Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

NT: Persone e contingenza

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA LINGUA DEGLI EBREI 5: MONETE E ISCRIZIONI

 

 di Argentino Quintavalle

 

La prova fornita dalle monete è importante per valutare la situazione linguistica al tempo di Gesù. Ya’akov Meshorer, curatore del Dipartimento Numismatico del Museo d’Israele ed esperto numismatico, ha fatto una lista di 215 monete giudaiche nel suo catalogo. Di queste 99 hanno iscrizioni ebraiche — solo una ha un’iscrizione aramaica!

     [Le monete coniate in greco sono più numerose di quelle coniate in ebraico; e risalgono quasi tutte al tempo della collaborazione romana d’Erode e dei suoi successori. Tutte le monete coniate da Erode e dai suoi successori (un totale di 111 monete) hanno inciso in greco: 19 il conio d’Erode, 7 d’Archelao, 13 d’Antipa, 9 di Filippo, 9 d’Agrippa I, e 54 d’Agrippa II (4 monete d’Agrippa II, coniate negli anni 86 e 87 d.C., hanno delle iscrizioni latine a fianco di quelle greche). Per contro, le monete coniate durante quei brevi periodi dell’indipendenza politica giudaica, hanno tutte iscrizioni ebraiche: le 32 monete dei Maccabei (una ha l’iscrizione in aramaico, sette sia in ebraico che in greco), le 17 monete coniate durante la grande rivolta contro Roma (66-70 d.C.), e 51 monete coniate da Bar-Cochba (132-135 d.C.)].

     Dal quarto secolo a.C. (l’ultimo periodo Persiano) fino alla fine della rivolta di Bar-Kochba nel 135 d.C., l’intera storia del conio giudaico ha avuto una sola moneta con iscrizione aramaiche, durante il regno d’Alessandro Janneo (103-76 a.C.).

     In aggiunta alle prove delle monete, ci sono anche le prove epigrafiche delle iscrizioni. Gli scavi archeologici presso il Monte del Tempio, diretti dal Professor Benjamin Mazar dell’Università Ebraica sono i più estesi mai intrapresi in Israele. Dall’inizio di questi scavi, nel 1968, sono state disseppellite numerose iscrizioni. È significativo che non sono state disseppellite iscrizioni aramaiche. È significativo che nessuna iscrizione aramaica del periodo romano sia stata ancora trovata. Tutte le iscrizioni che sono state trovate sono in ebraico, in greco o in latino.

     Due di queste iscrizioni sono degne di nota. La prima si trova su una grande pietra, all’angolo sud-ovest del Monte del Tempio. Durante la distruzione del Tempio nel 70 d.C. da parte di Tito e dell’esercito romano, questa pietra è stata gettata da un’altezza di circa 35 metri sopra la pavimentazione fatta da Erode. Questo, gli archeologi israeliani l’hanno scoperto circa 1900 anni più tardi. La pietra si è rotta nella caduta e solo una parte dell’iscrizione rimane. Si legge in ebraico: «leveit hateki’ah» («il luogo del suono della tromba»). Questo era il punto dove lo shofar (tromba fatta di corno di montone) veniva suonato per annunciare l’inizio e la fine del sabato (vedi Giuseppe Flavio, Guerre giudaiche IV, 582-583).

     La seconda iscrizione contiene una parola ebraica - qorban [ebraico = «sacrificio» o «offerta»], una parola che Gesù ha citato in Mc 7,11: «Ma voi dite: “Se un uomo dice a suo padre o a sua madre: Tutto quello con cui potrei assisterti è korban cioè un’offerta a Dio”, non gli lasciate più far nulla per suo padre o sua madre».

     La parola qorban è archeologicamente documentata per la prima volta in un contesto non letterario in quest’iscrizione.

     A Masada, la roccaforte d’Erode che guardava dall’alto sul Mar Morto, sono stati fatti degli scavi archeologici tra il 1963 e il 1965 sotto la direzione del Professor Yigael Yadin. Le scoperte epigrafiche sono sbalorditive: frammenti di 14 rotoli, più di 4.000 monete, e più di 700 ostraca (frammenti di ceramica con delle iscrizioni) in ebraico, aramaico, greco e latino. Anche qui, il rapporto tra l’ebraico e l’aramaico è più di nove a uno.

     Un’ulteriore prova epigrafica può essere trovata sugli ossari (contenitori in pietra usati per la sepoltura). Nelle sepolture giudaiche di questo periodo, le ossa dei defunti venivano raccolte qualche anno dopo la morte e messe in uno di questi contenitori di pietra, sui quali venivano fatte delle iscrizioni. Venivano anche decorati con varie geometrie o altri disegni e vi veniva inciso il nome del defunto. Talvolta, le ossa d’un uomo e di sua moglie venivano raccolte e messe nello stesso ossario.

     Queste iscrizioni, solitamente, venivano fatte (graffiate) sull’ossario da un membro o da un amico di famiglia, piuttosto che da un esperto artigiano. Così, esse ci danno una importante indicazione su quella che era la lingua parlata e scritta dalla gente comune, come il prete polacco Milik ha puntualizzato: «La presenza dell’ebraico, oltre al greco e all’aramaico, sugli ossari, attesta che quest’era una lingua naturale per quell’ambiente e non solo per l’uso religioso in quanto Lingua Sacra. Per esempio, il coperchio Bethfage è in ebraico» (Milik, 1963).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Aramaico_ebraico6_Ori.htm

16-02-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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