1. DAI VALORI
ALL’IDEOLOGIA?: Tu tale immagine ci sono alcuni «sì» e alcuni «no».
Qualcuno mi ha chiesto, perché uso un facsimile dei logo per il referendum sulla
costituzione, fissato per l’inizio di dicembre 2016. Il primo motivo è perché
vedo che i cristiani si stanno polarizzando, chi sul «sì» e chi sul «no»,
facendo battaglie feroci, che sfociano spesso nella carne e creano fazioni nelle
chiese e in Internet. Chi dissente, viene pesantemente attaccato sul piano
personale; io stesso ne ho fatto le spese.
Premetto che sia stato un grande errore aver indetto questo
referendum popolare su una materia così delicata. Una grande massa non voterà
sulla base di convinzioni, non avendo gli strumenti di analisi e comprensione,
ma sulla base di slogan e di emotività. Per questo, una buona fetta di cittadini
si asterranno dal voto. E molti di coloro, che si informeranno, saranno così
confusi che, alla fine, decideranno istintivamente e all’ultimo momento. Il
referendum sta portando una grave lacerazione sociale. Ai fatti si aggiungono
mitologie ideologiche stravaganti e calunnie assortite. È mia convinzione che
una materia così delicata doveva essere decisa soltanto in parlamento.
Ora, anche tra i cristiani fedeli alla Scrittura ognuno può avere le
proprie opinioni; tuttavia la militanza attiva per una o l’altra fazione
è qualcosa di differente, specialmente quando si avversa chi non la pensa allo
stesso modo. Allora, invece di predicare l’Evangelo e di dare una buona
testimonianza e un «buon odore di Cristo» (2 Cor 2,15), alcuni si improvvisano
«esperti» di politica, dando l’impressione che ci si trova dinanzi a degli «omuncoli
cristiani» e a delle «fotocopie sbiadite» di discepoli originali, che
hanno smesso di dare sapore e di brillare (Mt 5,13-16). Improvvisamente la luce
del «mondo» attrae i seguaci di Cristo, invece di essere loro a brillare in
esso. «Fate ogni cosa senza mormorii e senza
dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza
biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale
risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita»
(Fil 2,14ss).
Improvvisamente, i cristiani biblici si
reinventano come politologi (certo di terza categoria) e creano immani
paure nel popolo e nelle chiese, come se tale referendum cambierà
irrimediabilmente le sorti dell’Italia. Poi, ci si accorgerà che, chiunque
vincerà, non cambierà molto nel Paese e che i problemi di prima saranno
anche quelli di dopo. Intanto, però, quelli che sono saliti in modo militante su
un carro o sull’altro e che hanno condotto accese battaglie contro l’altra
parte, in estenuanti ping-pong pieni di ferimenti, ingiurie, aggressività e così
via, si ritroveranno con una vita più vuota di prima, carichi di colpe e
risentimenti, disfatti spiritualmente e moralmente.
Se avessero seguito i dettami della sacra
Scrittura, avrebbero potuto risparmiarsi tutto ciò! Alla fine, saranno
delusi comunque, poiché, qualunque schieramento vinca, la montagna avrà
partorito un topolino! Niente cambierà veramente nella loro vita. I danni
fatti nella contesa politica con altri credenti, quelli sì che lasceranno
profondi solchi e ferite, che non si rimangeranno così in fretta.
■ Non era la «nostra cittadinanza... nei cieli,
da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore»?
(Fil 3,20). Come mai allora confidiamo che un referendum cambierà le nostre
sorti veramente, che vinca il «sì» o il «no»?
■ Paolo scongiurava Timoteo con solennità e rigore «di
osservare queste norme senza pregiudizio e di non far mai nulla per
favoritismo» (1 Tm 5,21; cfr.
Gcm 3,17s). Chi si schiera in modo militante, perde tali peculiarità. Spesso
obbliga altri a prendere posizione diversa, e così si creano divisioni,
fazioni e partiti nelle assemblee (cfr. 1 Cor 1,10; 11,18s), che alimentano
solo i moti della carne (cfr. Gal 5,20).
■ L’amore pubblicamente dichiarato per uno schieramento politico specifico
non è paragonabile ad altre passioni, che creano dipendenza?
Similmente «l’amore del denaro è radice di ogni
specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e
si sono procurati molti dolori» (1 Tm 6,10). Con ciò contrasta un
altro programma: «Ma tu, o uomo di Dio, fuggi queste cose, e
protenditi verso giustizia, devozione, fede, amore, costanza, dolcezza» (v.
11).
2. IL
COMPORTAMENTO DEI CREDENTI NEL «MONDO»: Questo si aggiunge a quanto
detto sopra. Il comportamento del credente verso il «mondo» non è lineare o
univoco, ma è determinato da un rapporto differenziato verso di esso. Ad
esempio, esso è il luogo in cui egli vive, ma non l’oggetto delle sue speranze.
È nel mondo, ma non è del mondo. Non si fa trascinare dalle alterne mode
culturali, ma è capace di andare controcorrente. Si prodiga ad aiutare e
soccorrere quanti sono nel mondo, ma non si accomoda in esso e nei suoi valori.
Prega per coloro, che sono in autorità, ma non si aspetta tutte le risposte da
loro; si augura un clima di pace nazionale, alfine di poter vivere
tranquillamente la propria fede e devozione e poter far conoscere Dio e la
salvezza (1 Tm 2,1-4). Si esercita a essere sale
della terra e luce del mondo, quindi a dare una buona testimonianza alla società
intorno a sé.
Ecco alcuni altri principi, che accompagnano il suo comportamento nel
mondo.
■ Il credente non vuole predicare bene e razzolare male.
«Io quindi corro
così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria;
anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga
che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato» (1
Cor 9,27s).
■ Il credente si esercita della lotta contro l’ingiustizia, cominciando dalla
propria vita. «Voi
non avete ancora resistito fino al sangue, lottando contro il peccato»
(Eb 12,4)
■ Il credente è pronto a pregare e a operare per il bene delle società.
«Cercate il bene della città, dove io vi ho fatti
portare in cattività, e pregate l’Eterno per essa; poiché dal bene d’essa
dipende il vostro bene» (Gr 29,7; cfr. 1 Tm 2,1-4).
■ Il credente non si associa nella diffamazione pubblica di coloro, che sono in
autorità. «Non
andrai qua e là, facendo il diffamatore fra il tuo popolo, né ti
presenterai ad attestare il falso a danno della vita del tuo prossimo. Io
sono l’Eterno» (Lv 19,16).
■ Il credente ama la verità delle cose e non i pregiudizi, che vengono diffusi;
perciò verifica le cose, prima di dare loro credito. «Perciò,
amate la verità e la pace»
(Zc 8,19). «Chi fra voi è sapiente e
intelligente? Mostri con la buona condotta le sue opere compiute con
mansuetudine e saggezza. [14] Ma se avete nel vostro cuore amara gelosia e
spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità»
(Gcm 3,13s).
3. DIFFONDERE VALORI
BIBLICI:
L’intento nella pubblicazione di tale immagine
è, provocatoriamente, la promozione di valori cristiani soltanto.
Tale utilizzo di un facsimile dei logo per il prossimo referendum si
chiama uso dell’attualità al fine di comunicare «valori», un termine caduto in
disuso fra molti.
Noi cristiani biblici non dobbiamo aspettarci grandi cambiamenti dalle
decisioni delle masse, sia che vinca il «sì» o il «no», l’uno o l’altro
schieramento democratico. Come si vede anche negli Evangeli, le masse un giorno
possono dire «Osanna!», un altro giorno «Crocifiggilo». Di là dalle nostre
convinzioni, dobbiamo usare l’occasione per comunicare valori biblici,
che sono intramontabili e insindacabili. Le tornate politiche passano, i valori
biblici no.
Ecco alcuni miei esempi sul piano sociale:
■ Dico «sì» all’Italia e prego per essa.
■ Dico «no» all’ingiustizia nella mia vita.
■ Dico «sì» alla pace sociale e opero per essa.
■ Dico «no» ai pubblici calunniatori.
■ Dico «sì» ai leali e agli onesti.
■ Dico «no» a coloro, che si arricchiscono con i beni pubblici e con la
politica.
■ Dico «sì» a tutti coloro, che si adoperano per il bene comune.
■ Dico «no» ai corrotti e ai concussi.
■ Dico «sì» a coloro, che si battono per gli ultimi della società.
■ Dico «no» al potere accentuato in mano a pochi.
■ Dico «sì» a coloro, che cercano più il bene dell’Italia che quello della
loro parte politica.
■ Dico «no» ai populisti, che alimentano le paure, creano odio sociale e
propagano calunnie e fango contro i loro avversari, pur di arrivare al potere.
■ Dico «sì» a quanti si sono spesi finora per la nostra libertà.
Ecco alcuni miei esempi sul piano ecclesiale:
■ Dico «no» al peccato nella mia vita.
■ Dico «sì» alla verità e opero per essa.
■ Dico «sì» ai cristiani, che propagano valori biblici di base.
■ Dico «no» a coloro, che trasformano i pulpiti in tribune elettorali.
■ Dico «no» all’idolatria in qualsiasi forma.
■ Dico «sì» alla moltiplicazione delle chiese (anche in casa) e non
all’accentramento in locali sempre più grandi e di lusso.
■ Dico «no» al buonismo cristianizzato, che presenta un Dio fatto a propria
immagine.
■ Dico «sì» all’uso dei carismi effettivamente ricevuti, senza voler
apparire «maestrini della leggina», facendo un arbitrario «copia e incolla» del
lavoro altrui (senza neppure citare gli autori e le fonti).
■ Dico «no» a chi fa «versettologia» indebita (insalata di versetti), al
fine di motivare le sue ideologie religiose.
■ Dico «sì» a chi fa l’esegesi contestuale, spiegando ogni testo nel suo
contesto naturale.
4. ASPETTI CONCLUSIVI:
Fintantoché referendum ed elezioni rimangono in una logica democratica,
cambieranno poco dell’assetto reale, essendoci in una democrazia pesi e
contrappesi. Bisogna preoccuparsi delle derive populiste e dittatoriali. Quindi,
il giorno dopo il referendum costituzionale, che vinca il «sì» o il «no»,
ci si accorgerà che non è scoppiato il diluvio universale, né è arrivata la fine
del mondo. Improvvisamente, ci si accorgerà che il mondo va avanti lo stesso e
che l’invasione degli alieni non c’è stata. Che vinca il «sì» o il «no», ci
saranno problemi da grandi affrontare. Magari a quanti hanno militato con l’uno
o l’altro schieramento, battendosi quasi fino al sangue, dopo alcuni giorni
cadranno le scaglie dagli occhi, e si accorgeranno che sono stati
strumentalizzati ideologicamente (anche da se stessi) per un’impresa, che
non era proprio la «madre di tutte le battaglie», da cui dipendeva il destino
della nazione, come gli avevano fatto credere, ma era solo una delle tante tappe
della storia democratica, se non addirittura una tempesta in un bicchiere
d’acqua.
Perciò, vale la pena insistere sui valori biblici e militare per
essi, affinché si diffondano, visto che essi sono impassibili e non soggetti ai
corsi e ricorsi della politica.
Concordi con i messaggi sull’immagine e con quelli aggiunti sopra? Magari
anche tu vorresti dire «sì» ad alcuni valori positivi e dire «no»
ad alcuni valori negativi di tipo spirituale e morale. Sul piano morale e
spirituale, a che cosa diresti tu «sì» o «no», specialmente nella tua vita, ma
anche nel cristianesimo, nelle chiese e nella cultura cosiddetta cristiana? (per
favore lasciamo da parte qui la politica partitica e specialmente il
referendum!).
►
Referendum e scenari apocalittici {Nicola
Martella} (A)
►
Referendum e New World Order {Nicola
Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Val_ideol_OiG.htm
15-11-2016; Aggiornamento: |