Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Matteo, l’evangelista dei giudei

 

NT: Persone e contingenza

 

 

 

 

Nello stesso libretto sono contenute le domande per lo studio e il dizionarietto, dove trovare le risposte.

   Ecco le parti principali della parte di studio:
■ Introduzione all'Evangelo di Matteo
■ Nascita, battesimo e tentazione (Mt 1,1-4,11)
■ Attività in Galilea (Mt 4,12-16,12)
■ Istruzione dei dodici (Mt 16,13-18,35)
■ Viaggio verso Gerusalemme e ultimi giorni in essa (Mt 19-25)
■ Crocifissione e risurrezione (Mt 26-28).

 

Inoltre ci sono, tra altre parti, anche le seguenti:
■ Dizionarietto
■ Guida allo studio personale e di gruppo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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RISCOPERTO L’EVANGELO DI GIUDA:

FATTO SENSAZIONALE O STRATEGIA DI MARKETING?

 

 di Nicola Martella

 

1. Riscoperto per l’ennesima volta?

2. Che cosa c’è di «nuovo»?

3. Lo gnosticismo di sempre

4. Il confronto con la sacra Scrittura

5. Quando le pulci diventano elefanti

 

Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro.

 

 

1.  RISCOPERTO PER L’ENNESIMA VOLTA?: La National Geographic Society ha ultimamente annunciato la traduzione del «Vangelo di Giuda». Si tratta di un fragile manoscritto di 26 pagine, risalente al 300 dopo Cristo, scritto in copto, la lingua allora in uso in Egitto; il manoscritto sarebbe una traduzione dell’originale greco, redatto un secolo prima.

   Il 6 aprile del 2006 il manoscritto fu presentato a Washington dal National Geographic, dalla Maecenas Foundation for Ancient Art e dal Waitt Institute for Historical Discovery.

   Questo vangelo gnostico riabilita Giuda Iscariota. L’uomo che, secondo il NT e la tradizione antica, vendette Gesù, qui fu presentato come il suo discepolo più fedele. Infatti da tale testo gnostico risulta non solo che Giuda non tradì Gesù, ma che sarebbe stato lo stesso Cristo a ingiungergli di farlo arrestare. La morte avrebbe significato la liberazione dalla prigione del corpo (scarnificazione), cosa che gli avrebbe consentito di realizzare la propria divinizzazione. Come si vede, si tratta di puro gnosticismo.

   Secondo alcuni esso sarebbe un testo destinato a fare discutere storici, religiosi e filosofi e che riaprirebbe il dibattito storico e religioso sull’Iscariota; secondo altri non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Intanto l’evento ha suscitato un gran clamore e accese polemiche fra teologi e studiosi di varie discipline. Le pubblicazioni annunciate dalla National Geographic Society certamente le rinfocoleranno, ma ciò farà risuonare anche le casse.

   Uno degli esperti che hanno curato l’operazione è Gregor Wurst, professore di Storia ecclesiastica e patristica all’Università tedesca di Augsburg. Secondo lui Vangelo di Giuda nella versione greca sarebbe stato scritto fra il 100 e il 180 d.C., mentre la versione copta risalirebbe al 3°-4° secolo. Poiché tale vangelo apocrifo citò gli Evangeli canonici, non può essere stato scritto prima dell’anno 100 d.C. Il Vangelo di Giuda fu menzionato da Ireneo, vescovo di Lione (2° sec.), che mise in guardia contro di esso. A quel tempo c’erano molti vangeli apocrifi, che i cosiddetti «padri della chiesa» accusavano di eresia.

 

 

2.  CHE COSA C’È DI «NUOVO»?: Questo manoscritto inizia così: «Il racconto segreto della rivelazione fatta da Gesù a Giuda Iscariota nel corso di una settimana, tre giorni prima la celebrazione della Pasqua». Nei circoli gnostici, in cui il manoscritto era nato, fu dato a Giuda un ruolo differente da quello che gli Evangeli canonici gli attribuirono. Il traditore più odiato della storia, che per 30 denari voltò le spalle al suo Maestro, fu trasformato nel più fedele discepolo del Nazareno, nell’uomo di fiducia: egli consegnando Gesù alle autorità, sarebbe stato semplicemente l’esecutore di una richiesta che lo stesso Gesù gli avrebbe rivolta.

   ■ Che cosa c’è di così inedito?: Alcuni commentatori, presentando la «novità», affermano che esso fornirebbe informazioni inedite su Giuda Iscariota. Ma che cosa c’è di veramente inedito? Gli evangeli apocrifi (così chiamati perché circolavano di nascosto) e pseudoepigrafi (erano falsamente attribuiti a una persona autorevole del NT) erano strapieni di tali segreti «misteri», rivelati solo agli «iniziati» dello gnosticismo.

   ■ Un singolare parallelo: Già l’argentino Jorge Luis Borges mostrò nel suo intrigante libro «Finzioni»[1], che amava giocare con la teologia, la metafisica, i labirinti e i miti. In tale opera compare un articolo del 1944 dal titolo «Le tre versioni di Giuda», in cui analizza l’ardita tesi che Nils Runeberg, eminente teologo protestante svedese, formulava decenni prima nel suo «Kristus och Judas»: Giuda Iscariota sarebbe stato lo specchio di Gesù. In tale libro, pubblicato per la prima volta nel 1904, Runeberg asseriva che «non una sola, ma tutte le cose che la tradizione attribuisce a Giuda Iscariota sono false». Già allora tutte le confessioni cristiane considerarono intollerabili le sue teorie, lo sconfessarono e lo bollarono d’eresia.

   Secondo Runeberg Giuda Iscariota avrebbe intuito, unico tra gli apostoli, la segreta divinità del Maestro, il dilemma in cui Gesù si trovava, il terribile proposito e la sua tremenda missione del Cristo. Consapevole che il Verbo si era abbassato alla condizione di mortale, decise di tradire il suo Maestro, sebbene conscio che ciò lo avrebbe bollato con la peggiore delle infamie e gli avrebbe recato per sempre la più grande riprovazione. Secondo tale tesi, Giuda avrebbe agito in estrema abnegazione, «con gigantesca umiltà», praticando così «l’abuso di fiducia e la delazione», pur di vedere realizzata la «felicità del Signore».

   Nella terza edizione, estremizzò la sua visione fino a considerare Giuda come specchio di Cristo. Borges sintetizzò così il pensiero di Runeberg: «Dio, per salvarci, avrebbe potuto scegliere uno qualunque dei destini che tramano la perplessa rete della storia; avrebbe potuto essere Alessandro o Pitagora o Rurik o Gesù; scelse un destino infimo: fu Giuda». Borges ipotizzava quindi non solo che Giuda rispecchiasse in qualche modo Gesù, ma che il vero Gesù fosse proprio Giuda, un dio fattosi così umano da commettere la bassezza più degradante, con il fine di esaltare la figura di Gesù e salvare gli uomini. Borges affermò che Runeberg avesse affermato nella versione del 1909 che Dio, per salvare l’umanità, lungi dal limitare ciò che soffrì all’agonia d’un pomeriggio sulla croce (considerando ciò una bestemmia), in realtà si sarebbe fatto uomo fino all’infamia, alla dannazione e all’abisso, e avrebbe scelto un destino infimo: sarebbe stato Giuda.

   Perciò la concezione presentata dal cosiddetto «Vangelo di Giuda» non è nulla di nuovo, ma è una delle tante varianti gnostiche dei primi secoli (si veda lo stesso ribaltamento delle parti nella visione gnostica di Gn 3). Il testo copto appena tradotto sembra proprio borgesiano. In questo vangelo gnostico il Maestro dice a Giuda: «Allontanati dagli altri perché a te rivelerò il mio mistero». Ciò sembra un riflesso del Giuda di Borges, e viceversa.

   ■ Una revisione già in corso da tempo: Da «Jesus Christ Superstar» in poi e in alcuni film su Gesù traspare la volontà di redimere Giuda e addirittura di renderlo consapevole strumento e collaboratore di un piano divino. In «Jesus Christ Superstar» Giuda dice: «And remember / I’ve been your right hand man all along» (E ricorda / che sono sempre stato il tuo braccio destro). Il cosiddetto «Vangelo di Giuda» non rappresenta quindi una tale «inedita novità», ma solo un’abile manovra mediatica per fini di marketing.

 

 

3.  LO GNOSTICISMO DI SEMPRE: Secondo lo studioso Gregor Wurst, l’autore del «Vangelo di Giuda» era probabilmente uno gnostico greco. Il filone gnostico contestava la visione giudaico-cristiana di un Dio onnipotente e benevolo che aveva creato il mondo per fini positivi. Gli gnostici consideravano il creato e il proprio corpo come una prigione maligna, dalla quale l’uomo liberava il proprio essere divino in parte mediante la spiritualità mistica e specialmente attraverso la morte.

   Lo gnosticismo, rivolgendosi ai soli «iniziati», intendeva svelare loro una «rivelazione segreta», i «misteri» profondi. Abbiamo visto che fu proprio così che tale manoscritto iniziò. Secondo tale sedicente vangelo, il Cristo si sarebbe rivolto a Giuda con queste parole: «Tu supererai tutti loro. Tu farai sì che venga sacrificato l’uomo entro cui sono. A Te rivelerò i misteri del regno, un regno che raggiungerai ma con molta sofferenza».

   Gesù venne fatto figurare come una specie di «maestri di misteri» gnostici (santone, guru) che svelò unicamente al suo intimo «iniziato», Giuda, la sua vera identità e tutti i misteri del cielo, della terra e della creazione.[2] Il Cristo apocrifo gli predisse che avrebbe avuto un ruolo chiave nella salvezza del mondo intesa gnosticamente come divinizzazione dell’uomo. Si noti che l’espressione «l’uomo entro cui sono» era tipica dello gnosticismo antico e si ritrova anche in quello moderno (cfr. New Age, misticismo, spiritualismo esoterico, religioni orientali), secondo cui il corpo è solo una prigione per lo spirito umano. Il Gesù gnostico non chiese a Giuda di tradirlo, ma di sacrificare l’uomo. In modo tipico del misticismo, Giuda avrebbe aiutato Gesù ad affrancarsi del suo corpo terreno, che lo imprigionava, perché potesse liberare la sua entità spirituale, la sua essenza divina. La via non era quella della risurrezione del corpo, ma della scarnificazione, ossia l’eliminazione del corpo (già l’incarnazione era per gli gnostici uno scandalo). Giuda sarebbe diventato così — dal traditore malvagio del NT — lo strumento attraverso cui si sarebbe realizzata la volontà di Gesù.

   Il simbolismo gnostico pervade ciò che i personaggi affermano e fanno; la posizione speciale di Giuda era quella dell’«iniziato» nella «religione dei misteri» che doveva ricevere «l’illuminazione mistica» (cfr. buddismo). Infatti il Gesù apocrifo disse a Giuda: «Allontanati dagli altri [discepoli], a te rivelerò i misteri del regno. Un regno che raggiungerai, ma con molta sofferenza. Ti ho detto tutto. Apri gli occhi, guarda la nube e la luce che da essa emana e le stelle che la circondano. La stella che indica la via è la tua stella». E Giuda «aprì gli occhi, vide la nube luminosa e vi entrò».

   Tipico dell’«iniziato speciale» è la solitudine di vertice e l’incomprensione da parte degli altri affiliati. Nel vangelo gnostico Giuda sarebbe diventò il discepolo maggiore e decisivo, strumento mediante il quale Gesù di Nazaret avrebbe raggiunto la scarnificazione e la divinizzazione. Giuda avrebbe affermato in una visione: «Vidi me stesso mentre i dodici discepoli mi prendevano a sassate e mi perseguitavano». Gesù gli avrebbe preannunciato: «Sarai maledetto per generazioni, ma regnerai su di loro».

   Il «Vangelo di Giuda» fu menzionato da Ireneo (Adv. haeres. 31,1) e da Epifanio (Adv. haeres. 38,1) e fu da loro attribuito ai Cainiti. Questa setta gnostica pretendeva di discendere direttamente da Caino (per la Bibbia solo Noè e la sua famiglia si salvarono dal diluvio). Secondo Ireneo ed Epifanio, i Cainiti giustificavano sia il fratricidio di Caino sia il tradimento di Giuda, ritenendoli atti indispensabili e previsti da Dio, per la caduta e conseguente salvezza dell’umanità (i fatti della Bibbia erano presentati in modo opposto). I Cainiti vedevano quindi Giuda come uno strumento di salvezza e celebravano in suo onore il mysterium proditionis, ossia il «mistero del tradimento».

   Il Dio dell’AT, il Creatore del mondo, non ci faceva una bella figura, poiché per gli gnostici era solo un demiurgo, un «dio minore» (il dio maggiore era quello manifestatosi nel serpente per dare agli uomini la conoscenza di essere dèi); per questo, fin dalla prima scena, il Gesù gnostico rise dei suoi discepoli che pregavano tale Dio.[3]

 

 

4.  IL CONFRONTO CON LA SACRA SCRITTURA

   ■ Giuda: Riportiamo quanto detto specialmente da Matteo, poiché Marco e Luca affermano all’incirca le stesse cose. Egli parlò di «Giuda l’Iscariota, quello stesso che poi lo tradì» (Mt 10,4) e di «Giuda, che lo tradiva» (26,25). Giovanni riportò che Gesù disse di Giuda «che lo doveva tradire»: «Non ho io scelto voi dodici? Eppure, un di voi è un diavolo» (Gv 6,70s). Giovanni definì Giuda Iscariot, «che stava per tradirlo», un «ladro» che «tenendo la borsa, ne portava via quel che vi si metteva dentro» (Gv 12,4.6). Fu lui ad andare dai capi sacerdoti per contrattare il prezzo perché lo consegnasse loro (Mt 26,14s). Luca aggiunse che prima di farlo, «Satana entrò in Giuda, chiamato Iscariota, che era del numero dei dodici» (Lc 22,3). Similmente fece Giovanni (13,2), riportando pure l’annuncio del tradimento (v. 21; Mt 26,21) e che Satana entrò in lui dopo aver preso da Gesù il boccone datogli (Gv 13,26s). Da quell’ora in poi, la questione non era più se tradirlo, ma quando fosse il momento opportuno per farlo (Mt 26,16), cosa che poi avvenne (26,47). Sebbene fosse «uno dei dodici», era «colui che lo tradiva» segnalandolo con un bacio (Mt 26,47ss). Dopo la condanna di Gesù, egli fu chiamato «Giuda che l’aveva tradito»: si pentì, riportò il denaro ai capi sacerdoti e agli anziani, ammise di aver «peccato, tradendo il sangue innocente» (Mt 27,3s). Visto il disinteresse dei capi religiosi per la situazione e l’irrimediabilità del suo atto, Giuda lanciò il danaro nel tempio, s’allontanò e andò a impiccarsi (vv. 4s).

   Il succo di questi fatti furono ricordati da Pietro, dopo l’ascensione di Gesù al cielo, in occasione dell’elezione di un degno sostituto per Giuda (At 1,15ss.25). Poi Giuda cadde nell’oblio negli scritti del NT. Paolo parlò della «notte che fu tradito» il Signor Gesù (1 Cor 11,23), ma non ritenne opportuno menzionare il nome di Giuda.

   Lo stesso Gregor Wurst, uno degli esperti che hanno curato l’operazione di traduzione, ammette che il «Vangelo di Giuda» non avrà un grande impatto teologico, perché lungi dal trattarsi di un documento storico sul rapporto fra Gesù e il discepolo, è solo il punto di vista dello scritto apocrifo di uno gnostico. Già il fatto che quest’ultimò citasse gli Evangeli canonici, dimostra che, dal punto di vista storico, la fonte originale e privilegiata delle notizie restavano i quattro evangelisti canonici.

   Facciamo notare che i testimoni oculari degli eventi della passione erano tanti. Luca stesso analizzò attentamente le fonti, prima di scrivere i fatti con ordine (Lc 1,1ss). Perciò perché fare tanto scalpore per il racconto di uno gnostico del secondo secolo che affermava il falso? E perché chiamarlo «Vangelo di Giuda»? Quasi che l’abbia scritto prima di impiccarsi, diciamo, per confondere un po’ le acque… Ma un uomo pentito, angustiato, disperato e che medita di suicidarsi non scrive una «buona novella».

   ■ La gnosi: Il fondatore della gnosi cristiana viene considerato Simone il Mago, il quale dopo l’incontro-scontro con gli apostoli (At 8), si recò a Roma dove propagò un miscuglio fra cristianesimo, giudaismo, esoterismo e paganesimo. Molti dei «miti giudaici» derivavano dalla gnosi giudaica, contro cui gli apostoli mettevano in guardia (Tt 1,14; cfr. 1 Tm 1,4; 4,7; 2 Tm 4,4; 2 Pt 1,16). Paolo raccomandando a Timoteo di custodire il «deposito» (ossia la sana dottrina da lui insegnata), lo mise in guardia contro «le profane vacuità di parole e le opposizioni di quella che falsamente si chiama gnosi [= gr. conoscenza], della quale alcuni facendo professione, si sono sviati dalla fede» (1 Tm 6,20s). Nell’Apocalisse tale gnosi fu propagata dai Nicolaiti (gr. nikolaitai let. «vincitori di popolo»), le cui opere erano odiate dal conduttore della chiesa di Efeso e da Cristo stesso (Ap 2,6). Il conduttore della chiesa di Smirne invece tollerava «quelli che professano la dottrina di Balaam» (ebr. ba`al`am let. «vincitore di popolo»), chiamata anche «dottrina dei Nicolaiti» (Ap 2,14s). Probabilmente erano gli stessi che in Tiatiri tolleravano la «donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agli idoli» (Ap 2,20); i seguaci di questa santona, professando questa dottrina, avevano conosciuto le «profondità di Satana» (v. 24).

 

 

5.  QUANDO LE PULCI DIVENTANO ELEFANTI: Dopo il successo editoriale del cosiddetto «Codice Da Vinci» di Dan Brown, altri hanno pensato bene di sfruttare il filone gnostico. La strategia appropriata di marketing trasforma qualunque cosa in una «gallina dalle uova d’oro», visto i tanti «polli» che sono pronti ad abboccare. Infatti l’enorme successo del romanzo di Dan Brown ha dimostrato che esiste un enorme bacino di potenziali consumatori per questo genere di prodotti.

   ■ Quando si bara: Sorprende che la National Geographic promuova il cosiddetto «Vangelo di Giuda» non per quello che è, ossia come uno dei tanti evangeli gnostici dell’antichità, bensì come un autentico «vangelo perduto», scritto o dettato da Giuda Iscariota in persona, che addirittura «cambierà la storia del cristianesimo».

   ■ Mire più materiali: Come mai una «società» così seria, mostra così poca serietà? Perché, secondo gli esperti, spera di avere una cospicua parte della torta offerta dalla fanta-religione, imitando Dan Brown e altri che ne hanno già abilmente cavalcato l’onda, traendone lauti guadagni. La famosa e potente National Geographic Society è costretta a guadagnare per forza, anche per recuperare il milione di dollari sborsato alla Maecenas Foundation, per poter sfruttare l’opera. La società geografica conta che la sua campagna di marketing mondiale (il numero di maggio della sua rivista dedicato esclusivamente al presunto vangelo perduto, un documentario televisivo, ben due libri) gli frutterà un sacco di soldi.

   ■ La Maecenas Foundation: Questa fondazione svizzera si occupa d’arte antica e d’antiquariato. La scopritrice del vangelo gnostico è Frieda Tchacos Nussberger, una signora di 65 anni. In uno dei libri della National Geographic («Il vangelo perduto» di Herbert Krosney) questa antiquaria, come ama presentarsi, afferma con uno slancio mistico: «Sono stata scelta da Giuda per riabilitarlo, ho salvato qualcosa di grande per l’umanità».

   È interessante sapere che come ha scoperto Elisabetta Povoledo, la corrispondente del New York Times a Roma, la Nussberger possiede lati meno mistici: nel 2001 la donna fu arrestata a Cipro, su richiesta della polizia italiana, perché aveva trafugato dall’Italia delle antichità e le aveva vendute a ignoti.[4] Sebbene sia stata condannata, la pena le venne sospesa: così succede in Italia.

   Sebbene tale vicenda non sia stata in relazione con il vangelo di Giuda, essa fa apparire la signora come una trafficante, attiva nel clandestino mondo di trafugatori e contrabbandieri d’arte.

   ■ Un po’ di fatti di retroscena[5]: Il «Vangelo di Giuda» fu scoperta da contadini egiziani negli anni Settanta in Egitto, nel deserto presso El Minya. Finito nelle mani di mercanti di antichità, fu portato prima in Europa e poi negli Stati Uniti. Rimane un mistero come il documento sia stato esportato dall’Egitto, si ipotizza che i trafficanti clandestini di materiale archeologico se lo siano passato di mano in mano, facendo soldi, e proprio le troppe mani degli affaristi lo hanno rovinato. Rimase per 16 anni in una cassetta di sicurezza a Hicksville (Long Island, New York), poi nel 2000, «l’antiquaria» di Zurigo, Frieda Tchacos Nussberger, lo acquistò da un altro anonimo «mediatore». Subito dopo ella tentò di rivendere il «Vangelo di Giuda» alla biblioteca Beincecke dell’Università di Yale, ma l’affare non andò in porto perché il manoscritto non era accompagnato dalla necessaria e obbligatoria documentazione, che attestasse la regolare esportazione e proprietà dell’opera archeologica. Nel 2001 la Nussberger riuscì a vendere il testo a un altro anonimo «mediatore» d’antiquariato dell’Ohio per 2,5 milioni di dollari. Poiché tale «mediatore» non riuscì a completare i pagamenti, la Nussberger tornò in possesso del manoscritto, ma l’uomo si tenne diverse pagine del testo in proporzione ai soldi pagati. Come si vede, trafficanti di pochi scrupoli hanno fatto a pezzi quello che la National Geographic ha presentato come il «vangelo scomparso che cambierà il cristianesimo»!

   Mario Roberty, avvocato esperto del settore le consigliò che, per recuperare il manoscritto copto, fosse necessario conferirne la proprietà alla Maecenas Foundation, fondazione «culturale», di cui egli stesso era il fondatore. Insieme bussarono alla National Geographic, che abboccò: solo per poter utilizzare il suo contenuto (quindi senza averne la proprietà) pagò un milione di dollari alla Maecenas Foundation. È chiaro che essi tutti sperano che il «vangelo scomparso» cambi specialmente le loro finanze!

   ■ Una faccenda sospetta: A detta dei critici, tutta la faccenda puzza per almeno due motivi: ² 1) La National Geographic presenta, in modo ingannevole, il «Vangelo di Giuda» come scritto da Giuda, e il traditore come il discepolo prediletto che aveva la piena fiducia di Gesù; ² 2) L’intera faccenda è intrisa di furto, trafugamento e quattrini… sembra proprio che venga evocato Giuda stesso, ma stavolta non per soli trenta denari.

 

    ■ Per l'approfondimento si veda : Nicola Martella, «L'interesse per Giuda», in «E voi, chi dite ch’io sia?», Offensiva intorno a Gesù 2 (Punto°A°Croce, Roma 2000), pp. 64-68.

    ■ Inoltre si veda anche l'articolo: Il realismo di Giuda e quello di Gesù {Desiderio Bereani}.

 

Una prima versione di questo articolo è comparso nella rivista «Oltre» (Epamedia, Aversa maggio 2006), pp. 18-21 col titolo «Il vangelo di Giuda. Riscoperto l’evangelo di Giuda: fatto sensazionale o strategia di marketing?».

 



[1]. Jorge Luis Borges, Finzioni (Einaudi, Torino 2004).

[2]. Cfr. in Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992): «Misteri, gnosi, massoneria», pp. 203-213; «Misteri, gnosi, immortalità e Bibbia», pp. 373-387.

[3]. Per l’approfondimento cfr. N. Martella, La lieve danza delle tenebre, p. 250; cfr. Nicola Martella, «La caduta primordiale e l’avversario», Temi delle origini (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 281ss.

[4]. Elisabetta Povoledo, «Another Judas mistery: a looted gospel?», New York Times (14 aprile 2006).

[5]. Cfr. Maurizio Blondet, «Vangelo di Giuda»: loschi retroscena, naturalmente (Effedieffe, Milano 16/04/2006).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Giuda_vangelo_Mt.htm

06-2006; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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