Anche questo tema è sorto da una domanda specifica di un
lettore. Egli, dopo aver cercato nei miei libri, specialmente in quelli
sull’escatologia, non trovando nulla di specifico in essi, ha visto bene di
chiedermelo direttamente.
1. LA PROBLEATICA: In 2 Ts 2 Paolo volle
da subito contrastare quanti turbavano i Tessalonicesi, insegnando l’arrivo
incombente del Signore nostro Gesù l’Unto e, quindi, del radunamento dei
credenti con lui (vv. 1s). Ciò era (ed è) un inganno, quando si insegna
in ogni generazione che tutti i segni sarebbero evidenti e che mancherebbe
proprio pochissimo al ritorno del Signore (v. 3a). Paolo mise subito in chiaro
che non sarebbe successo proprio nulla, fintantoché non si fossero adempiute
alcune premesse: • 1. Avverrà l’abbandono massiccio delle fede; •
2. Sarà manifestato l’uomo dell’illegalità (v. 3); • 3. Tale avversario
si siederà nel tempio di Dio (per cui ci sarà un tempio a Gerusalemme!) e si
accrediterà egli stesso come Dio (v. 4).
Erano tutte cose, di cui Paolo aveva
già parlato con i Tessalonicesi (v. 5). Ed essi sapevano chi fosse
il «trattenitore»: tò katéchon (v. 6) e ho katéchōn
(v. 7): si tratta del participio presente sostantivato, rispettivamente neutro e
maschile. Tale uso mostra che era già un termine tecnico. Traduciamo
letteralmente tale brano: «E ora conoscete il trattenitore, in vista
di essere egli rivelato a suo tempo. [7] Infatti, il mistero dell’illegalità già
agisce; soltanto [c’è] il trattenitore adesso, fino a che venga [tolto] di mezzo».
Solo a quel punto «sarà manifestato l’empio»
(v. 8).
Una
prima difficoltà sta nel fatto che tò katéchon e ho katéchōn
ricorrono al singolare solo in questo brano in tutto il NT, e non si
trovano neppure nella Settanta, la traduzione greca dell’AT. ● Ricorre katéchontes
quale pt. pres. masch. nom. pl. in 1 Cor 7,30 nella locuzione «i
compratori come non possidenti» (un possessore è chi trattiene i beni
per sé). Similmente anche in 2 Cor 6,10 nella locuzione «come nulla tenenti e
possidenti tutto». Nella Settanta ricorre solo nel Cantico: «Tutti
posseggono una spada» (Cc 3,8). ● Ricorre katechóntōn
quale pt. pres. masch. gen. pl. in Rm 1,18 «i quali trattengono la
verità per mezzo dell’ingiustizia». Tuttavia, di là dal chiarimento
terminologico, tutto ciò non contribuisce molto a rispondere al quesito del
nostro tema.
La difficoltà di base sta nel fatto
che noi non sappiamo chi fosse tale cosa (v. 6) e tale persona (v.
7) nel pensiero di Paolo e dei Tessalonicesi! Si tratta quindi di un quadro
senza cornice.
Per così dirla con un’illustrazione,
sappiamo che la macchina (l’umanità) sta in discesa, e il freno a mano tirato
ancora la trattiene dal mettersi in movimento e, quindi, dall’andarsi a
schiantare. L’illegalità è circondata da un mistero, poiché, pur essendo
già attivo, c’è qualcosa o qualcuno che ancora la trattiene dalla sua completa
entrata in azione. Chi sia tale «freno a mano», non lo sappiamo con certezza.
Essendo una questione dibattuta, sono state fatte varie supposizioni sul
trattenitore, ad esempio: Dio, l’assemblea del Messia, lo Spirito Santo e così
via.
2. UNA PROPOSTA PLAUSIBILE: C’è solo una
persona nella Bibbia che ha un genere neutro, ma può anche essere associato a
sostantivi maschili e ai loro pronomi e apposizioni di tale genere. Si tratta di
tò pneũma «vento, fiato (= vento della bocca),
spirito»; il significato materiale (cfr. spirare del vento, respirare, ecc.) fu
usato come metafora per lo «spirito», che non si vede, ma si sente (Gb 4,15s).
Come i significati possano comparire insieme, si veda questa asserzione di Gesù
a Nicodemo: «Il vento [tò pneũma] soffia dove
vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di
chiunque è generato dallo Spirito [ek toũ pneúmatos]»
(Gv 3,18).
Dello Spirito (tò pneũma,
neutro) si parla anche come ho paráklētos
«patrocinatore, avvocato, soccorritore, intercessore» (maschile; Gv 14,16 [«un
altro» = 1 Gv 2,1]; Gv 16,7). Ciò è evidente qui: «E il Patrocinatore
[masch.], lo Spirito Santo [neutro], che [hò = pronome neutro] il Padre manderà
nel mio nome, quegli [ekeĩnos = pronome masch.] vi
insegnerà tutto e vi ricorderà tutto quanto vi ho
detto» (Gv 14,26); similmente avviene in Gv 15,26.
Perciò, la tesi che più mi convince
è che, quando l’assemblea verrà tolta via dalla terra, anche lo
Spirito verrà ritirato dal mondo, essendo l’assemblea il tempio dello
Spirito (1 Cor 6,19). I Tessalonicesi lo conoscevano per esperienza; Paolo aveva
scritto di Lui nelle epistole, che aveva inviato loro (1 Ts 1,5s; 4,8; 5,19; 2
Ts 2,13). Essi sapevano evidentemente che era lo Spirito a trattenere ancora il
dittatore escatologico, l’avversario di Dio. In effetti, dalla comparsa della
«Bestia» in poi, come Giovanni chiamò tale dittatore, non si parla più
dell’assemblea messianica, ma solo d’Israele. Durante tale periodo, chiamato
nella Bibbia propriamente «giorno del Signore», non si parla più di un’attività
dello Spirito Santo in terra, ma solo di due proclamatori (Ap
11,3ss) come nell’AT e dell’attività particolare dei messaggeri celesti
(Ap 14,6s).
Tutto ciò rende plausibile che il
«trattenitore» dell’illegalità sia proprio lo Spirito Santo.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Trattenitore_2Ts2_6s_Esc.htm
27/05/2022; Aggiornamento: |