Qual è secondo te il punto di forza peculiare del «movimento dei Fratelli»?
■ La loro ecclesiologia basata
sulla stretta osservanza del modello neotestamentario. (Maurizio Marino)
■ Essere rimasta attaccata alla Parola; ogni Chiesa locale si gestisce da sé,
avendo Anziani e Diaconi. (A. Fausto Gaeta)
■ Enfasi sull’assenza di sovrastrutture gerarchiche rispetto
alla chiesa locale, condotta collegialmente. (Nicola Berretta)
■ La dottrina neotestamentaria; il sistema
congregazionalista; la cena del Signore. (Gaio, ps.)
■ Che predica il Vangelo di Dio.
(Rinaldo Diprose)
■ La conduzione collegiale e la libertà di partecipare al
culto di adorazione. (Bill Quinert)
■ Generalmente trovo che si cerchi di dare importanza
all’esegesi e allo studio della Bibbia. (Francesco Bozzi)
■ Congregazionalismo e centralità della cena del Signore.
(Luciano Mancin)
■ Il cercare di essere in qualche modo fedele alla Parola di
Dio. (Luca Ciotta)
■ ▪ 1) Una dottrina aderente alla Bibbia, senza troppe
sovrastrutture teologiche e filosofiche e senza concessioni liberiste. ▪ 2) La
denominazione comune che riferisce a un accordo sui punti di fede essenziali
permette una certa sicurezza in caso di contatti e scambi con altre assemblee.
Per esempio, un credente che si trasferisce in un’altra città ha la tranquillità
che entrando nella «chiesa dei Fratelli», vi trova la stessa fede, mentre se si
recasse in una chiesa libera o d’altra denominazione, dovrebbe prima verificare
la compatibilità tra la propria fede e quella della chiesa locale. Ciò favorisce
la comunione tra le assemblee e aiuta, a mio avviso, lo scambio fecondo di doni
e ministeri. ▪ 3) Nello stesso tempo, però, mi sembra che le assemblee abbiano
abbastanza autonomia di gestirsi a livello organizzativo come meglio credono e
ciò possa favorire l’inserimento d’un credente nella assemblea che meglio
corrisponde alle sue vedute (in materia d’organizzazione, non dottrinale!).
(Salomè Stisabi, ps.)
■ La «libertà», cioè non avere compromessi con enti laici o
religiosi; l’unica autorità è la «Parola di Dio». (Sandro Carini)
■ Il suo volersi rifare agli insegnamenti biblici per
ricreare, quanto possibile, l’impostazione data da Cristo alla chiesa primitiva.
(Giorgio De Luca)
■ La libertà. (Sandro Bertone)
■ La teorica apertura verso tutti i fratelli (compresi quelli
d’altre denominazioni). (Antonio Del Vento)
■ ▪ 1) Accento sull’autorità della Scrittura, ▪ 2) coerenza
morale, ▪ 3) flessibilità strutturale. (Pier Francesco Abortivi)
■ Guida non accentrata in un unica persona ma affidata a più
anziani. (Emanuela Busatto)
■ Sono diversi tali punti, ma qualche tempo fa mi sono
occupato del valore dato all’applicazione «locale» della Parola di Dio, cosa che
mi è rimasta impressa. (Tonino Mele)
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La fedeltà alla Parola di Dio. (Attilio De Renzis)
■ ▪ 1) Un forte riferimento alla Scrittura. ▪ 2)
Secondariamente, dal punto di vista organizzativo, la mancanza d’una struttura
dirigistica nazionale. Tale mancanza permette una notevole «agilità»
nell’instaurare nuove comunità non necessitando di placet, nomine, invio di
pastori, ecc. Ritengo anche importante il «sacerdozio universale» che permette
di responsabilizzare i membri dell’assemblea secondo i loro doni. Ovviamente
questi due punti — come sempre accade nelle nostre realizzazioni umane non
perfette! — possono avere riscontri negativi in termini di confusione e di
prevaricazione da parte di persone «carnali». (Roberto Frache)
■ L’«aurea mediocritas» intesa come equilibrio tra accenti
diversi: ▪ 1) Non esagerare in teologia e dottrine permettendo a ciascuno un
margine di personale interpretazione, conciliazione con il resto della sua
cultura, applicazione pratica al suo rapporto con Dio (ma non sempre, purtroppo,
è, o è stato, così. Voli in alto e precipitose cadute ci sono state anche fra di
noi). ▪ 2) Non esagerare con l’organizzazione gerarchica, cosa che insegna a
vivere in una «democrazia teocratica» dove chi si sente chiamato al servizio dei
fratelli lo può fare senza necessariamente essere insignito della targa
d’anziano (ma anche qui non sempre è così; anziano e dittatore non coincidono e
non s’escludono). (Marcello Favareto)
■ Ancorata alla Bibbia nella sua globalità, come elemento per
valutare tutte le cose. (A.D., ps.)
■ Un certo «isolamento» che nel
bene porta a non essere contaminati da un certo ecumenismo che sta influenzando
anche l’ambiente evangelico. (Federico Corona, ps.)
2.
Dati di credenti esterni
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■ Non esiste gerarchia ecclesiale. (Gaetano Nunnari)
■ Un impegno molto più collegiale che altrove. (Serafino Frandone, ps.)
■ Il concetto stesso di fratelli: Provenendo da una famiglia della chiesa
dei Fratelli, l’insegnamento di mio padre, oltre a quello teologico intorno alla
salvezza per grazia.... e altro che tu ben conosci, è stato proprio quello di
considerare mio fratello in Cristo chiunque creda alla salvezza per grazia e
che abbia sperimentato la nuova nascita: a questo consegue che nessuno può,
con l’educazione o con la predicazione «salvare» un’altra persona se non
l’opera dello Spirito Santo. (Claudia Martino)
■ Assenza di gerarchie formali. (Marzio Zucchero, ps.)
■ Lo studio approfondito della Parola di Dio. (Clara Cristalli, ps.)
■ L’importanza e lo studio della Parola di Dio. (Stefano Comune)
3.
Valutazione dei dati
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