‘800. (Antonio Del Vento)
■ Evangelizzazione, aiuto sociale.
(Pier Francesco Abortivi)
■ Studio storico del movimento,
libertà nello studio esegetico ed ermeneutico della Bibbia, valore
dell’interdenominazionalità, preparazione seria alla cura pastorale. (Emanuela
Busatto)
■ Una conduzione efficace, la
preparazione teologica, l’impegno sociale. (Tonino Mele)
■ Gli aspetti sociali: Gesù non
era indifferente alla realtà sociale in cui viveva, e nemmeno la chiesa
apostolica È vero, la predicazione dell’Evangelo è e rimane la priorità
assoluta! Ma proprio perché è la priori-tà, essa non può non avere un impatto
visibile nella società in cui una chiesa locale è immersa: parlo, però, di
chiesa locale, non d’iniziative na-zionali o internazionali. Ci vuole equilibrio
tra la predicazione e l’opera so-ciale, quest’ultima non deve mai prendere il
posto della prima, ma ciò non significa che non debba esserci. (Attilio De
Renzis)
■ ▪ 1) L’insegnamento sistematico
(catechismo!!!) per le persone che si convertono. ▪ 2) La discrasia fra
l’insegnamento «spirituale» che viene impartito alla domenica e la «pratica»
settimanale. (Detto per inciso: il comportamento ai Campi degli adolescenti e
dei giovani — spesso figli d’anziani di chiesa — è impressionante in termini di
maleducazione, menefreghismo, mondanità, ecc. Ci si chiede che cosa e come venga
loro insegnato in chiesa e in casa!!!). (Roberto Frache)
■ ▪ 1) La traduzione pratica del
cristianesimo nel sociale, nel civile e nella cultura, fuori dalla chiesa. ▪ 2)
La crescita del credente dopo la conversione. (Marcello Favareto)
■ In molte chiese locali sono le
seguenti: la preghiera, lo Spirito Santo e le opere sociali. (A.D., ps.)
■ Forse manca
una più decisa predisposizione verso chi non ha ancora accettato Cristo e ci è
vicino (colleghi, vicini di casa, scuola, ecc.). (Federico Corona, ps.)
■ I doni dello Spirito, aspetti di vita pratica con il mondo. (Stefano Comune)
2.
Dati di credenti esterni