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La parola «salmo» traduce l’ebraico
mizmôr. Sta a indicare un canto accompagnato da strumenti a corda;
dalla radice verbale zmr
«pizzicare, tirare», cioè tirare con le dita le corde di uno strumento.
Questo implica che i Salmi erano originariamente musicati con strumenti a corde.
Erano cantici per la lira (o arpa) ed erano, quindi, canti lirici. Questa parola
è utilizzata come soprascritta di quarantaquattro Salmi (3-6; 8-9; 12-13; 15;
19-24; 29; 31; 38-41; 47; 49-51; 62-64; 73; 77; 79-80; 82; 84-85; 98; 100-101;
109-110; 139-141; 143). Di questi, ventuno sono nel Libro I (Salmi 1-41), sette
nel Libro II (Salmi 42-72), sette nel Libro III (Salmi 73-89), tre nel Libro IV
(Salmi 90-106) e sei nel Libro V (Salmi 107-150). La parola ricorre soltanto nel
titoli dei Salmi. È diverso da šîr, che significa «un canto / cantico»:
vale a dire, che era destinato al canto; mentre mizmôr
può essere stato per la meditazione. Mizmôr è unito con šîr in
tredici Salmi (30; 65; 67-68; 75-76; 87; 92, precedendolo; e 48; 66; 83; 88;
108, seguendolo).
Nel Nuovo Testamento ci viene detto di cantare i
Salmi con l’accompagnamento del «cuore» (Ef 5,19): quando cantiamo i Salmi
dobbiamo «tirare» le corde del nostro cuore.
{elaborazione: Argentino Quintavalle - rielaborazione: Nicola Martella}
▬ Letteratura■
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Salmo_Lv.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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