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Leviathan è la trascrizione dell’ebraico
liwejātān che ricorre cinque volte
nell’Antico Testamento. Si pensa che derivi dalla radice
lawah, esistente anche nell’arabo, che ha il significato di
«avvolgere, legare qualcuno». Alcuni studiosi hanno suggerito che potrebbe
essere un termine straniero preso in prestito, probabilmente dal babilonese.
Il Sal
104,26 lo descrive come un animale marino. È usato due volte simbolicamente in
Is 27,1 riferendosi agli imperi d’Assiria e di Babilonia. Nel Sal 74,14 ricorre
in riferimento al Faraone e in Giobbe indica un mostro marino. Questa parola
ricorre ancora in Ez 29,3ss, simboleggiando il Faraone e gli Egiziani.
In
Giobbe il Liwejātān ricorre due volte: 3,8; 40,25. Esso era un
mostro mitologico che probabilmente corrispondeva a quello che i Babilonesi
chiamavano «Tiamat». Il Liwejātān e
Behemôt (Gb 40,15), il mostro di terra, erano dei potenti
simboli del disordine e del caos. Strutturalmente, il discorso sul Leviathan si
trova all’apice del libro di Giobbe, il suo significato deve dunque andare di là
dal coccodrillo, il quale costituisce soltanto il suo soggetto apparente. È
simbolo del male e nemico di Dio (cfr. 7,12), è un grosso serpente di mare e,
insieme al
Behemôt, dà l’idea che il Dio giusto
tiene sotto controllo anche le forze perverse del male. È interessante notare
che l’Apocalisse parli di due bestie: una che sale dal mare e l’altra che sale
dalla terra. Rappresenta Satana stesso, il gran serpente che Dio schiaccerà alla
fine dei tempi.
Gb 3,8
è tradotto dalla Riveduta con «il drago». Nessuno ha mai visto un drago,
ma fra tutte le nazioni (specialmente Cina e Giappone) e in tutte le epoche, lo
troviamo descritto e raffigurato nella leggenda e nell’arte. Sia il Vecchio che
il Nuovo Testamento ne parlano, entrambi uniti nel collegarlo con quell’unico e
stesso grande nemico di Dio e dell’uomo.
È
contro di lui che il Dio-Uomo — il «Figlio di Dio» — viene a far guerra. È per
lui che il fuoco eterno è preparato. È lui che sarà presto gettato giù dai cieli
in preparazione al suo completo giudizio. È di lui che leggiamo, «il gran
dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto
il mondo, fu gettato sulla terra; con lui furono gettati anche i suoi angeli.
Allora udii una grande voce nel cielo che diceva: “Ora è giunta la salvezza, la
potenza e il regno del nostro Dio e la potestà del suo Cristo, poiché è stato
gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli”»(Ap 12,9s).
È di
lui che Davide scrisse: «Ma DIO è il mio re dai tempi antichi; è lui che
opera la salvezza sulla terra. Con la tua forza… schiacciasti la testa dei
mostri marini nelle acque. Frantumasti le teste del Leviathan» (Sal
74,12ss).
Su di
lui lo Spirito spinse Isaia a dire, «In quel giorno l’Eterno punirà con la
sua spada dura, grande e forte il Leviathan, l’agile serpente, il Leviathan, il
serpente tortuoso, e ucciderà il mostro che è nel mare» (Is 27,1).
{elaborazione: Argentino Quintavalle - rielaborazione: Nicola Martella}
▬ Letteratura■
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Leviathan_R34.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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