«E
montato in una di quelle barche che era di Simone, lo pregò di scostarsi un po’
da terra; poi, sedutosi, dalla barca ammaestrava le turbe. E com’ebbe cessato di
parlare, disse a Simone: “Prendi il largo, e calate le reti per pescare”. E
Simone, rispondendo, disse: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non
abbiamo preso nulla; però, alla tua parola, calerò le reti”. E fatto così,
presero un tal quantità di pesci, che le reti si rompevano… Simon Pietro, veduto
ciò, si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, dipartiti da me, perché
sono uomo peccatore”» (Luca 5,3-6,8).
Entriamo in tema
Comprendere qualcosa di più riguardo l’antica pesca sul Mar di Galilea ci
permette d’apprezzare meglio i dettagli di questa scena, uno dei primi miracoli
di Gesù che è stato fatto probabilmente d’inverno sulla costa del lago vicino
Capernaum.
Pietro e gli altri pescatoti usavano una rete di tramaglio (rete formata da tre
teli paralleli e sovrapposti, mantenuti verticali) per prendere il Tilapia
galilea («pesce di San Pietro»). Essi pescavano di notte e smettevano
all’alba perché con la luce del giorno i pesci potevano vedere il reticolato.
Prima che i pescatori mettessero a posto le reti, le lavavano con cura e le
mettevano ad asciugare. Se le reti non venivano prontamente fatte asciugare dopo
l’uso, correvano il rischio di marcire in tempi brevi. Dal racconto
dell’Evangelo sappiamo che Gesù è arrivato sulla riva del lago mentre i
pescatori stavano ancora lavando le reti (Lc 5,2) ed è subito salito in una
delle barche e ha iniziato a insegnare. Se il lavaggio delle reti di tramaglio
avveniva poco dopo l’alba, allora Gesù deve aver incominciato a insegnare in un
orario molto mattiniero.
Pietro poteva aver usato solo una rete di tramaglio o al limite una a veranda,
una variante del tramaglio. Non avrebbe potuto pescare con una rete scorticaria
perché il fondale della parte ovest del lago è roccioso e una scorticaria si
sarebbe continuamente impigliata. È anche improbabile che Pietro pescava con una
rete da lancio poiché egli pescava con barca ed equipaggio.
Fonti giudaiche confermano quest’immagine della diligenza e della fedeltà dei
maestri d’Israele durante questo periodo e lo zelo della gente ad apprendere la
Torà. Dalla letteratura rabbinica si ricava che i rabbini insegnavano in tutti i
posti possibili e in qualsiasi momento del giorno e della notte. Qui abbiamo
l’esempio d’un Grande Rabbino che stava insegnando al mattino presto, forse
verso le sette, da una barca attraccata sulla riva del lago. Una folla numerosa
aveva costretto Gesù a usare la barca come pulpito per l’insegnamento, e tutto
questo malgrado l’orario mattutino.
Il duro lavoro del pescatore
Era un caso che Gesù scelse dei pescatori come discepoli? Oppure era il loro
duro lavoro che li aveva preparati in maniera particolare al compito per cui
sono stati scelti? Fare il pescatore era un lavoro duro. I loro corpi erano
bagnati per la maggior parte del loro tempo, anche d’inverno, dato che in questa
stagione la pesca era più propizia, specialmente per il pesce san Pietro e la
sardina. Il tardo inverno è anche la stagione delle piogge, e spesso i pescatori
stavano sotto la pioggia nelle lunghe notti d’inverno. A quei tempi non c’erano
gli impermeabili di materiale plastico per ripararsi dalla pioggia e
dall’umidità come invece li hanno i pescatori d’oggi!
Il lavoro del pescatore era anche fisicamente duro, poiché comportava remare per
spostarsi nelle zone di pesca, trainare delle reti pesanti e sollevare ceste di
pesci. I pescatori che usavano le reti da lancio, dovevano entrare in acqua
ripetutamente per recuperare le loro reti. La maggior parte dei pescatori
lavoravano di notte e dormivano di giorno. Possiamo immaginarci un tipico
villaggio di pesca come Capernaum che era silenzioso fino alle ore 12,30 o 13,00
e con le madri che zittivano i bambini più rumorosi o qualche cane che abbaiava.
Mettiamoci al posto di Pietro, che aveva lavorato tutta la notte in una piccola
barca, al freddo, nell’oscurità e forse nella pioggia. Come ci sentiremmo se
mentre stiamo lavando le nostre reti, poco dopo l’alba, stanchissimi dopo una
lunga notte di pesca, qualcuno salisse nella nostra barca chiedendoci di remare
per scostarci dalla riva e aspettare chissà quanto tempo mentre quella persona
si mette a parlare in pubblico? Non sarebbe passato molto tempo che la nostra
pazienza sarebbe stata messa a una dura prova, non solo perché assonnati, ma
anche perché affamati. Pensiamo ora che ci venga ordinato di ritornare a
pescare, a gettare nuovamente le reti — dopo che esse erano state già lavate!
Che richiesta da parte di Gesù!
Dov’era Gesù quando disse a Pietro: «Prendi il largo e calate le reti per
pescare»? Dov’era Gesù quando Pietro era caduto ai suoi piedi per lo shock e
la meraviglia? L’impressione che si ha della storia di Lc 5,1-11 non è molto
dissimile da quella di Gv 21,1-14, sebbene la storia di Giovanni abbia luogo
dopo la risurrezione. Ci possiamo immaginiamo Gesù sulla spiaggia, forse con un
braccio steso verso la barca di Pietro che stava a una certa distanza dalla
riva. Immaginiamo Pietro tuffarsi dalla barca, nuotare fino a terra, cadere
faccia a terra sulla spiaggia, davanti a Gesù, e poi risalire sulla sua barca
per trascinare la rete piena di pesci a terra. Ma questo è dovuto all’influenza
del racconto di Giovanni, che ci dice che quando Pietro ha capito che era il
Signore, è saltato fuori dalla sua barca che si trovava a 200 cubiti (circa
cento metri) dalla riva e si è messo a nuotare.
Nella storia di Luca, Gesù si trova nella barca di Pietro quando gli dice di
prendere il largo e d’iniziare nuovamente a pescare. Gesù è sempre nella barca
anche quando Pietro cade ai suoi piedi subito, dopo che le reti piene di pesci
sono state tirate nella barca.
Pietro non era solo a manovrare la barca per scostarla dalla riva e permettere a
Gesù d’insegnare; non era solo quando ha portato la barca al largo, e non era
solo quando ha gettato le reti. Infatti, il comando di Gesù, «calate le reti»
(plurale), indica che almeno un altro pescatore era salito sulla barca con
Pietro e con Gesù. Anche la dichiarazione del v. 7, «e fecero segno ai loro
compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli», mostra che Pietro non era
l’unico pescatore a bordo.
La barca per la pesca con rete di tramaglio è normalmente adibita per quattro
pescatori. È quindi probabile che c’erano due o tre pescatori che erano saliti
nella barca insieme a Pietro. (Questo tipo di barca può difficilmente essere
gestita da un equipaggio di due persone, poiché uno deve necessariamente essere
addetto ai remi e l’altro a svolgere e trainare le reti). Se solo due persone,
oltre a Pietro e a Gesù, erano salite nella barca, allora forse Gesù ha servito
come quarto membro dell’equipaggio. Se erano saliti in tre (ma non è probabile)
allora Gesù doveva essere rimasto sulla riva, poiché in una barca di queste
dimensioni, dai 4,5 ai 5,5 metri di lunghezza, c’è giusto lo spazio per quattro
pescatori, le loro reti e qualche altra attrezzatura.
Questo modifica la solita immagine che abbiamo di Gesù che insegna sul lago.
Molti film hanno lasciato Gesù sulla riva. Ma quando la folla ascoltava Gesù,
egli stava in una barca fiancheggiato da due a quattro pescatori. Inoltre,
dobbiamo avere l’immagine di Gesù, quando le reti venivano tirate a bordo, che
stava in un angolo della barca e parzialmente coperto con reti e pesce.
Il miracolo della pesca
Quando Pietro ha visto la straordinaria pescata, è caduto nella barca di fronte
a Gesù dicendo: «Signore, dipartiti da me, perché sono uomo peccatore»!
Il testo aggiunge che Pietro e quelli che stavano con lui erano spaventati dalla
quantità di pesce che avevano preso. Questi pescatori hanno reagito così perché
era statisticamente improbabile che avrebbero preso tanto pesce, dopo aver
lavorato tutta la notte e non aver preso niente? Questo rende parzialmente conto
del loro shock. L’improbabilità di prendere del pesce sufficiente per ripagarli
sia della fatica che finanziariamente, è indicato anche dalla risposta iniziale
di Pietro. Egli non ha fatto immediatamente come Gesù aveva chiesto, ma il suo
primo argomento è stato: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non
abbiamo preso nulla».
C’è qualcosa di più per questa reazione dei pescatori della Galilea che va oltre
la grandezza della pesca fatta? Fino all’introduzione delle reti di nylon
trasparenti negli anni Cinquanta del ventesimo secolo, la pesca con il tramaglio
veniva fatta solo di notte. Di giorno, il pesce poteva vedere le reti ed
evitarle. Il miracolo era che il pesce nuotava ciecamente nella rete di giorno.
Cos’altro ha fatto sì che Pietro cadesse ai piedi di Gesù per la paura?
Sicuramente il tempo del miracolo. Subito dopo aver finito di predicare, quando
per lui era il tempo più conveniente, Gesù ha ricompensato quei pescatori per il
loro disturbo.
La sicurezza di Gesù risalta grandemente. Nell’insegnare a una folla di gente
Gesù, apparentemente, sembra che non prendeva in considerazione gli
inconvenienti che causava a questi pescatori, ma invece aveva previsto di
ricompensarli per il loro servizio e sapeva che poteva farlo ogni volta che
voleva. Vediamo la stessa fede dimostrata da Pietro dopo la Pentecoste, quando
sapeva in anticipo cosa egli stava per fare e quale ne sarebbe stato il
risultato, allorquando ha guarito lo zoppo fin dalla nascita (Atti 3,6).
Gesù non era inconsapevole della stanchezza dei pescatori e della loro
frustrazione per non aver pescato niente dopo aver lavorato duramente tutta la
notte. Egli sapeva che erano molto stanchi e desideravano andare a casa a
dormire. Egli sapeva anche dei loro bisogni generali e in particolare del
mancato reddito per la notte di pesca infruttuosa. Egli ha rimosso la loro
frustrazione per la perdita d’una notte di lavoro e li ha benedetti con tanto di
quel pesce che, per prenderlo, sarebbero state necessarie varie notti di pesca.
Con due barche come quelle, la pesca descritta in Lc 5 doveva essere di circa
650-700 kg di pesce.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Pesca_miracolosa_Mt.htm
10-08-2007; Aggiornamento: 30-06-2010
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